MTM n°10
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 3 - Numero 6 - nov/dic 2004
Speciale l'altra medicina - Libertà di movimento
 





Anno 3 - Numero 6
nov/dic 2004


Posturologia
Il metodo Feldenkrais

A.I.I.M.F.a cura dell’ A.I.I.M.F.
info@feldenkrais.it - www.Feldenkrais.it

È un metodo di apprendimento somatico attraverso la percezione e il movimento, che si colloca trasversalmente in campi diversi di attività: nel sistema educativo e sanitario, nel tempo libero, nell’arte, nello sport.



Per capire il Metodo Feldenkrais è necessario conoscerne la provenienza. La pratica del Metodo è strettamente legata alla cultura, alla conosenze ed al rispetto del sapere dell’oriente e dell’occidente del suo “costruttore”.

Moshe Feldenkrais, nato nel 1904 a Baranovitz in Bielorussia., emigra adolescente in Palestina.
Poi a Parigi studia Ingegneria meccanica ed elettrotecnica e consegue un dottorato in Fisica applicata alla Sorbona. Primo in Europa, nel 1936, ottiene la cintura nera, 2° dan [Judo]. Grazie ai suoi studi ed al suo interesse per le Arti marziali, l’anatomia, la neurofisiologia, la neuropsicologia, affina la sua arte fino ad abbandonare il lavoro [prima in Francia nella ricerca nucleare con Joliot-Curie, poi in Inghilterra al servizio del Ministero della Marina, infine in Israele come direttore del Dipartimento Elettronico delle Forze Armate], per dedicarsi definitivamente all’insegnamento ed alla formazione di insegnanti del suo metodo in Israele, in Europa, negli USA. Il suo primo volume Body and Mature Behaviour, raccolta di conferenze tenute alla British Association of Scientific Workers nel 1943/44, esce nel 1949. Muore in Israele nel 1984.
Tra i suoi amici ed allievi possiamo elencare David Ben Gurion,Margareth Mead, Peter Brook, Yehudi Menuhin,Leonard Bernstein, Moshe Dayan.
Il Metodo Feldenkrais® è un metodo di apprendimento somatico attraverso la percezione e il movimento, che si colloca trasversalmente in campi diversi di attività: nel sistema educativo e sanitario, nel tempo libero, nell’arte, nello sport. Con il Metodo Feldenkrais, attraverso opzioni diverse e alternative al nostro abituale modo di muoverci, l’allievo impara e scopre direttamente dal suo corpo una migliore modalità d’azione, che rende possibile una vasta gamma di funzioni. Stimolando l’autoconsapevolezza. Il Metodo permette la ripresa della crescita delle strutture nervose ed aumenta la nostra capacità di scegliere liberamente come agire e come essere.
Il Metodo offre la possibilità di imparare attraverso due tecniche: lezioni di gruppo e lezioni individuali.
La prima, Cam, Consapevolezza Attraverso il Movimento®, si dirige verbalmente agli allievi guidandoli a compiere precise sequenze motorie gentilmente esplorative, che, attraverso l’attenzione, l’ascolto del proprio corpo, consentono di trovare modi efficaci per organizzarsi sia nei movimenti più semplici che in quelli più complessi. Nella seconda, If, Integrazione Funzionale®, l’insegnante comunica con l’allievo dirigendone il movimento con tocco delicato, in armonia con le possibilità dell’individuo, suggerendo e facilitando nuovi percorsi di movimento funzionale e arricchendone l’autoimmagine.


