MTM n°19
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 7 - Numero 1 - gen/apr 2008
Malattia rara
 


Daniela Concolino
Daniela Concolino
Ricercatore della Cattedra di Pediatria Università Magna Graecia di Catanzaro. Referente del Centro Regionale Malattie Rare Pediatriche Regione Calabria


Anno 7 - Numero 1
gen/apr 2008

 

Per questi bambini purtroppo non esistono concrete possibilità di guarigione e lo sforzo dei loro genitori per accettare ed affrontare una simile realtà è enorme e reso ancora più difficile dalla mancanza di punti di riferimento




Malattie rare e disabilità congenite complesse

di Daniela Concolino

Si parla molto di malattie rare, malattie che hanno una prevalenza nella popolazione generale inferiore ad 1 su 2.000 persone e per le quali l’enfasi, ad oggi, è stata posta principalmente sulla diagnosi e troppo poco sull’assistenza. In realtà, molte di queste malattie comportano il coinvolgimento contestuale di diversi organi ed apparati causando una molteplicità di problemi medici con conseguente disabilità non solo fisica, ma anche cognitiva [per questo vengono identificate come malattie congenite complesse], che rende difficile l’organizzazione di un modello assistenziale che ruoti attorno al bambino ed alla sua famiglia. Si tratta di bambini affetti da sindrome di Down ed altre anomalie cromosomiche, da acondroplasia e simili malattie scheletriche, da malattie metaboliche ereditarie, da malattie neuro-muscolari quali le distrofie muscolari o le atrofie muscolari spinali, da malattie neuro-cutanee quali neurofibromatosi e sclerosi tuberosa e da sindromi polimalformative con diagnosi geneticamente ben definita o ancora senza una etichetta diagnostica precisa.
Sebbene singolarmente rare nel loro insieme la prevalenza nella popolazione Italiana è stimata intorno ad 1 bambino ogni 250, per un totale di circa 35.000 bambini tra 0-16 anni. Per questi bambini purtroppo non esistono concrete possibilità di guarigione e lo sforzo dei loro genitori per accettare ed affrontare una simile realtà è enorme e reso ancora più difficile dalla mancanza di punti di riferimento. La SIMGePeD [Società Italiana Malattie Genetiche Pediatriche e Disabilità Congenite] è una nuova società scientifica, affiliata alla Società Italiana di Pediatria, che nasce dall’esigenza di promuovere, in ambito pediatrico, la ricerca, la formazione e l’assistenza multidisciplinare integrata nel campo delle malattie genetiche e delle disabilità congenite dell’età evolutiva.
Tale esigenza è scaturita da un numero sempre crescente di condizioni cliniche caratterizzate da una elevata complessità assistenziale [più brevemente dette “malattie complesse] ossia patologie che, avendo una o più delle caratteristiche indicate nel box 1, necessitano di una presa in carico globale della persona e della sua famiglia da parte del SERVIZIOSANITARIONAZIONALE con un’azione di supporto continua e con la messa in atto di interventi sia di carattere medico specialistico ma anche di carattere psicologico, formativo e sociale. Per queste patologie manca per definizione una terapia risolutiva o comunque mirata e specifica al danno principale, ma è pur sempre possibile e “doveroso” un “trattamento” che si basa sull’insieme di interventi medici in grado di mantenere il miglior stato.
È proprio con questo intento che il 17- 24 Novembre 2007 si è svolta la settimana delle malattie genetiche pediatriche e delle disabilità congenite con Convegni in contemporanea a Roma e altre città Italiane [Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Catanzaro, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Pisa, Torino] con l’obiettivo di riflettere sui bisogni assistenziali, e quindi di ricerca e formazione, necessari nel campo delle malattie genetiche e/o disabilità congenite ad elevata complessità assistenziale.
Tenendo conto che la complessità assistenziale è causata da:

  • rarità di ogni singola patologia e gran numero di patologie note [i professionisti che non si occupano specificatamente delle singole patologie, come quelli che operano nei Centri di Riferimento, devono affrontare condizioni, che, contano 5-10 nuovi pazienti/anno in tutta Italia]

  • predominanza in alcuni casi di problematiche pediatriche, in altri di problematiche neuropsichiatriche infantili e/o riabilitative, in altri di entrambe

  • mancanza di una terapia specifica in grado di “guarire” la malattia

  • necessità di approccio assistenziale che sia multidisciplinare, [a causa delle molteplicità dei problemi medici], multisettoriale[ sociale, sanitario, riabilitativo], partecipato con la famiglia e che ponga l’assistenza [“care”, presa in carico] globale al bambino e alla sua famiglia come obiettivo prioritario; si sono analizzate le proposte operative che a breve e medio termine, a livello nazionale e regionale, possono soddisfare tali bisogni nelle varie realtà operative quali ad esempio nei centri ospedalieri di riferimento e nelle varie strutture socio-sanitarie territoriali.

