IL LASER IN ODONTOIATRIA
di Elena Pozzani
Laser è l'acronimo inglese di Light
Amplification by Stimulated Emission
of Radiation, ovvero Amplificazione
di Luce tramite Emissione Stimolata di Radiazione.
Ogni elemento che li costituisce è dotato
della capacità di assorbire una determinata lunghezza
d’onda. Da quanto detto si comprende come ogni
lunghezza d’onda avrà un particolare effetto sul tessuto
trattato e come questo risponderà in modo diverso
alle diverse lunghezze d’onda. La lunghezza d’onda di
un laser dipende esclusivamente dalla sostanza attiva
utilizzata per la sua realizzazione.
I laser utilizzati in campo odontoiatrico sono costituiti
da un elemento attivo solido (Nd:YAG), liquido (coloranti
rodamina e fluorescina) o gassoso (CO2, He:Ne, He:Cd).
I laser più usati in odontoiatria sono:
1. KTP: solido, lunghezza d’onda pari a 532 nm, si
utilizza nello sbiancamento dentale, in parodontologia
ed in chirurgia muco-gengivale;
2. CO2: gassoso, lunghezza d’onda 9.600-10.600 nm,
si utilizza in chirurgia orale ed è indicato nelle pulpotomie
per l’alto potere emostatico;
3. Nd:YAG: solido, lunghezza d’onda pari a 1.064 nm,
viene utilizzato in parodontologia, endodonzia,
chirurgia muco-gengivale e chirurgia orale;
4. Er:YAG: solido, lunghezza d’onda pari a 2940 nm, è
il laser d’elezione per l’utilizzo sui tessuti duri
(smalto, osso), ma viene utilizzato anche in chirurgia
orale e sui tessuti molli, ha cioè il campo d’applicazione
più ampio;
5. DIODI: semiconduttore, lunghezza d’onda 810-
980 nm, viene utilizzato nello sbiancamento dentale,
in parodontologia, in chirurgia muco gengivale, in
endodonzia ed in chirurgia orale.
La tecnologia laser assistita in odontoiatria risulta particolarmente
utile affiancata od in sostituzione delle
tecniche tradizionali nel trattamento odontoiatrico
del bambino, nel trattamento odontoiatrico del paziente
non collaborante e nei soggetti esposti ad un aumentato
rischio di erosione dentaria. È fondamentale comprendere
che l’azione del laser sui tessuti dipende
dalla lunghezza d’onda e dai parametri impostati sulla
macchina, in base a ciò che si richiede in termini di
potenza e frequenza ed in base al modo di applicazione
del raggio sul tessuto si otterranno gli effetti biologici.
Il laser Erbium-Yag è quello che meglio si integra nel
corredo odontoiatrico: possiamo dire, in effetti, che
questo laser sia nato per l’odontoiatria. L’utilizzo del
laser Erbium-Yag in odontoiatria ha ricevuto l’approvazione
dell’ FDA nel 1997; si tratta di un laser a stato
solido, in cui il mezzo attivo è costituito da un cristallo
di ittrio-alluminio-granato drogato con erbio. La sua
lunghezza d’onda è di 2940 nm (spettro dell’ infrarosso),
che è altamente assorbita sia dall’acqua che dall’idrossiapatite.
Nel trattamento della carie dentaria, l’esplosione e
vaporizzazione delle particelle di H2O contenuta in
maggior quantità nello smalto e dentina cariati, preserva
i tessuti dentali sani. Lo smalto trattato con il laser ad
Erbio sarà più resistente all’attacco acido, quindi tale
trattamento dovrebbe essere d’elezioni in tutti i casi
di erosione dentale, cioè la perdita di smalto dopo la
demineralizzazione causata da un attacco acido che
cronicamente colpisce il cavo orale (Fig. 1-2-3).
Essendo il laser ad Erbio un “laser freddo” non vi è stimolazione
secondaria delle fibre algogene della polpa
dentaria e quindi l’utilizzo dell’anestesia può spesso
essere superfluo, a meno che il paziente non presenti
una soglia del dolore particolarmente bassa.
Anche l’endodonzia può avvalersi dell’ausilio del laser.
Punto fondamentale nella riuscita del trattamento endodontico
è rappresentato dalla decontaminazione del
canale radicolare primario e di quelli accessori. Una
buona strumentazione non raggiunge questi ultimi e
la decontaminazione è affidata agli irriganti. L’uso del
laser, che non deve prescindere assolutamente da una
corretta tecnica di preparazione e sagomatura dei canali,
può consentire il raggiungimento, attraverso il fenomeno
fisico dello scattering, delle aree non raggiungibili direttamente
dalla strumentazione.
L’uso del laser in parodontologia, oltre all’assistenza
nei trattamenti convenzionali, consente il trattamento
di tasche profonde a cielo chiuso. Vantaggi di tale trattamento
sono riscontrabili nella possibilità di asportare
le concrezioni per vaporizzazione operando contemporaneamente
una revisione dei tessuti molli ed una
disinfezione di alto grado dei tessuti periradicolari. In
particolare, grazie al suo potere battericida, riesce a
ridurre la quantità di flora batterica sub-gengivale e
decontamina le tasche parodontali; diventa quindi uno
strumento indispensabile non solo nel controllo della
progressione della malattia parodontale, ma anche in
preparazione agli interventi chirurgici per la decontaminazione
del campo operatorio.
