MTM n°18
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 6 - Numero 3 - ott/dic 2007
Indagine Strumentale
 


Fabio Vinci
Fabio Vinci


Anno 6 - Numero 3
ott/dic 2007

 




L'Elastografia nella diagnosi del tumore al seno
Un ecografia di ultima generazione che permetterà di ridurre il numero di biopsie
di Fabio Vinci

ecografiaQuesta nuova tecnica è in grado di individuare e valutare,con l’uso di ultrasuoni, le proprietà di elasticità o durezza dei tessuti molli: in particolare gli studi più recenti si stanno rivolgendo al campo senologico, con lo scopo di fornire diagnosi più precise sui reperti nodulari senza ricorrere a tecniche invasive, quali la biopsia. Fino ad oggi infatti, in caso di diagnosi dubbia di tumore alla mammella, l’esame bioptico è stata considerato il test di elezione per distinguere le forme maligne da quelle benigne, garantendo una grande sensibilità ma comportando grandi disagi . L’elastosonografia si propone di mantenere questa sensibilità azzerando l’invasività. Essa si basa sul fatto che i tessuti tumorali sono più rigidi di quelli che circondano una lesione innocua, poiché contengono zone di infiltrazione, cellule morte e altre in rapida crescita e spesso anche un’abbondante componente fibrotica, più dura rispetto ai tessuti sani. L’elastosonografia nasce dunque come evoluzione di una normale ecografia: vengono inviate onde sonore che, in base al tipo di tessuto incontrato, sono rispettivamente assorbite o respinte in diverse proporzioni – venendo poi tradotte dall’elastosonografo in immagini; in aggiunta rispetto all’ecografia vengono però valutati il movimento e la resistenza dei tessuti alla pressione. L’utilizzo di questa innovativa tecnica, che in Italia sta conseguendo notevoli progressi, aumenterà l’efficacia diagnostica dell’ecografia tradizionale soprattutto per le donne più giovani, che presentano in media mammelle più dense: in questi casi la mammografia serve a poco e così, di fronte alle lesioni sempre più piccole che i mezzi attuali consentono di vedere, fino ad oggi è sempre stato necessario ricorrere all’ago-biopsia per avere una risposta certa. Non bisogna però pensare che questa tecnica possa del tutto sostituire l’ormai diffusissima mammografia né i prelievi con ago, poiché non è una metodica in grado di fornire da sola una diagnosi certa. L’immagine elastosonografica è infatti fortemente influenzata dalla struttura isto-patologica e dalle dimensioni della lesione analizzata: per lesioni più grandi di 2 cm ha dimostrato una minore accuratezza; inoltre fenomeni non necessariamente cancerosi, ma che vanno a modificare l’elasticità del tessuto esaminato, possono dare una falsa positività.
Oggi l’elastosonografia non è quindi un esame che si può porre come alternativa radicale ad altri test, ma affianca il medico con la sua facilità di esecuzione nelle decisioni che deve adottare, quando è di fronte ad una lesione ed ha bisogno di una conferma che lo spinga ad effettuare ulteriori accertamenti. Nonostante le grandi promesse dunque, per aspirare all’uso corrente questa tecnica dovrà cimentarsi in un più largo numero di casi contro il più diffuso e consolidato esame bioptico, ad oggi l’indiscusso standard di riferimento delle lesioni mammarie.


macchinaNotizie utili

L'Elastografia non può essere prenotata come indagine a sè stante, ma viene eseguita, e solo in pochi centri italiani, nel caso si ritenga utile definire le caratteristiche di una lesione riscontrata in ecografia. A Roma può essere effettuata presso il Policlinico Sant'Andrea all'Unità di Senologia diretta dalla professoressa Adriana Bonifacino: i tempi di prenotazione sono diversi a seconda l'esigenza. La routine viaggia attraverso il numero verde regionale, mentre laddove ci sia necessità per un sospetto o comunque un problema da risolvere, si potrà ottenere un appuntamento sempre in regime assistenziale pubblico chiamando lo 0633775997. Privatamente invece, è possibile prenotare questa indagine presso il Centro Artemisia in Viale Liegi, 45, chiamando lo 068505 [E-mail: info@artemisia.it]