Posturologia
Il metodo Feldenkrais
a
cura dell’ A.I.I.M.F.
info@feldenkrais.it
- www.Feldenkrais.it
È
un metodo di apprendimento somatico attraverso la percezione e il
movimento, che si colloca trasversalmente in campi diversi di attività:
nel sistema educativo e sanitario, nel tempo libero, nell’arte,
nello sport.
Per capire il Metodo Feldenkrais è necessario conoscerne
la provenienza. La pratica del Metodo è strettamente legata
alla cultura, alla conosenze ed al rispetto del sapere dell’oriente
e dell’occidente del suo “costruttore”.
Moshe Feldenkrais, nato nel 1904
a Baranovitz in Bielorussia., emigra adolescente in Palestina.
Poi a Parigi studia Ingegneria meccanica ed elettrotecnica e consegue
un dottorato in Fisica applicata alla Sorbona. Primo in Europa,
nel 1936, ottiene la cintura nera, 2° dan [Judo]. Grazie ai
suoi studi ed al suo interesse per le Arti marziali, l’anatomia,
la neurofisiologia, la neuropsicologia, affina la sua arte fino
ad abbandonare il lavoro [prima in Francia nella ricerca nucleare
con Joliot-Curie, poi in Inghilterra al servizio del Ministero della
Marina, infine in Israele come direttore del Dipartimento Elettronico
delle Forze Armate], per dedicarsi definitivamente all’insegnamento
ed alla formazione di insegnanti del suo metodo in Israele, in Europa,
negli USA. Il suo primo volume Body and Mature Behaviour, raccolta
di conferenze tenute alla British Association of Scientific Workers
nel 1943/44, esce nel 1949. Muore in Israele nel 1984.
Tra i suoi amici ed allievi possiamo elencare David Ben Gurion,Margareth
Mead, Peter Brook, Yehudi Menuhin,Leonard Bernstein, Moshe Dayan.
Il Metodo Feldenkrais® è un metodo di apprendimento somatico
attraverso la percezione e il movimento, che si colloca trasversalmente
in campi diversi di attività: nel sistema educativo e sanitario,
nel tempo libero, nell’arte, nello sport. Con il Metodo Feldenkrais,
attraverso opzioni diverse e alternative al nostro abituale modo
di muoverci, l’allievo impara e scopre direttamente dal suo
corpo una migliore modalità d’azione, che rende possibile
una vasta gamma di funzioni. Stimolando l’autoconsapevolezza.
Il Metodo permette la ripresa della crescita delle strutture nervose
ed aumenta la nostra capacità di scegliere liberamente come
agire e come essere.
Il Metodo offre la possibilità di imparare attraverso due
tecniche: lezioni di gruppo e lezioni individuali.
La prima, Cam, Consapevolezza Attraverso il Movimento®, si dirige
verbalmente agli allievi guidandoli a compiere precise sequenze
motorie gentilmente esplorative, che, attraverso l’attenzione,
l’ascolto del proprio corpo, consentono di trovare modi efficaci
per organizzarsi sia nei movimenti più semplici che in quelli
più complessi. Nella seconda, If, Integrazione Funzionale®,
l’insegnante comunica con l’allievo dirigendone il movimento
con tocco delicato, in armonia con le possibilità dell’individuo,
suggerendo e facilitando nuovi percorsi di movimento funzionale
e arricchendone l’autoimmagine.
Case
report
della Dott.ssa Fernanda Grossi
Quando mi è stato chiesto di scrivere un articolo di 2000-3000
battute che descrivesse un caso clinico risolto con il Metodo Feldenkrais‚
[M.F.], ho risposto «Sì certamente, c’è
solo l’imbarazzo della scelta!». Subito mi sono balenati
nella testa decine di casi, come quello di C.G. con cefalea muscolo
tensiva e disfunzione temporo-mandibolare, oppure quello di D.L.
