Nuovo Regina Margherita La prima struttura per trattamenti intensivi nel Lazio
di Laura Bastianetto e Francesco Faber
Il cervello è la parte più delicata e sconosciuta
del nostro organismo. Oltre alle specialità
della neuropsichiatria, anche la cura dei disturbi
psichiatrici che non necessitano necessariamente
di una cura basata su farmaci
che agiscano in maniera diretta sul sistema
neurologico, meritano la giusta attenzione
da parte della sanità pubblica. Proprio
per incentivare e stabilizzare l’aiuto in caso
di patologie legate a disturbi della psiche, un
ospedale romano ha deciso di investire in un
nuovo settore di assistenza. Proseguendo la
trasformazione in Presidio territoriale di
prossimità dell’Ospedale Nuovo Regina Margherita
di Roma e il piano di riconversione,
avviato il 1 novembre del 2007, arriva sia un
nuovo look per l’ospedale trasteverino, che
diventerà un vero e proprio presidio sanitario
di altissima specialità al servizio dei cittadini
del territorio, sia un nuovo modo di assistere
le persone. Oltre alle attività ambulatoriali
specialistiche e diagnostiche [quelle
attuali resteranno tutte e saranno addirittura
potenziate] sono già attivi anche il Day
Surgery e il Day Hospital.
Il 17 marzo scorso si è fatto un passo avanti.
Alla presenza dell’assessore regionale alla sanità
Augusto Battaglia e dei massimi dirigenti
della Asl Roma A è stata inaugurata la
Comunità residenziale psichiatrica per trattamenti
intensivi “Ripa Grande”. Il Nuovo Regina
Margherita è dunque la prima struttura
per trattamenti intensivi nel Lazio, attivo
24 ore su 24 e dotato di 13 posti letto. Il presidio
sanitario permette, su base volontaria,
il ricovero di pazienti in fase acuta o sub acuta
sia come momento successivo ad un periodo
di ospedalizzazione, per favorire la cosiddetta
dimissione protetta del paziente, sia
in alternativa al ricovero presso il servizio
psichiatrico. La permanenza nella struttura ospedaliera per ogni paziente può durare fino
a 60 giorni ed è possibile programmare
insieme ai familiari, alle strutture sanitarie
del territorio, ai servizi-assistenziali, gli interventi
da attuare per la gestione più appropriata
di ogni singolo caso senza ricorrere
a trattamenti psichiatrici intensivi. Uno
psicologo, quattro psichiatri e dieci infermieri
assistono i pazienti in questo tipo di
gestione del malato.
«Abbiamo dimostrato che il sistema sanitario
sta cambiando», ha affermato l’assessore
alla Sanità della Regione Lazio, Augusto
Battaglia, «ed è più attento a dare risposte ai
bisogni della salute che cambia.
Roma e tutto il Paese devono
avere sempre più servizi che
guardino alla cronicità e alla
prevenzione». Per il direttore generale
della Asl Roma A, Carlo Saponetti,
«questa comunità era
l’anello che mancava nella Roma
A e nella Regione ma c’è ancora
da fare. Ad oggi», ha concluso, «rispondiamo
solo al 50% della domanda.
Vogliamo che anche la parte di persone
che non possono essere assistite siano
raggiungibili al più presto, in modo che non
ci siano più sacche di cittadini che rimangono
senza la giusta assistenza». Il nuovo look
della struttura, tra arredamenti e ristrutturazioni,
è costato circa un milione e 200mila euro,
somma stanziata in parte dalla Regione
Lazio e in parte con gli stessi fondi della Asl.
Di concerto con il Comune di Roma, chi avrà
bisogno delle cure necessarie, avrà modo di
aderire volontariamente alla comunità di assistenza,
facendo uso anche di uno sportello
sociale approntato dal Campidoglio.
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