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Alessandra Malito
Nicoletta Alborino
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Il Vittoriano, testimonianza
di un’epoca
di Nicoletta Alborino e Alessandra Malito
Finalmente rivalutato il
simbolo di un’epoca. I romani cambiano idea sul monumento che negli
anni è stato al centro di tantissime polemiche e proteste.
“Patriae unitati” “civium
libertati” “All’unità della Patria” “Alla
libertà dei cittadini”.
Si racchiude in queste due iscrizioni dei propilei il tema centrale di
tutto il monumento.
Il Vittoriano ha suscitato infinite polemiche e sentimenti
contrastanti: un fastidio per i romani, bellezza da fotografare per gli
stranieri!
Con le sue decorazioni, le sue sculture, il bianco splendore dell’Altare
della Patria, la sua maestosità, è l’espressione della
società che lo progettò volendo esaltare l’unione
tra gli italiani e lo Stato retto da Vittorio Emanuele II.
Bistrattato e incompreso per anni, il Vittoriano, quando ormai anche i
critici d’arte più impietosi lo hanno riabilitato, torna
a celebrare la festa della Repubblica. È infatti dal 2 giugno che
romani e turisti possono circolare liberamente all’interno e all’esterno
del monumento, affacciarsi da tutte le sue terrazze, ammirare i cimeli
di tre musei: il museo del Risorgimento, in funzione dall’anno scorso,
e quelli militari delle bandiere e del Milite Ignoto, aperti quest’anno.
Nessuno pensa più ad abbatterlo, ma al contrario, l’impegno
è quello di continuare il processo di riscoperta di nuove ricchezze
da visitare, come i suoi sotterranei.
Fu l’architetto G. Sacconi, ad avviare i lavori
del monumento a Vittorio Emanuele II nel 1883.
La scelta dell’area a ridosso del Campidoglio, per la sua costruzione
comportò la demolizione di parte del Colle Capitolino.
Altri palazzi furono smontati e ricostruiti altrove, mentre abitazioni
private furono arbitrariamente distrutte tra cui la casa dove abitò
Michelangelo.
Il monumento, simbolo dell’Italia, è dotato, alla testata
della scalea, di gruppi di sculture bronzee raffiguranti il “Pensiero”
e l’“Azione”, sui lati esterni, di due grandi fontane
raffiguranti il Tirreno e l’Adriatico, e al sommo della scalea è
ornato da una grande statua, personificazione di Roma a significare come
negli ideali del Risorgimento non si potesse immaginare l’Italia
unita senza Roma capitale. Infine il portico, con una fronte concava di
sedici colonne e raffigurazioni delle “Scienze” alternate
a trofei di guerra, gode di uno dei più suggestivi panorami della
capitale proprio perché il Vittoriano sorge nel cuore di Roma.
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