Case report
della Dott.ssa Fernanda Grossi

Quando mi è stato chiesto di scrivere un articolo di 2000-3000 battute che descrivesse un caso clinico risolto con il Metodo Feldenkrais‚ [M.F.], ho risposto «Sì certamente, c’è solo l’imbarazzo della scelta!». Subito mi sono balenati nella testa decine di casi, come quello di C.G. con cefalea muscolo tensiva e disfunzione temporo-mandibolare, oppure quello di D.L. 12 anni con scoliosi idiopatica, oppure C.M. colpito da ictus e con emiparesi sinistra, oppure di M.D. con dorso curvo ed ernia in L4 L5, oppure di M.C. affetto da morbo di Parkinson, oppure di F.B. con artrosi ad entrambe le anche, oppure di D.E. danzatrice con lombosciatalgia, oppure… Man mano che questi pensieri affioravano alla mia mente, mi sono resa conto che quest’impresa sarebbe stata impossibile per due ragioni: una d’ordine pratico, ovvero 2000-3000 battute non mi sarebbero bastate per essere completamente esaustiva, ed una d’ordine concettuale e cioè che i trattamenti Feldenkrais non sono standardizzabili. Come ho ampiamente spiegato nel mio libro “Come sopravvivere davanti a un monitor” non è che nel M.F. si vada a caso: il punto è che le diagnosi mediche possono essere le stesse, ma gli schemi di movimento che gli individui adottano non sono mai uguali; il Feldenkrais non si occupa della malattia ma dell’individuo.
Il M.F. si occupa di come l’individuo interagisce col mondo circostante e quindi di come si muove, di come applica il movimento alle sue attività, di come un movimento non funzionale può causare danni; non si tratta semplicemente di “raddrizzare” una persona, l’Integrazione Funzionale“ non è un massaggio, Conoscersi Attraverso il Movimento“ non è una ginnastica dolce di stampo “new-age”, ma una “lezione di movimento” che lavora sullo schema globale del movimento.
Nel momento in cui un paziente si rivolge ad un practitioner Feldenkrais, per quest’ultimo inizia un delicato lavoro d’indagine che si basa sia su come il paziente descrive i suoi sintomi, sia sull’osservazione di come il paziente si muove nelle tre dimensioni dello spazio, sia nell’identificazione delle articolazioni che sono utilizzate troppo o troppo poco nello schema.
Il practitioner deve saper notare dove la funzione di sostegno dello scheletro non è conservata, se ci sono deviazioni dal piano tridimensionale in cui il movimento è svolto, come viene distribuito il peso durante il movimento, se il tono della catena muscolare interessata non è equamente distribuito, se il movimento ha la necessaria fluidità, se la traiettoria nello spazio e giusta, se il soggetto riesce a percepire le conseguenze del suo movimento, se i muscoli agonisti e antagonisti lavorano in maniera accoppiata, dove si localizzano i movimenti parassiti che disturbano lo schema, quali sono le stereotipie inconsce che disturbano il movimento, quale movimento appare sempre negli schemi anche se non gli appartiene, se c’è un riscontro tra la statica e la dinamica dell’individuo, come avviene la respirazione, ecc.
Mentre nota tutte queste cose, il practitioner deve aver già cominciato ad intervenire per rendere il paziente consapevole di quello che non si rende conto di fare, o meglio deve creare una situazione, inventare una strategia in cui l’individuo è in grado di percepire quello che sta facendo e quindi metterlo in grado di cambiare, rendendo ciò che non è adeguato il centro del lavoro.
Sicuramente qualcuno obbietterà che ci sono più di 1500 metodi d’approccio corporeo che si occupano di questo; certo questo è vero! Ma il M.F. è uno dei pochi metodi in grado di far rielaborare la propria auto-immagine, dialogando dall’interno con lo scheletro, con i muscoli, e soprattutto con il sistema nervoso; rendendo conscio ciò che è coatto e inconscio… Ed accorgendomi adesso che le 3000 battute non son bastate, vorrei terminare con una frase di Moshe Feldenkrais che esemplifica bene ciò che il metodo fa ed è: «Se sai quello che Fai puoi Fare quello che vuoi».


Come e dove praticare il metodo Feldenkrais
A Roma, zona San Giovanni
Lezioni di gruppo Conoscersi attraverso il movimento.
Lezioni individuali di integrazione funzionale® tenute da Nicoletta Corsetti Counselor
Insegnante del metodo Feldenkrais®, iscritta alla A.i.i.m.f.
presso Associazione Culturale Serendipità
Via di S. Quitino,8 [Metro Manzoni] Telefono: 06.7096041
www.acserendipita.it