La
chirurgia “gentile” alla prostata all'Ospedale Israelitico di Roma
del Dott. Flavio Forte
Nell'ambito
della realtà medica dell' Ospedale Israelitico di Roma, la
sezione di Urologia sta ormai assumendo un ruolo di rilievo. Nata
come Servizio, è stata “acquisita” dalla U.O.C. di Geriatria, diretta
dal Prof. Stefano M. Zuccaro [past president SIGOs], come Sezione,
data l’indiscutibile utilità della figura dell’urologo in ambito
geriatrico. Partendo da un’assistenza intergrata geriatrica, l’Urologia
dell’Ospedale Israelitico ha necessariamente dovuto orientare l’attività
clinica, medica e chirurgica, verso una sfera più “dedicata” ed
allo stesso tempo delicata, quale è quella del paziente anziano.
In tal senso si sono andate progressivamente sperimentando metodiche
mini-invasive mirate alla restitutio ad integrum di pazienti con
cateterismo vescicale a permanenza [stent uretrali temporanei e
long time,The Spanner™], alla terapia chirurgica dell’incontinenza
urinaria femminile [chirurgia trans-vaginale e laparoscopica di
prolassi singoli o multipli,fionde tension free trans-otturatorie]
e maschile [costrittori peri- uretrali ed adjustable continence
therapy pro-ACT], ed al trattamento dell’ipertrofia prostatica.
L’ipertrofia o iperplasia prostatica è un ingrossamento della prostata,
con conseguente ridotta capacità funzionale dell'organo. Ciò si
verifica soprattutto dopo i 50-60 anni [oltre questa età, infatti,
si calcola che il disturbo colpisca il 70% circa degli uomini, mentre
dopo gli 80 anni l'incidenza sale persino all'80%]. Con l'avanzare
degli anni, la porzione centrale [adenomioma] della prostata tende
ad aumentare di volume fino a superare anche di 2-3 volte le misure
ritenute normali [circa 25 g di peso]. Tra le cause etiopatogenetiche,
non ancora ben chiare, si annovera la correlazione con l'avanzare
dell'età e l'influenza delle variazioni nell'assetto ormonale in
rapporto all'andropausa [o nella più recente accezione late onset
hypogonadism]. Con l'età aumenta il tasso di estrogeni, ed essendo
la porzione muscolare della ghiandola prostatica dotata di numerosi
recettori estrogenici, aumenta anche il rischio di iperplasia. L’iperplasia
prostatica, da evento sostanzialmente fisiologico, diviene patologico
quando determina ostruzione della bassa via escretrice [bladder
outlet obstruction, BOO], causando sintomatologia caratteristica
[lower urinary tract symptoms - LUTS]. In questi casi, quando compare
disuria caratterizzata da pollachiuria diurna e notturna, urgenza
minzionale, senso di incompleto svuotamento vescicale, mitto ipovalido
o intermittente, si rendono necessari presidi farmacologici atti
a favorire l’apertura del collo vescicale ed il consenguente regolare
svuotamento vescicale [farmaci alfa litici, fitofarmaci, inibitori
della 5 alfa redattasi]. In caso però di insuccesso farmacologico
o di iperplasia in fase di scompenso, la risoluzione del problema
è affidata alla terapia chirurgica. È bene sottolineare che lo scopo
della terapia chirurgica, tradizionale o endoscopica, è quello di
favorire lo svuotamento vescicale e di evitare quindi il permanere
del residuo post-minzionale che porterebbe a sviluppare infezioni,
calcolosi e tardivi, seppur ad oggi rari, casi di insufficienza
renale da idroureteronefrosi secondaria. La scelta della metodica
chirurgica da utilizzare, [resezione trans-uretrale dell’adenoma
prostatico- TURP, o asportazione chirurgica dello stesso - adenomiomectomia
trans-vescicale], viene effettuata in base al volume della prostata
in toto e dell’adenoma prostatico, calcolato grazie alla formula
della prolate ellypse in l’ecotomografia prostatica trans-rettale.