12 anni con scoliosi idiopatica, oppure C.M. colpito da ictus e
con emiparesi sinistra, oppure di M.D. con dorso curvo ed ernia
in L4 L5, oppure di M.C. affetto da morbo di Parkinson, oppure di
F.B. con artrosi ad entrambe le anche, oppure di D.E. danzatrice
con lombosciatalgia, oppure… Man mano che questi pensieri
affioravano alla mia mente, mi sono resa conto che quest’impresa
sarebbe stata impossibile per due ragioni: una d’ordine pratico,
ovvero 2000-3000 battute non mi sarebbero bastate per essere completamente
esaustiva, ed una d’ordine concettuale e cioè che i
trattamenti Feldenkrais non sono standardizzabili. Come ho ampiamente
spiegato nel mio libro “Come sopravvivere davanti a un monitor”
non è che nel M.F. si vada a caso: il punto è che
le diagnosi mediche possono essere le stesse, ma gli schemi di movimento
che gli individui adottano non sono mai uguali; il Feldenkrais non
si occupa della malattia ma dell’individuo.
Il M.F. si occupa di come l’individuo interagisce col mondo
circostante e quindi di come si muove, di come applica il movimento
alle sue attività, di come un movimento non funzionale può
causare danni; non si tratta semplicemente di “raddrizzare”
una persona, l’Integrazione Funzionale“ non è
un massaggio, Conoscersi Attraverso il Movimento“ non è
una ginnastica dolce di stampo “new-age”, ma una “lezione
di movimento” che lavora sullo schema globale del movimento.
Nel momento in cui un paziente si rivolge ad un practitioner Feldenkrais,
per quest’ultimo inizia un delicato lavoro d’indagine
che si basa sia su come il paziente descrive i suoi sintomi, sia
sull’osservazione di come il paziente si muove nelle tre dimensioni
dello spazio, sia nell’identificazione delle articolazioni
che sono utilizzate troppo o troppo poco nello schema.
Il practitioner deve saper notare dove la funzione di sostegno dello
scheletro non è conservata, se ci sono deviazioni dal piano
tridimensionale in cui il movimento è svolto, come viene
distribuito il peso durante il movimento, se il tono della catena
muscolare interessata non è equamente distribuito, se il
movimento ha la necessaria fluidità, se la traiettoria nello
spazio e giusta, se il soggetto riesce a percepire le conseguenze
del suo movimento, se i muscoli agonisti e antagonisti lavorano
in maniera accoppiata, dove si localizzano i movimenti parassiti
che disturbano lo schema, quali sono le stereotipie inconsce che
disturbano il movimento, quale movimento appare sempre negli schemi
anche se non gli appartiene, se c’è un riscontro tra
la statica e la dinamica dell’individuo, come avviene la respirazione,
ecc.
Mentre nota tutte queste cose, il practitioner deve aver già
cominciato ad intervenire per rendere il paziente consapevole di
quello che non si rende conto di fare, o meglio deve creare una
situazione, inventare una strategia in cui l’individuo è
in grado di percepire quello che sta facendo e quindi metterlo in
grado di cambiare, rendendo ciò che non è adeguato
il centro del lavoro.
Sicuramente qualcuno obbietterà che ci sono più di
1500 metodi d’approccio corporeo che si occupano di questo;
certo questo è vero! Ma il M.F. è uno dei pochi metodi
in grado di far rielaborare la propria auto-immagine, dialogando
dall’interno con lo scheletro, con i muscoli, e soprattutto
con il sistema nervoso; rendendo conscio ciò che è
coatto e inconscio… Ed accorgendomi adesso che le 3000 battute
non son bastate, vorrei terminare con una frase di Moshe Feldenkrais
che esemplifica bene ciò che il metodo fa ed è: «Se
sai quello che Fai puoi Fare quello che vuoi».
Come
e dove praticare il metodo Feldenkrais
A Roma, zona San Giovanni
Lezioni di gruppo Conoscersi attraverso il movimento.
Lezioni individuali di integrazione funzionale® tenute da Nicoletta
Corsetti Counselor
Insegnante del metodo Feldenkrais®, iscritta alla A.i.i.m.f.
presso Associazione Culturale Serendipità
Via di S. Quitino,8 [Metro Manzoni] Telefono: 06.7096041
www.acserendipita.it
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