Autismo e nutrizione Tramontate le ipotesi genetiche, da qualche anno,
l’attenzione dei vari studiosi sull’Autismo e sulle Sindromi
Correlate, si sta concentrando sempre più sull’ambiente
ed in particolare sull’alimentazione
del Dott. Marcello Mandatori
Nello specifico si fa riferimento a due aspetti
nutrizionali, come le Reazioni avverse ai cibi
e la Chelazione di metalli tossici con l’integrazione
di sali minerali e vitamine. Per il primo,
uno dei maggiori esperti in materia il Professor
Paul Shattock dell’Università di Sunderland,
ha messo a punto il test urinario per
gli “oppiodi alimentari”, e le migliaia di prove
effettuate sembrano proprio dargli ragione, in
quanto nei pazienti autistici si ritrovano quasi
sempre uno o due di queste sostanze: la gluteomorfina
e la caseomorfina, che Lui ha così
denominate perché dotate di un attività simile
a quella della morfina stessa! Come si
formino dette sostanze negli autistici non si è
ancora in grado di stabilirlo con esattezza,
certo è che sospendendo in modo tassativo il
Grano ed il Latte con tutti i derivati, gli oppiodi
scompaiono dalle urine. Esclusa la celiachia
per il grano ed escluse le forme di allergia alimentare
IgE dipendente per il grano e per il
latte l’ultima ipotesi possibile rimane quella
dell’Intolleranza Alimentare. In effetti il problema
delle intolleranze alimentari è ancora
oggi del tutto sottovalutato e misconosciuto
da buona parte della classe medica o per meglio
dire in materia c’è molta confusione. Infatti
di solito si ritiene valido solo il principio
secondo il quale l’allergia è una reazione dipendente
da anticorpi IgE, quindi
altre risposte del nostro organismo
che non si manifestano
con anticorpi IgE non sarebbero
dovute al sistema immunitario.
Questo può dar luogo a molti
equivoci e a definizioni ambigue,
nonostante che da circa sei anni
proprio per far chiarezza su questi
argomenti che investono milioni di persone
la Società Statunitense di Allergologia ha
classificato in modo semplice le varie Reazioni
avverse ai cibi:
- Le allergie alimentari propriamente dette,
che si manifestano con una reazione immediata
o quasi al cibo ingerito: ad es. l’orticaria che viene dopo aver mangiato le fragole
così come l’angioedema.
- Le pseudoallergie cioè i deficit enzimatici
come, ad es., la mancanza dell’enzima per
la digestione dello zucchero del latte che si
manifesta nei neonati o per la digestione dei
legumi, il favismo.
- Le ipersensibilità, cioè le reazioni ad aminoacidi
presenti in certi alimenti [es. vino
rosso, cioccolato,formaggi fermentati,tonno
in scatola ecc.] che fanno rilasciare istamina.
- Le reazioni tossiche agli alimenti, ossia avvelenamenti
da funghi o cibi avariati, botulismo.
- Le intolleranze alimentari, casi in cui eliminando
completamente un cibo dall’alimentazione
quotidiana,si verifica la scomparsa
del sintomo o della malattia.
Queste definizioni evidenziano le diverse caratteristiche
delle reazioni avverse agli alimenti,
forse può sembrare elementare la quinta definizione sulle intolleranze alimentari,
in effetti già sarebbe sufficiente se
si capisse ed accettasse che, eliminando per
un periodo di tempo dall’alimentazione
quotidiana uno specifico alimento si può ottenere
la scomparsa di determinati sintomi,
la guarigione di determinate malattie. Se valutiamo
i sintomi e le malattie che sono collegate
al fenomeno delle Intolleranze Alimentari
si capisce come sia importante verificarne
la presenza ed eliminarle in modo
corretto. Quindi si può parlare di allergie alimentari
solo quando ritroviamo nel sangue
un eccesso di immunoglobuline E, si parla
di intolleranze alimentari, invece, quando
non vi è la produzione di anticorpi IgE. Per
comprendere appieno il fenomeno delle intolleranze
alimentari dobbiamo tener presente
alcune caratteristiche fondamentali
che sono utili per la diagnosi e per la terapia:
-le Intolleranze Alimentari sono una reazione
cronica ad alimenti assunti frequentemente
[grano, latte, pomodoro, olivo,
caffè ecc.];- il disturbo che provocano non è
in relazione diretta all’assunzione ma può
avvenire a distanza di tempo, anche fino a 72
ore dopo; -si possono manifestare con sintomi
e malattie a carico di qualsiasi organoapparato-
sistema; - il fenomeno si può accompagnare
a disturbi di assuefazione, dipendenza
e relativa astinenza in caso di sospensione;
- i sintomi non sono dose-dipendente
anche piccole quantità possono
mantenere l’intolleranza; - sono frequenti
cross reazioni tra alimenti della stessa famiglia
o gruppo biologico.