Come è noto, sia l’approccio tradizionale che quello endoscopico
non sono scevri da complicanze, principalmente legate al sanguinamento
intra-, peri- e post-operatorio. Queste evenienze, associate alle
età dei pazienti che si sottopongono a questo tipo di interventi
ed alle loro condizioni di salute generale, possono in molti casi
rappresentare delle controindicazioni all’effettuazione delle suddette
procedure, impedendo in tal modo a molti pazienti di risolvere i
loro problemi. Da circa un anno, gli urologi dell’Ospedale Israelitico
di Roma [Dott. Flavio Forte, Dott. Pietro Aloisi, Dott.ssa
Isabella A. Parisi, Dott. Renzo Mammucari e Dott. Giorgio Pagliarella,
medico Specializzando dell’Università di Roma Tor Vergata], hanno
iniziato a trattare chirurgicamente pazienti di età spesso superiore
agli 80 anni, con severe problematiche ostruttive minzionali e con
controindicazioni di prevalente natura cardiovascolare alla chirurgia
tradizionale ed endoscopica grazie all’ausilio del Laser al Thullium
Revolixx. Rispetto ai laser precedentemente utilizzati il Thullium
Laser Revolixx [Dimed ®] presenta il notevole vantaggio di potere
svolgere le azioni dei precedenti laser [vaporizzazione e vaporesezione],
con minori effetti collaterali, cateterismo post-operatorio di 24
ore, sanguinamento praticamente nullo, mantenimento dell’eiaculazione
anterograda nel solo trattamento del lobo medio; con tale metodica
è peraltro possibile trattare anche prostate di dimensioni maggiori
[80-100 grammi], in particolare in pazienti anziani e con severe
controindicazioni di natura anestesiologica [ASA IV], cardiovascolare
e respiratoria, alla chirurgica urologica open ed endoscopica. A
fronte di una maggiore durata dei tempi operatori con il Thullium
Laser Revolixx, in meno di un anno di trattamenti l’Urologia dell’Ospedale
Israelitico ha ottenuto lusinghieri risultati in termini di disostruzione
minzionale e di soddisfazione globale dei pazienti; dal punto di
vista economico, la breve ospedalizzazione [48-60 ore] ed il limitato
[se non nullo] utilizzo dei lavaggi vescicali post-operatori permettono
di ammortizzare tranquillamente le spese strettamente legate al
Laser. La qualità dell’esame istologico non è assolutamente inficiata
dall’azione del Laser Revolixx ed anzi, effettuando la personale
tecnica di vaporesezione “a fungo” del lobo medio e dei lobi laterali,
si forniscono spesso al patologo “chips” prostatiche di maggiori
dimensioni. Ciò che è importante ricordare, e che vale per qualsiasi
tipo di Laser, è che con questa metodica si ottiene una disostruzione
praticamenpraticate esangue; non ci si può aspettare di rimuovere
tutto l’adenoma prostatico, come avviene nella TURP o nell’adenomectomia.
È
però ovvio come, soprattutto in un paziente anziano, con gravi problematiche
minzionali e con controindicazioni alla chirurgia, l’utilità di
un’intera rimozione dell’adenoma non si pone, ma al contrario si
cerca di essere il meno invasivi possibile, finalizzando l’azione
alla disostruzione ed alla risoluzione del discomfort. Il successo
della prostatectomia trans-uretrale con il Thullium Laser Revolixx
nei pazienti anziani ci ha permesso di aprire nuove strade nell’utilizzo
della metodica, dedicandola anche a pazienti più giovani e con meno
controindicazioni chirurgiche [previa ovvia ed attenta selezione
del caso] e, soprattutto, a soggetti diversamente abili. La chirurgia
urologica, in particolare quella endoscopica, necessita di un’attenta
assistenza post-operatoria, che prevede sostanzialmente il monitoraggio
continuo dei lavaggi vescicali, della diuresi e del normale funzionamento
del catetere. Di fronte a disabilità complesse, ci si può aspettare
una mancata collaborazione ed anzi, un’involontaria opposizione
all’atto medico da parte dei pazienti affetti, con ovvie complicazioni
del decorso post-operatorio.
Il vantaggio offerto dal Laser Revolixx, con particolare riguardo
all’assenza di sanguinamento e quindi alla brevissima cateterizzazione,
permette, anche in soggetti diversamente abili affetti da sintomatologia
ostruttiva prostatica, di ottenere ottimi risultati funzionali con
il minimo discomfort arrecato.
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