In questi convegni si è discussa la“Proposta di un modello assistenziale per bambini e adolescenti con malattie genetiche e/o disabilità ad elevata complessità assistenziale e per le loro famiglie” redatto dalla SIMGePeD e convalidato da 57 Società scientifi che e associazioni di familiari, che propone lo sviluppo di una rete assistenziale multisettoriale. Tale rete prevede il coinvolgimento dei centri di riferimento per la diagnosi e follow-up per varie specifiche patologie rare e dei servizi specialistici territoriali per la gestione dei problemi trasversali [pediatra di famiglia, pediatrie ospedaliere, servizi di neuropsichiatria infantili e/o riabilitazione territoriale, associazioni di genitori]. In questo modello si è tenuto conto di quattro esigenze fondamentali:

  • la competenza sulla diagnosi ed il follow up della specifica patologia, che necessita di un centro di riferimento;

  • la competenza sui problemi trasversali a diverse patologie, che può trovarsi in servizi specialistici sul territorio [Es.: il servizio di neuropsichiatria infantile territoriale o di riabilitazione], in strutture pediatriche ospedaliere locali che hanno sviluppato le competenze necessarie per la gestione del follow up pediatrico di utenti con disabilità complessa, o in centri/specialisti di riferimento per singoli problemi specifici [ortopedici, odontoiatrici, gastroenterologici, etc];

  • la competenza pediatrica e sanitaria di base;

  • la costruzione di reti assistenziali nel sistema sociale dove vive il bambino.

Questa iniziativa ha avuto un grande successo perché per la prima volta ha visto assieme tutte le figure professionali coinvolte nell’assistenza di queste condizioni, le associazioni dei genitori e le istituzioni [regioni, ministero salute] che hanno preso pubblicamente l’impegno di supportare le singole iniziative che nelle varie realtà regionali consentiranno la realizzazione del modello proposto. Da tale giornata è emersa inoltre, come priorità, la necessità di formazione sulle singole patologie con modalità innovative che saranno discusse e formalizzate per renderle omogenee in tutte le regioni italiane.


CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELLE MALATTIE GENETICHE O DISABILITÀ AD ELEVATA COMPLESSITÀ ASSISTENZIALE E LORO CONSEGUENZE

1. Rarità: Nelle malattie rare
La diagnosi è più difficile, e spesso tardiva, con necessità di centri di riferimento a livello inter-regionale o nazionale; l’assistenza è più difficoltosa, mancando spesso chiare indicazioni basate su protocolli di trattamento, su linee guida condivise o su esperienza clinica consolidata; la capacità di adattamento del paziente e della sua famiglia alla malattia è inferiore che in altre situazioni, data la difficoltà del malato di condividere la propria storia personale con quella di altri.

2. Eziologia genetica
Nei casi in cui il paziente è affetto da una malattia di natura genetica la famiglia è investita da ulteriori problemi quali il senso di “colpa riproduttiva”.

3. Cronicità
L’assenza di un trattamento efficace determina la cronicità della condizione. Talora sono possibili interventi medici o chirurgici in grado solo di modificare il sintomo principale, ma non eliminare la malattia.

4. Co-morbidità
Ossia molteplicità dei problemi medici o di possibili complicanze che implica la necessità di valutazioni e di interventi medici multispecialistici, e quindi la necessità di un loro coordinamento.

5. Disabilità di carattere fisico, cognitivo, motorio, o relazionale
La presenza di una disabilità cognitiva e/o fisica implica:

  • per il bambino una condizione esistenziale del tutto peculiare, e con una certa specificità per ogni singola malattia

  • per i genitori e la famiglia del bambino [es.: fratelli, nonni, parenti più vicini] l’acquisizione di conoscenze [con l’aiuto dei professionisti] per comprendere tutte le peculiarità mediche, psico-sociali ed esistenziale della malattia [empowerment]

  • per la rete assistenziale: la realizzazione di interventi di carattere psico-sociale, riabilitativo o palliativo [nei casi più gravi], continuativi nel tempo, vicini al luogo di residenza del bambino integrati con le risorse sociali [es.: associazioni di genitori, strutture educative, gruppi di volontariato per il tempo libero]. La presa in carico da parte delle strutture socio-sanitarie non può essere limitata alla presa in carico del bambino ma va estesa al nucleo familiare nel suo insieme

6. Trattamenti sintomatici necessari
Per contrastare le conseguenze di queste patologie, oltre a sperare nella ricerca, è necessario attuare quanto già noto nel modo migliore possibile, in modo appropriato e senza spreco di risorse.
Il trattamento globale comprende: i singoli interventi medici di diagnosi precoce e trattamento sintomatico per la co-morbidità presente; i trattamenti riabilitativi: le “attenzioni” psico-sociali indispensabili per un buon inserimento tra i coetanei e nella società, per attuare i diritti fondamentali della persona come diritto allo studio, al lavoro e alla migliore qualità di vita compatibile con la condizione di disabilità.


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