Terapia odontoiatrica del paziente in terapia anticoaugulare orale
di E. Raimondo e L. Montella
Il miglioramento delle conoscenze scientifiche, negli ultimi decenni,
ha determinato un sensibile aumento della vita media. Di pari passo,
il fenomeno della globalizzazione ha provocato, nelle società industrializzate,
radicali cambiamenti di costume che hanno portato
ad un imponente aumento delle relazioni interpersonali sia in ambito
professionale che privato. Per questi motivi appare ovvio che per
integrarsi in modo soddisfacente in una società complessa come la
nostra sia fondamentale apparire in modo gradevole sia a se stessi,
che agli altri. [Fig.1]
In campo sanitario tutti ciò si è tradotto nello sviluppo di discipline
che si occupano di trattare le malattie in modo risolutivo, osservando
però strategie di comportamento conservativo, ossia salvaguardando
il più possibile il mantenimento di una qualità della vita pressoché
invariata da parte del cittadino.
Nel trattamento delle malattie dell’apparato dento-masticatorio
quanto detto ha provocato l’avvento di ricerche e studi sempre più
specialistici, fino alla nascita d’una disciplina che, pur discostandosi
leggermente da quella medica, corre parallelamente ad essa: l’Odontoiatria.
In Italia, il corso di Laurea in Odontoiatria nasce nel 1980
come professione specialistica che si occupa “della diagnosi e del
trattamento dell’apparato odontostomatognatico”, ossia dei denti e
di tutto ciò che li circonda.
L’avvento di questa disciplina ha avuto di certo un esito negativo sul
livello di preparazione nella conoscenza delle patologie sistemiche
per lo specialista, tuttavia ha permesso un’evoluzione nel livello di
comprensione e di approccio ad alcune severe patologie della bocca,
come le parodontopatie.
Il parodonto [ o periodonzio, dal greco peri = intorno, odontos = dente],
è costituito da una serie di tessuti che insieme, ma in modo indipendente,
collaborano a legare i denti alle ossa e ad integrarli nella
struttura gengivale. [Fig.2] La malattia parodontale può coinvolgere
uno o più di questi tessuti e, se non diagnosticata e trattata in
tempo, può provocare la perdita dei denti.
Ovviamente tutto questo, se correlato a quanto detto precedentemente,
consente di trarre l’ovvia conclusione che la perdita dei denti
può peggiorare sensibilmente la qualità della vita e quindi a tutti
i costi va evitata.
Sebbene la letteratura internazionale sia estremamente ricca di articoli
e studi che si occupano di descrivere le tecniche diagnostiche
e terapeutiche per risolvere i problemi parodontali, ancora molto
confuso è il parere scientifico sulla effettiva distribuzione e incidenza
di questa patologia nella popolazione mondiale.
Prendendo in considerazione i dati rilevati da una delle più recenti
pubblicazioni sulla questione parodontale, che ha sancito la non
uniforme distribuzione di questo disturbo tra le varie razze, etnie o
gruppi socioeconomici, e analizzando la casistica delle parodontopatie
giunte alla nostra osservazione, risulta ragionevole ipotizzare
una larga diffusione di questi disturbi nella popolazione basso Tirreno
italiano. [Fig.3]
Da qui la decisione di trattare in una serie di articoli l’argomento delle
parodontopatie a partire dalla descrizione del parodonto stesso in
condizioni di salute.
Fig. 2 Parodonto Normale. | Fig. 3 Effetti distruttivi della malattia parodontale. |
PARODONTO NORMALE
Il parodonto, comprende tutti i tessuti che circondano il dente e che
contribuiscono a costituirne insieme, l’apparato di attacco.
Il dente, infatti è accolto in un loggia ossea chiamata alveolo, e si ancora
alle ossa mascellari tramite un sistema di fibre di attacco e di legamenti.
