«NEOPLASIA
SANITARIA LOCALE»
di Eugenio Raimondo
direttore@mtmweb.it
Dove vado? Mi hanno scoperto un tumore.Non
so a chi affidarmi. Dottore mi aiuti lei. Mi auguro
che questa domanda non ti capiti mai di
dover fare, perché, in tal caso, il tumore peggiore
che dovresti affrontare è la Neoplasia Sanitaria
Locale. Si è proprio così. Allora sei nel
panico, e ti rivolgi al tuo medico di famiglia,
che procede per conoscenze. Quello più preparato
e attento, che nella vita professionale
si è dedicato ai rapporti interpersonali ed ha
frequentato Congressi, può informarti di un
buon Centro di riferimento. Altri ti inviano all’Ospedale
più vicino, per un primo studio del
caso. Altri, più informatizzati, si collegano in
internet per la ricerca di esperti a livello nazionale
che sappiano aggredire meglio il tuo
tumore. Già, aggredire meglio. Perché del resto
non gli frega niente a nessuno. «Poverino,
sai ha un tumore». Non interessa a nessuno
che tu il giorno prima cenavi serenamente
con la tua famiglia, accarezzavi il tuo micio,
sognavi il futuro di tuo figlio, festeggiavi il
compleanno di un amico, e che oggi, improvvisamente,
come un fulmine a ciel sereno
ti è cambiata la vita. Curare un animale e
curare un uomo a questo punto diventa la
stessa cosa. Il medico rispetto ad un veterinario
non farebbe la differenza.
L’obiettivo è per entrambi debellare. Per un
uomo dovrebbe essere diverso, curare il malato
mentre si debella la malattia. Intanto occupiamoci
della diagnosi, della escissione,
della chemioterapia, per i sentimentalismi
non abbiamo tempo ora. «Vediamo! C’è un
Centro che cura questo tipo di tumore a Milano
». «Come funziona dottore per accedere
ad una visita?» «Sà, considerata la gravità del
suo problema, per non perdere tempo, le conviene
fissare un appuntamento con il Primario
privatamente a Villa Francesca. Dopo vedrà
che le troverà sicuramente un posto letto».
Cosa fai, non parti? Certo, sei costretto. «Dottore
mi può procurare il telefono?» Inizia così
il tuo calvario. Ti senti per la prima volta veramente
solo, a confrontarti con un mondo
che finora non ti è appartenuto. Il ciclo di chemioterapia
cancellerà i tuoi ricordi, i pensieri
più belli, trasformerà il tuo corpo, oscurerà
il tuo sorriso, ma nessuno te lo dice, nessuno
ti informa che qualcosa in te cambierà. Nessuno
al tuo risveglio dall’intervento ti terrà la
mano, nessuno la sera al tuo capezzale ti leggerà
un libro. L’indomani, un altro giorno, forse
l’ultimo. Intanto gli ultimi risparmi sono
spesi in viaggi e alberghi per i cari che ti vogliono
assistere. Mi chiedo? Ma perché un paziente
malato di cancro che vive nel sud deve
andarsi a curare a Milano? Possibile che andiamo
nello spazio e non riusciamo a costruire
Centri specializzati nel meridione. Ciò
evidentemente non interessa ai nostri amministratori
locali, i quali, nel caso di bisogno
di cure, si rivolgono alle Cliniche private e dai
migliori clinici, e magari non pagano. Negli
Ospedali del luogo mettono i medici raccomandati,
che portano voti. Ogni volta che
qualche Manager della sanità audace ha voluto
creare consulenze specialistiche provenienti
da Centri d’avanguardia, per la formazione
dei medici del luogo, vi è stata una reazione
politica negativa perché la consulenza
è spreco di denaro. Lasciamo che la povera
gente allora vada all’avventura? E poi cosa
scopriamo: che con i soldi pubblici si costruiscono
Cliniche private convenzionate
con la Regione. E chi le costruisce? Amministratori
pubblici, naturalmente, magari intestando
la struttura a Società le cui azioni maggioritarie
sono della moglie, che ha un cognome
diverso. Piaga pietosa, le Cliniche private.
Una buona parte di loro costruiscono
fruttuosi DRG[sono i codici del risultato che si
matura dalla combinazione tra la diagnosi
principale di ammissione del paziente con la
procedura terapeutica attuata] per farsi rimborsare
le prestazioni con i nostri soldi, che
paghiamo con le tasse. Milioni di euro se ne
vanno per molti semplici atti terapeutici che
possono essere eseguiti in ambulatorio. L’estrazione
di un dente del giudizio incluso oppure
l’asportazione di una cisti radicolare, per
esempio, se eseguite con un buona combinazione
che frutta un buon codice DRG, producono
un rimborso regionale anche di tremila
euro. Il paziente naturalmente non paga
nulla, ma si deve fare tre giorni di ricovero a
nostre spese per una prestazione che la ASL
può fare eseguire in un suo ambulatorio, assumendo
un odontoiatra esperto con il compenso
mensile pari al costo del rimborso di
una sola prestazione eseguita in clinica, cioè
tremila euro, effettuandone trenta in un mese.
I reparti di chirurgia degli Ospedali pubblici
sono vuoti e le appendicectomie e colecistectomie
si eseguono in clinica perché, per dire
dei pazienti, l’accoglienza è diversa, il vitto è
migliore, l’ambiente è più pulito. Tu, mio caro
amico, sei tornato a casa. Hai superato il primo
grande scoglio. Ora devi fare una TAC di controllo,
vai in Ospedale a prenotarla. I tempi di
attesa sono lunghi. Il tuo calvario non è finito.
La TACsi è rotta non ci sono tecnici disponibili.
«Ma come, è l’ultimo modello, quello da mille
funzioni, ne hanno parlato i giornali, è stato
il vanto del Direttore Generale. È costata tantissimo.
Sì ma le tante funzioni nessuno ce le ha
spiegate e ora purtroppo si è rotta». C’è una Clinica
che ti aspetta, sono altre 500 euro. |