MTM n°23
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 8 - Numero 2 - mag/set 2009
Editoriale
 


Dott. Eugenio Raimondo
Il Dott. Eugenio Raimondo
Direttore scientifico e responsabile editoriale.


Anno 8 - Numero 2
mag/set 2009

 




Mondo di improvvisatori. Maestro dove sei?
di Eugenio Raimondo

direttore@mtmweb.it

Ci si improvvisa. Nel lavoro, nell’amicizia, nel rapporto con gli altri, nell’amore.
Questo mondo che nulla ci consegna gratuitamente ma che pretende, con regole ben precise, che tu ne carpisca i suoi segreti, la sua armonia, il suo linguaggio. Ci si improvvisa pretendendo che gli altri si accorgano di te e credendo che la bellezza, l’avvenenza, la ricchezza siano elementi determinanti per assicurarsi il successo. Ci si improvvisa perché nessuno te lo impedisce, nessuno ti rimprovera, ti insegna a comprendere le cose, e ti prende per mano per consegnarti le sue conquiste. Allora pensi di esercitare l’arte come meglio puoi.
È un mondo di chiacchiere e non di dedizione e sacrifici. È un mondo in cui siamo strumento e l’ignoranza è la ricchezza di chi manipola, in cui non vi è pensiero se non finalizzato alla mercificazione e all’utile. Si sogna poco per costruire un domani, si progetta per scadenze immediate. Ci si improvvisa anche inconsapevoli dei talenti che si hanno perché, se da solo non sei capace, nessuno ti aiuta a scoprirli. Tanta povertà, rinuncia, solitudine, applicazione, studio, conoscenza, nel passato dei grandi uomini di oggi.
Tanti ristoranti e pizzerie, donne, gite, viaggi, regali, risate sboccate, nel passato di quegli uomini che hanno vissuto alla giornata con il vantaggio di possedere il concreto subito. Ed ora che tutto hanno sciupato vorrebbero che il mondo si accorgesse di loro. Ci sono tre categorie di uomini: veri uomini, mezzi uomini e quà-quà-ra-quà. I primi sono quelli che perseguono valori indelebili come l’onestà, la fedeltà, la saggezza, la serietà degli intenti, la fermezza, l’incorruttibilità, la fierezza, la consapevolezza che per costruire il proprio futuro si devono avere delle idee e degli obiettivi rinunciando per essi anche ai bei momenti della vita. Non rincorrono l’agiatezza ma la concretizzazione dei loro sogni. Avranno bisogno di più tempo per cogliere i frutti e formeranno figli preparati in grado di essere i veri fautori della Società Modello. Poi ci sono i mezzi uomini che si trovano in un limbo nella voglia di perseguire sani progetti e la debolezza nel soccombere accettando occasioni allettanti che facilitano il percorso della vita.
Sono coloro che, conservando la consapevolezza del loro comportamento deviato, combattono a volte con i loro rimorsi. Sono scontenti, infelici, perché hanno tradito la loro coscienza. Ed allora si iscrivono al volontariato, partecipano ad eventi di beneficienza e con assiduita’ alle funzioni religiose per facilitare il loro riscatto morale. Sono loro che possono tradire un amico, abbandonare un figlio se di intralcio al loro percorso facitato. Cercheranno costantemente consensi nel giudizio popolare ma alla fine molti di loro sperpereranno i loro facili guadagni e cadranno in depressione. Per non parlare degli ultimi che barattano per i loro scopi la propria dignità di uomo.
Sono spietati ed incoscienti. Denigrati e derisi soccombono tra tradimenti e vigliaccherie, ma acuti osservatori sono consapevoli che se perseveranti nell’inganno coglieranno un buon risultato finale. Sono la buona parte dei dirigenti di oggi, coloro che ci governano, i lecchini di ieri. Sono spietati calcolatori, servili ignoranti, da cui mai trarrai vantaggi. Sono loro i vincenti di questa società, purtroppo. Sono quelli che creano dei piccoli mostri. Mostri che ti sparano per gioco e rimangono impuniti, mostri che ti violentano per fare qualcosa di diverso.
Maestro dove sei? Dove sei fuggito? Torna da noi con la tua saggezza, insegnaci a sperare, consegnaci il tuo esempio, inculcaci il senso delle cose, consegnaci l’arte e le tecniche per apprenderla sia nei mestieri che nei sentimenti e nei comportamenti. Non abbandonarci affinchè possiamo consegnare esempio e virtù ai nostri figli e evolvere verso la purezza per non consumare l’immediatezza.
Insegnaci a non trascurare i dettagli, per non riconsegnare un mondo grossolano. Dio creando le ali della farfalla ne ha dato la forma e i colori. Nella nostra lettura ci sono solo le ali. Abituiamo i nostri occhi a leggere nel sottile, non fermiamoci alle apparenze. Ciò ci porterà alla ricerca della bellezza, ad apprezzare l’armonia della forma. Così saremo eleganti non solo nel vestire ma anche nel movimento del nostro corpo.