Per l’altro aspetto, si è rilevata con il mineralogramma,
la presenza di metalli tossici,
Mercurio e Alluminio, nell’87 % [!] dei casi
di Autismo, questi dati avvalorano l’ipotesi
che sono più cause concomitanti a causare
la sindrome.
Conoscere ed utilizzare le giuste vitamine e
minerali in grado di “chelare” questi metalli
è l’obiettivo del moderno nutrizionista, che
se considera le intolleranze alimentari, i fenomeni
di disbiosi e gli studi della biochimica
alimentare, può essere in grado di attuare
un’alimentazione non solo preventiva
ma anche curativa di molte patologie: la Nutrizione
Olistica.
MINERALOGRAMMA
È un test d’indagine che misura i minerali presenti nelle cellule dell’organismo, messo a punto negli Stati Uniti
[anni 70], la metodica si avvale di apparecchiature complesse come spettrofotometri ad induzione plasmatica
che analizzano campionature di capelli, prelevati nella zona posteriore del capo. In questo modo si effettua una
vera e propria “ biopsia cellulare”, e si è quindi in grado di determinare il livello di alcuni importanti sali minerali:
Calcio, Magnesio, Sodio, Potassio, Ferro, Rame, Manganese, Zinco, Cromo, Selenio, Fosforo, una determinazione
ben più importante dei singoli sali dell’analisi effettuata sul sangue con gli elettroliti serici, infatti il nostro organismo
“ tenta ” di mantenere un certo equilibrio nel sangue, ma non sappiamo poi a livello cellulare, di deposito,
quanto effettivamente ne siano presenti. Un esempio può essere fatto sull’osteoporosi, le indagini diagnostiche
si basano sulla densitometria ossea, che valuta la presenza di calcio a livello osseo ma nulla ci dice della
sua presenza all’interno dell’organismo, con il mineralogramma invece valutiamo l’effettiva presenza di calcio nell’organismo
e spesso lo ritroviamo ben oltre i livelli normali, anche 5-8 volte in più. Questo calcio in eccesso si
deposita a livello muscolare ed articolare provocando dolori diffusi, insonnia, facile stancabilità; quello che effettivamente
si verifica nell’osteoporosi è una carenza di magnesio, fosforo e rame, tutti sali minerali fondamentali
per il trofismo osseo. Inoltre questo test è in grado di determinare la presenza dei metalli tossici: Alluminio, Arsenico,
Cadmio, Mercurio e Piombo, tutte sostanze sovente dichiarate “ubiquitarie ”, perché presenti ormai nell’ambiente
quotidiano ultra inquinato e possono dar luogo, se trattenute nell’organismo, a disturbi come: iperattività
nei bambini [piombo], ulcera gastrica e colite [alluminio], artropatie [cadmio-mercurio], dermatiti [mercurio-
nichel], morbo di Alzheimer [alluminio], Autismo e Sindromi Correlate [mercurio-alluminio]. Proprio per l’importanza
dei metalli tossici nelle patologie il mineralogramma è stato ufficialmente riconosciuto valido dall’EPA,
l’Ente di Prevenzione Ambientale Statunitense.
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