MTM n°14
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 5 - Numero 1 - gen/giu 2006
Medicina non convenzionale
 




Anno 5 Numero 1
gen/giu 2006

 

La dieta senza glutine condiziona pesantemente tutta la vita del paziente celiaco mentre l’Omeopatia ne ottimizza la gestione


Sempre più pazienti celiaci si rivolgono con fiducia all’omeopatia che può rappresentare un’arma vincente nella gestione della malattia



Il morbo celiaco: l’importanza di un approccio omeopatico
L’Omeopatia influisce positivamente sulle aspettative e la qualità di vita del soggetto celiaco.

intervista al Dr. F.V. Marino

Dr. Francesco V. Marino, MD, specialista in Ematologia.
Da 20 anni lavora a tempo pieno come omeopata ed agopuntore, discipline che insegna presso varie scuole italiane.
Consulente OMS per le MNC, Coodrinatore del Dipartimento Scientifico della FIAMO [Fed. It. Assoc. Medici Omeopati].

La Celiachia è una forma di intolleranza permanente al glutine, una proteina contenuta in vari cibi [frumento, farro, kamut, orzo, segale, ecc]. Ciò comporta l’esclusione rigorosa dalla dieta di alimenti ampiamente diffusi sulle nostre tavole [pane, pasta, biscotti, pizza].
Questa intolleranza è geneticamente determinata: il sistema immunitario, a livello intestinale, “non riconoscerebbe” il glutine e lo attaccherebbe, producendo così quantità abnormi di anticorpi che si rivolgerebbero contro la mucosa intestinale [autoanticorpi]. Nel soggetto predisposto ogni esposizione al glutine scatenerebbe una reazione infiammatoria di tipo autoimmunitario con distruzione della mucosa, fino alla totale scomparsa dei villi. Di conseguenza avremo una sintomatologia variabile in funzione della gravità e dell’estensione dell’insulto [vedi Tabella].
Della celiachia si conosce non solo la forma “pediatrica”, ben nota, ma anche una variante “adulta”, sempre più frequente e subdola perchè può passare inosservata per lunghi periodi. Di solito viene diagnosticata per esclusione. La gestione di una tale patologia comporta necessariamente, oltre ad una dieta rigorosa, notevoli difficoltà ed un grado di accettazione non facile da ottenere soprattutto dai pazienti più giovani. Immaginiamo un bambino di 2-3 anni che non può permettersi, a differenza della gran parte dei suoi coetanei, piccoli piaceri come un panino o una merendina..
bambino con sclerosi tuberosabambino con sclerosi tuberosaChe può fare la Medicina Omeopatica in una situazione del genere?
Sicuramente non è in grado di intervenire sulle cause ereditarie della patologia, così come non sarebbe saggio interrompere la dieta senza glutine, pena gravi ricadute. Tuttavia è risaputo che la qualità di vita dei pazienti, nonostante le restrizioni dietetiche ed i grandi sacrifici richiesti, sia molto spesso scadente con possibili ripercussioni sulla sfera psico-emotiva. Ebbene l’Omeopatia, in un quadro simile, può svolgere un ruolo fondamentale nello stimolare la “reattività” dell’organismo e nel rafforzare le difese dell’ospite; in altri termini agirebbe su quei fattori “interni” [neuroendocrini, immunitari, costituzionali, etc] il cui deficit permetterebbe ad eventuali fattori patogeni esterni di attecchire.
In Omeopatia esistono tantissimi rimedi in grado di curare una sintomatologia come quella descritta. Tuttavia affinché la prescrizione abbia successo è fondamentale che il medico omeopata non si limiti a curare il “sintomo” ma che, al contrario, sia in grado di comprendere il paziente nella sua unicità e globalità psicofisica. In effetti quanto più mirata e corretta risulta la prescrizione [simillimum] tanto più potente risulterà la sua azione: dal piano puramente locale i benefici si estenderanno verso piani sempre più profondi fino a coinvolgere l’assetto neuroendocrino e mentale. In ultima analisi tutta la gestione della malattia ne verrebbe positivamente influenzata.
Negli ultimi anni sempre più pazienti celiaci si rivolgono con fiducia all’Omeopatia. Nella mia personale casistica ho potuto verificare come la sola dieta non sia sufficiente a modificare aspettative e “Qualità di Vita” dei pazienti. Ricordo il caso di una bambina libica di 6 anni, Salsabil, che a seguito del ricovero presso il Policlinico Umberto I di Roma, ove fu posta la diagnosi, sviluppò un vero e proprio disturbo del comportamento tale da condizionarne l’intera esistenza. La bambina in occasione del ricovero si sentì come “strappata” alla sua casa e all’affetto dei suoi cari. Ne rimase terrorizzata e da quel momento in poi sviluppò una reazione caratterizzata da paura e sospetto verso tutto ciò che non conosceva. Ad esempio ogniqualvolta i genitori le presentavano un cibo “diverso”, Salsabil, per paura di sentirsi male e di essere quindi di nuovo ricoverata, si provocava da sola il vomito, per cui alla fine mangiava sempre e solo gli stessi cibi. Analogamente tendeva ad evitare i contatti con gli estranei, smise di giocare con i suoi coetanei. Persino il rapporto coi fratellini ne risentì. Come si può notare dalla foto [prima] il suo sguardo denunciava lo spirito di terrore e di sospetto che albergavano in lei. Nonostante la dieta e le attenzioni dei genitori la bambina presentava una crescita difficoltosa, si ammalava con facilità e, proprio in occasione di quelle recidive, finiva col perdere tutti i benefici della dieta senza glutine.
L’individuazione del suo Simillimum [China Officinalis] permise di risolvere brillantemente la sintomatologia digestiva, di far ripartire il processo di crescita e di modificare radicalmente il suo atteggiamento guardingo verso l’esterno [foto “dopo”]. A tutt’oggi Salsabil, pur osservando sempre la dieta per celiaci, è una ragazza come tante altre.
Concludendo: l’Omeopatia, se sapientemente integrata con la dieta senza glutine, può rappresentare un’ arma vincente nella gestione di una malattia come la celiachia e ridare quella speranza che fino a quel momento sembrava perduta.