In chirurgia orale il laser Erbium-YAG permette di
ottenere una diminuzione del dolore intra- e post-operatorio,
l’anestesia locale diventa spesso superflua ed è
sufficiente l’utilizzo di anestetico topico: il sanguinamento
è ben controllato anche in fase post-operatoria e la guarigione
avviene per seconda intenzione, scongiurando
quindi il rischio di retrazioni tissutali da cicatrizzazione.
L’uso del laser ad erbio sui tessuti molli trova indicazione
in tutti gli interventi di chirurgia orale. Essendo però
un “laser freddo”, i tagli non saranno accompagnati da
emostasi, i tessuti saranno dissecati per strati sottili
con estremo rispetto delle aree circostanti al punto di
applicazione. Tutto questo esiterà in un post-operatorio
con scarsa sintomatologia e caratterizzato da tempi
più ridotti rispetto ad analoghi interventi effettuati con
metodiche convenzionali. Va detto che i laser d’elezione
nel trattare i tessuti molli orale sono il laser a diodi, il
laser Neodimio-Yag ed il laser CO2: la loro selettività
per l’emoglobina li rende efficaci emostatici, rendendo
quindi superflua la sutura. Il fatto di non suturare risulta
particolarmente utile quando la velocità d’intervento
risulta essere un fattore di successo determinante come
nei bambini e nel paziente con scarsa collaborazione.
L’utilizzo nel laser in chirurgia orale è particolarmente
indicato nelle gengivectomie, nelle asportazioni di mucoceli
(Fig. 4, 5, 6, 7) e fibromi, nello scappucciamento
di elementi dentari inclusi (a livello osseo va usato solo il laser Erbium-yag), nelle frenulectomie e frenulotomie.
Inoltre l’uso del laser permette una cura tempestiva ed
efficace di herpes labiali e afte, migliorandone tempestivamente
la sintomatologia.
Anche l’ortodonzia si avvale dell’ausilio del laser ad
erbio sia per la preparazione della superficie di smalto
all’applicazione dei brackets, che per la chirurgia ortodontica
che spazia dalle frenulectomie allo scappucciamento
di elementi inclusi. La sua utilità è evidente
anche in ortodonzia, soprattutto se il paziente è scarsamente
collaborante per: applicare i brackets su denti
scarsamente erotti o trattenuti, come spesso avviene in
presenza di ipertrofia e iperplasia gengivale legata all’uso
di farmaci ed aggravata da una scarsa igiene orale,
trattare il tessuto gengivale che circonda i canini ritenuti,
asportare il tessuto rindondante che viene creato dalla
chiusura degli spazi interdentali, creare opercoli a livello dei secondi molari, rimuovere del tessuto ipertrofico
causato da scarsa igiene orale e per il trattamento delle
lesioni afose causate dai dispositivi ortodontici. Nel disabile
da trattare con un apparecchio ortodontico fisso,
in associazione con la classica mordenzatura (30 sec),
preparare lo smalto con il laser Er-Yag permette di aumentare
l’adesione dell’attacco alla superficie dentale.
Infine anche l’implantologia si avvale dell’assistenza
del laser ad erbio con funzioni che vanno dalla chirurgia
pre-implantare a quella perimplantare (fase del secondo
rientro) al trattamento delle complicanze e delle patologie
dei tessuti peri-implantari (mucositi, perimplantiti). La
mancanza di interazione tra la lunghezza d’onda di
2940 nm e la superficie implantare e il modestissimo
incremento termico provocato, permettono l’uso del laser ad erbio in prossimità dell’impianto consentendo
sia la decontaminazione che il trattamento dei tessuti
perimplantari con grande sicurezza.
D’obbligo in odontoiatria laser-assistita è l’utilizzo di
appositi occhiali di protezione; inoltre è d’obbligo che
sulla porta dell’ambulatorio dove si utilizza il laser
venga segnalato tale uso; possibilmente all’esterno dovrebbe
essere segnalato il momento dell’utilizzo del
laser mediante un spia luminosa con o senza segnale
acustico. Anche in odontoiatria laser assistita restano
validi i capisaldi dell’odontoiatria: corretto approccio,
utilizzo della diga di gomma e follow-up periodici per
prevenire eventuali recidive delle patologie trattate.
Il laser trova inoltre indicazione d’utilizzo nel trattamento
estetico dei tessuti periorali.
Riassumendo, notevoli sono i vantaggi in odontoiatria
laser-assistita: anestesia spesso non necessaria, sutura
spesso non necessaria, disinfezione del sito operatorio,
selettività d’azione, smalto più resistente ad un successivo
attacco acido.
Concludendo, l’utilizzo del laser, associato alle tecniche
tradizionali, permette di velocizzare i trattamenti odontoiatrici
e di renderli più efficaci, in particolare nel
paziente odontofobico, il quale può quindi affrontare
con serenità e relax l’ambiente odontoiatrico (Fig. 8).
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