Second Life,
[next] Future Surgey Il Metamondo ha fatto “irruzione” al 18º Congresso di
Chirurgia dell’Apparato Digerente di Roma,
che si è svolto a Roma dal 27 al 26 settembre.
Grazie alla tridimensionalità che lo caratterizza, Second Life
potrà aiutare il chirurgo nella conoscenza di nuove tecniche
e nuovi presidi da usare in sala operatoria
di Giorgio Palazzini
Mondo virtuale, un lampo di futuro in chirurgia.
Un futuro prossimo venturo, i cui
prodromi offrono già intriganti possibilità
di studio e ricerca. E poi la realtà del video
streaming, che ha permesso di seguire in
contemporanea interventi chirurgici eseguiti
nei cinque continenti. I circa 3 mila
chirurghi e 300 infermieri italiani che dal 27
al 28 settembre hanno partecipato al 18°
Congresso di Chirurgia dell’Apparato Digerente,
si sono potuti confrontare con nuove
possibilità di apprendimento ed un nuovo
medium, Second Life, che, se adeguatamente
sfruttato in tutte le sue potenzialità,
potrà schiudere orizzonti impensati a questa antica disciplina. Grazie al video streaming
ed alla trasmissione ad alta definizione
Full HD, i congressisti hanno potuto seguire
oltre 100 interventi chirurgici trasmessi
dai 5 continenti: sono state diffuse
immagini da sale operatorie di Tokyo, Pechino,
Singapore, Hong Kong, Stati Uniti,
Brasile, Messico e Argentina e, ovviamente,
Europa. Ma soprattutto, attraverso l’ambientazione
tridimensionale della piattaforma
di Second Life, hanno potuto fare
un salto nel futuro della professione.
Il tutto inquadrato in una serrata due giorni
per i quali il programma scientifico ha previsto discussioni e incontri sulla chirurgia
open e mininvasiva, le nuove soluzioni
per l’ernia inguinale ed il laparocele, la valutazione
del beneficio clinico in un’ottica
farmacoeconomica.
Mi auguro -perché è una “scommessa”
scientifica nella quale credo molto e della
quale, spero, di essere l’antesignano italiano-
che il 18° Congresso di Chirurgia dell’Apparato
Digerente sia ricordato dai colleghi
come “il congresso in cui si è parlato
per la prima volta di Second Life applicato
alla chirurgia”.
Second Life è un mondo virtuale e tridimensionale.
La tridimensionalità è una misura
fondamentale per un chirurgo. Perché,
allora, non utilizzarla a fini di studio? Molte
associazioni ed aziende sono già approdate
su Second Life, creando delle strutture
nelle quali gli avatar, gli alter ego virtuali degli utenti, possono osservare e valutare i
prodotti, acquisire informazioni, interagire
con altri avatar che frequentano gli stessi
luoghi.
Per il Congresso, Johnson & Johnson Medical,
con il supporto tecnologico di Accenture,
ha realizzato uno stand virtuale. Io, con
il mio avatar, ho fatto da “cicerone” a gruppi
di colleghi, rappresentati a loro volta dai
propri avatar, che hanno visitato lo stand,
compiendo un percorso che si è concluso
con la proiezione di un intervento di ernia
inguinale.
Abbiamo scelto di proporre questo intervento
sia perché, con circa 170 mila operazioni
l’anno, è in assoluto il più eseguito
nelle sale operatorie italiane, sia perché il
paziente, informato e consapevole, richiede
sempre più una metodica chirurgica
“gentile”, che riduca al minimo fastidio e degenza.
Un obiettivo che noi chirurghi ormai
possiamo perseguire facilmente, grazie al
supporto di nuove protesi, come le reti ed i
plug semiassorbibili, che vengono tenuti all’interno
del tessuto facendolo rigenerare
nel giro di 30/40 giorni e consentono un impianto
di massa inferiore del 60%.
E proprio sulla conoscenza degli strumenti,
dei cosiddetti “ferri del mestiere”, Second
Life sembra schiudere orizzonti interessanti.
Tra qualche anno gli operatori sanitari,
medici e infermieri, potranno beneficiare
della tecnologia di Second Life in termini
di studio e conoscenza dei nuovi presidi
e prodotti per ogni tecnica chirurgica.
Sfruttando la tridimensionalità, il chirurgo
potrà anche affinare la propria tecnica e
studiare meglio il presidio chirurgico da
usare, valutandolo in tutti i suoi aspetti, prima
di proporlo in sala operatoria.
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