CELIACHIA: QUADRI CLINICI


Forma “tipica”
Diarrea cronica o stipsi ostinata. Malassorbimento, arresto della crescita, facilità ad infezioni. Turbe dell’umore e dell’appetito.

Forma “atipica”
Anemia sideropenica. Osteopenia, osteoporosi, osteomalacia. Alterazione dello smalto dentario. Steatosi epatica.

Forma “Silente”
positivi i tests anticorpali, alterazione della mucosa in assenza di altri sintomi

Forma “latente”
positivi i tests anticorpali in presenza di mucosa normale

Complicanze
Malattie autoimmuni [connettiviti, vasculiti, uveite]; polineuropatie; miocardiopatia dilatativa; aumento delle neoplasie maligne [linfoma del tenue].

Malattie concomitanti
Ipotiroidismo/distiroidismo; intolleranza al lattosio; diabete insulino-dipendente;
osteopenia; emicranie; astenia; artriti sine materia; dermatiti [erpetiforme, eczemi, psoriasi …]; vitiligine, anemia sideropenica.


Per saperne di più

Una malattia rara e sociale
CELIACHIA [o “malattia celiaca”].
È la forma di intolleranza alimentare più diffusa. Basti pensare che, mentre negli USA la frequenza è pari a 1: 2.000, in Italia ne è affetto 1 soggetto ogni 100-150. In teoria, quindi, i celiaci italiani dovrebbero aggirarsi attorno alle 400-500 mila unità anche se, di fatto, ne sono stati ufficialmente riconosciuti “solo” 50.000 circa. Tuttavia ogni anno verrebbero diagnosticati almeno 5000 nuovi casi e si calcola che ogni anno nascano almeno 2.800 nuovi celiaci, con un incremento annuo del 9%.

DIAGNOSI
Spesso difficile nei primi 3 anni di vita, con possibilità di errori [falsi negativi] nel 30% dei casi. Si basa sulla ricerca degli anticorpi specifici [anti-tTG:anti-transglutaminasi; AGA: anti-gliadina; EMA: anti-endomisio] e, naturalmente, sulla biopsia intestinale

MALATTIA “RARA “ E ”SOCIALE”.
Grazie al Decreto Veronesi [giugno 2001] la celiachia è stata annoverata tra le cosiddette “malattie rare”. Tuttavia, in virtù della sua ampia diffusione sul territorio nazionale, è stata di recente riconosciuta come “malattia sociale” [Legge n 123 del 4-7-2005]. Ciò significa un’ adeguata regolamentazione nella produzione, etichettatura ed erogazione di prodotti alimentari a livello dela catena alimentare [negozi, industrie, mense, etc.].


Il Libro

Di tutto e di più su questo argomento in una raccolta di brevi saggi con il coordinamento scientifico di Francesco V. Marino

OMEOPATIA E CELIACHIA
UN COTRIBUTO ALLA GUARIGIONE

[Atti del V Congresso Nazionale FIAMO; Roma, 10-12 Ottobre 2003].