Il “Bupropione” per smettere di fumare
di Eugenio Raimondo
direttore@mtmweb.it

Inefficace come antidepressivo, combatte la voglia di fumare
“Zyban”: di cosa si tratta?

Il calo di consumo di sigarette fatto registrare con l’entrata in vigore della legge contro il fumo di tabacco nei locali pubblici e negli uffici, ha dimostrato la propensione di molti fumatori a smettere di fumare. Per altri, invece, risulta ancora molto difficile ed in loro soccorso giungono le ormai diffusissime terapie antifumo. La lista è lunga e va dalle terapie farmacologiche sostitutive del tabacco [cerotti a rilascio graduale di nicotina-nicorette] alle chewing gum, all’agopuntura ecc. Il medico generico è senz’altro un interlocutore privilegiato negli interventi di dissuefazione dal fumo di sigaretta abile nel ricordare al fumatore quali sono i gravi rischi del suo vizio.
Tra i farmaci disponibili, il cloridrato di bupropione [Zyban in commercio] ha dato molta efficacia quando è stato utilizzato da centri specializzati e all’interno di un programma di supporto alla motivazione per chi vuole smettere di fumare facendo ricorso ad incontri e colloqui frequenti. Da qualche tempo esso viene venduto su prescrizione del medico. Negli Stati Uniti è stato utilizzato per molti anni come antidepressivo. Dopo essersi rilevato poco efficace contro la depressione si è scoperto che la sostanza genera una diminuzione della voglia di fumare. I meccanismi d’azione non sono ben chiari, si sa che agisce a livello dei mediatori delle cellule cerebrali, quali la noradrenalina e la dopamina. Lo Zyban diminuisce il piacere dato dal gesto di fumare e i sintomi di astinenza dalla nicotina. Limita anche l’aumento di peso che generalmente consegue allo smettere di fumare. Nel febbraio 2004 è stato avviato uno studio multicentrico, randomizzato e in doppio cieco coinvolgendo 60 medici distribuiti in tre regioni italiane [Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia] e quasi 600 pazienti. Sono stati coinvolti fumatori di almeno 10 sigarette al giorno, maggiorenni, in buona salute, che hanno firmato il modulo di consenso. Su tre pazienti visti dal medico, due ricevono il farmaco attivo e uno il placebo, secondo una attribuzione casuale, in modo che né il medico né il paziente sappiano chi stà assumendo il farmaco e chi il placebo [doppio cieco]. Il trattamento viene assunto per sette settimane. Durante le visite sono rilevati l’astinenza o il numero delle sigarette fumate, la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, il peso e la concentrazione di monossido di carbonio espirato. Vengono inoltre registrati gli eventuali eventi avversi manifestatisi durante lo studio. L’efficacia del farmaco sarà giudicata in base a quanti pazienti non avranno fumato per quattro settimane [quelle comprese tra la quarta e la settima settimana di trattamento] e per il periodo compreso tra la data Stop e un anno dopo. Il risultato sarà reso pubblico intorno alla metà del 2006. Indipendentemente da questo studio ancora in atto si è visto che vi è una percentuale di successo di circa il 30 % sovrapponibile ai sistemi oggi conosciuti.