Il parodonto risulta didatticamente diviso in due settori, uno interno,
che affaccia sulla radice, definito parodonto profondo, l’altro
esterno. Quest’ultimo, chiamato parodonto di superficie e comunemente
definito gengiva, è il tessuto che ricopre la porzione esterna
dell’osso alveolare; procedendo dall’alto verso il basso è suddivisibile
in tre porzioni:
- Gengiva libera: di colore rosa corallo, è quella porzione di gengiva
che circonda il dente con il quale entra a contatto, e che negli spazi
interdentali forma la papilla. Ha una estensione di pochi millimetri
va dal margine libero, alla gengiva aderente.
- Gengiva aderente: ha un colore rosa corallo ed una consistenza
compatta. È difficile individuare il punto di passaggio tra G. libera
ed aderente; quest’ultima presenta piccole depressioni puntiformi
che le conferiscono il caratteristico aspetto a buccia d’arancia,
e che in profondità corrispondono a fasci di fibre che attraversano
tutto lo spessore della mucosa e che la ancorano all’osso per conferirle
la resistenza alle forze traumatiche che si generano durante
la masticazione.
- Mucosa alveolare: di colore più scuro, si trova al di sotto della gengiva
aderente, non aderisce tenacemente alle ossa sottostanti,
quindi risulta più elastica, ed ha una funzione esclusivamente di
rivestimento. [Fig.4]
Fig. 4 La foto mostra il particolare del cambiamento di colore che esiste tra gengiva
aderente e mucosa alveolare. Le frecce evidenziano la linea muco-gengivale.
Fig. 5 La porzione superiore del parodonto profondo è costituita da un tessuto che
instaura rapporti di contatto con il dente in prossimità della linea di passaggio tra
smalto e cemento [linea amelo-cementizia]. A livello dello smalto, la gengiva si
accosta passivamente al dente con un effetto ventosa favorito dalla saliva; qualche
frazione di millimetro più in basso, alcune fibre attraversano la mucosa gengivale
in quasi tutto il suo spessore insinuandosi nelle porosità della cemento radicolare
[fibre di sharpey].
Fig. 6 Le fibre del legamento circondano tutta la superficie endo-ossea della radice
del dente, ancorandolo all’alveolo e scomponendo, e quindi ammortizzando, le forze
che si generano durante la masticazione in modo da prevenire traumi alle ossa.
La corretta scomposizione delle forze, determinata dalla presenza di un legamento
sano, pare abbia inoltre una qualche funzione nel mantenimento del corretto
spessore osseo; infatti la perdita del dente e delle relative fibre parodontali provocano
riassorbimento dell’osso.
G Attacco dento-gengivale
PL Legamento Parodontale
ABP Cortex Alveolaris
RC Cemento Radicolare
AP Osso alveolare
Fig. 7 Strutture Parodontali. |
Fig. 4 | Fig. 5 |
Fig. 6 | Fig. 7 |
Il parodonto profondo invece costituisce quella porzione di tessuto
che decorre dalla gengiva libera fino all’estremità apicale della radice
del dente; è costituito quindi da tutti gli annessi parodontali situati
lungo il versante interno della gengiva, che affaccia sulla superficie
radicolare del dente. [Fig.5]
- Epitelio sulculare: è il tessuto che si affaccia sul versante interno della
gengiva libera, si adagia passivamente al dente formando uno
spazio virtuale definito solco gengivale.
- Attacco dentogengivale: è la zona direttamente sottostante all’epitelio
sulculare che contrae rapporti diretti con la superficie radicolare
mediante fibre di ancoraggio, denominate dello sharpey. Può
essere considerata la porzione superiore del legamento parodontale
propriamente detto [Fig 6].
- Spazio del legamento propriamente detto costituito da:
- Cortex alveolaris: la struttura di osso alveolare che circonda perimetralmente
la o le radici del dente
- Legamento: le fibre decorrono con particolari orientamenti,
dalla cortex alla radice e viceversa.
- Cemento radicolare: costituisce la superficie dentaria, rispetto
alla corona la superficie della radice è più porosa per dare ancoraggio
alle fibre del legamento.
La maggiore porosità della superficie radicolare, necessaria per l’ancoraggio
delle fibre è una delle principali cause della particolare suscettibilità
all’invasione batterica di questo sito. [Fig 7]
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