CASE REPORT TRATTAMENTO INTEGRATO
RADIO-CHIRURGICO DI UNA NEOPLASIA PANCREATICA
INFILTRANTE LA VENA MESENTERICA SUPERIORE
Il ruolo della chirurgia nel trattamento del carcinoma
del pancreas, è sostanzialmente voltoall’exeresi
con intento radicale della neoplasia1.
Sebbene negli anni si sia raggiunto un considerevole
miglioramento delle tecniche chirurgiche ed anestesiologiche,
la percentuale di pazienti suscettibili di
trattamento chirurgico exeretico è contenuta (7-19%).
Percentuali di resecabilità più elevate sono state segnalate
dagli Autori che fanno ricorso, di principio o
di necessità, a resezioni vascolari (37-64%).
La prognosi del carcinoma pancreatico rimane infausta
ed i risultati in termini di sopravvivenza a distanza
appaiono estremamente modesti (sopravvivenza media:
12-20 mesi; a 5 anni: 5-13%). Una revisione condotta,
di recente, su circa 2398 casi sottoposti ad intervento
curativo ha mostrato che solamente 92 pazienti (3,8%)
erano vivi a 5 anni. D’altra parte altre esperienze
recenti evidenziano un sopravvivenza a 5 anni del 18-
25%. Fattori prognostici favorevoli sono: diametro
della neoplasia inferiore ai 2,5 cm, assenza di metastasi
linfonodali (documentabile solo nel 20-45% dei casi),
assenza di invasione microvascolare; alto grado di differenziazione,
diploidia. 2, 3
La scelta della radioterapia come trattamento adiuvante
nei pazienti affetti da neoplasie del pancreas resecabili
è motivata dal frequente interessamento secondario
dei linfonodi regionali o extraregionali e dall’elevata incidenza di recidiva locale dopo exeresi presuntivamente
radicale (dal 50 al 90%). In alcune esperienze il
trattamento è stato associato a radioterapia preoperatoria
o a chemioterapia intraoperatoria (infusione
di mitomicina nell’arteria epatica). Nella maggior parte
degli studi, di tipo retrospettivo, l’incidenza di complicanze
postoperatorie è risultata entro limiti accettabili
e si sono osservati un buon controllo locale della
malattia e una sopravvivenza mediana di 13-16 mesi.4,10
Nel caso illustrato dalle immagini la paziente, in seguito
alla comparsa di dolore addominale in sede mesogastrica,
associato ad ittero, senso di ripienezza postprandiale
e calo ponderale, aveva eseguito degli accertamenti
radiologici (ecografia, TAC addome e colangio-RMN)
ed endoscopici che avevano documentato la presenza
di una formazione solida omogenea, di circa 25 mm di
diametro, coinvolgente estesamente il coledoco ed il
dotto di Wirsung. Tale lesione non presentava un sicuro
piano di clivaggio rispetto alla vena mesenterica superiore,
immediatamente prima della confluenza spleno-
mesaraica (per circa un terzo della circonferenza),
ed all’arteria gastroduodenale. (Fig. 1)
La paziente è stata quindi sottoposta ad intervento
chirurgico di laparotomia esplorativa durante la quale
è stata confermata la stretta contiguità della lesione
con l’asse vascolare. In considerazione dell’assenza
delle metastasi epatiche e linfonodi (alcuni linfonodi erano stati inviati per esame istologico estemporaneo)
si decise di procedere ad un intervento chirurgico resettivo
che comprendesse non solo l’asportazione del
pancreas ma anche del vaso venoso infiltrato.
La paziente è stata sottoposta ad un secondo intervento
chirurgico di duodenocefalopancreasectomia totale
con preservazione della milza in blocco con la vena
mesenterica superiore retro pancreatica e conseguente
anastomosi vascolare diretta mesenterico-portale.
(Fig. 2-3-4-5).
A distanza di 3 anni dall’intervento la paziente risulta
libera da malattia ai controlli di follow-up eseguiti.
In conclusione, dai dati della letteratura e da questo
nostro caso esemplificativo, possiamo affermare che,
in casi selezionati, i pazienti con un tumore della testa
del pancreas con infiltrazione di un solo vaso mesenterico
(arterioso o venoso), possono ancora beneficiare
di un intervento resettivo, essendo i risultati in termini
di sopravvivenza equivalenti a quelli di pazienti senza
infiltrazione vascolare.
CASE REPoRT/Legenda figure |
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Fig.1 Sospetta infiltrazione vascolare della Vena Mesenterica Superiore all’esame TC Fig. 2 Sospetto di infiltrazione della Vena
Mesenterica Superiore (VMS). Si possono osservare la Vena Colica Media (VMC), la Vena Mesenterica Inferiore (VMI) e la Vena
Splenica (VS). Il pancreas è stato montato su fettuccia gialla. Fig. 3 Sospetto di infiltrazione della Vena Mesenterica Superiore
(VMS) indicato dalla freccia gialla. Si possono osservare la Vena Colica Media (VMC), la Vena Mesenterica Inferiore (VMI) e la
Vena Splenica (VS). La Vena Porta (VP) è stata montata su fettuccia celeste in alto a destra nella foto. Il pancreas è stato liberato
dalla VS, preservando la Milza, e ribaltato verso destra. Fig.4 Pezzo anatomico: duodeno cefalo pancreasectomia totale con
risparmio della milza a destra. Particolare del pezzo anatomico: viene evidenziata la parete della vena mesenterica superiore con
sospetto di infiltrazione asportata in blocco con il pancreas. Fig.5 Ricostruzione vascolare dopo intervento di
duodenocefalopancreasectomia con asportazione della vena mesenterica superiore (VMS). Si osserva l’anastomosi tra la Vena
Porta (VP), la Vena Splenica (VS), e la VMS. |
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