MTM n°24
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 8 - Numero 3 - ott/dic 2009
Intervista
 


Serena Fumaria
Serena Fumaria
Modella e opinionista
Corrispondente da Milano. serenafumar.splinder.com


Anno 8 - Numero 3
ott/dic 2009

 

Mi piace l’esclusività del supporto rigido, a volte uso tavole antiche che preparo personalmente, con accorgimenti interessanti riscoperti dagli antichi Maestri




Intervista a Paul Pennisi
La pittura come terapia medica e la tecnica naturale
di Serena Fumaria

Paul PennisiINTERVISTO PAUL PENNISI nel suo studio di Milano.
Le pareti del suo loft sono impreziosite dalle sue “Icone profane”. Mi fermo a contemplarle, come in un sogno, perdendomi nei suoi paesaggi geometrici in cui la foglia d’oro zecchino e i colori si aprono in qualcosa di inspiegabilmente terapeutico. Sembra di fondersi con la sua pittura, in un’astrazione personale.
L’autore è un maestro d’arte e di vita e lo si capisce al primo sguardo. Un uomo di contenuti, gentile, con modi d’altri tempi.

Chi è Paul Pennisi?
Un pittore, che ha deciso fin da piccolo di essere pittore. Ho lasciato la famiglia siciliana di nobile estrazione, che per me aveva altri obiettivi. Ostacolavano il mio sogno e sono partito per Roma, all’avventura. Ho studiato architettura e mi sono occupato di design, ma continuavo a ricercare la mia arte. La proibizione di mio padre mi ha dato modo di capire quanto la pittura fosse radicata in me.
Solo così sono riuscito a tirare fuori tutto quello che avevo dentro.

Perchè la pittura Paul?
Perché è il modo per esprimere quello che ho nell’anima. Nasce dai sentimenti e attraverso essi trasmetto qualcosa agli altri. È “raccontare” con i colori.

La sua tecnica è storica e preziosa. Da cosa nasce?
Ho iniziato con gli acquerelli, perché erano consentiti dalla mia famiglia, in casa potevo utilizzare solo quelli. Poi ho iniziato a cimentarmi con i colori ad olio. Mi ero improvvisato grafico, avevo bisogno di esprimermi in qualche modo,”scaricando” colori e ormai solo chi si infervora può riuscirvi con successo. Poi nel tempo ho scoperto il mio metodo. Mi piace l’esclusività del supporto rigido, a volte uso tavole antiche che preparo personalmente, con accorgimenti interessanti riscoperti dagli antichi Maestri.

La sua tecnica si basa su metodi naturali. Come utilizza la natura e con quale spirito?
Lo spirito di ricerca è insita nell’uomo. Nei miei studi mi sono chiesto quali fossero le difficoltà che incontravano quotidianamente i pittori come Beato Angelico o Martini, nell’utilizzo della tecnica della tempera all’uovo. Utilizzavano la natura per dipingere, mescolando polveri di terre colorate con l’uovo. Allora non esistevano i colori pronti. Queste tecniche tutte naturali, sono rimaste ben conservate dai primordi ad oggi. Purtroppo non potevano avere a disposizione tavole grandi, ma oggi non sono difficili da recuperare da antiche panche o mobili.

Ritiene che ci sia qualcosa di terapeutico nella pittura?
Quando ho acquisito i segreti dall’antica tempera su tavola, utilizzando per i miei paesaggi una tecnica così preziosa ed antica fui subito affascinato nel dipingere con prodotti nella natura dalle terre, le pietre, l’oro, l’uovo... una esperienza che mi ha affascinato per la sua complessità. È una tecnica di pazienza e conoscenza. Non può essere utilizzata con la facilità delle tecniche moderne.
È un metodo che richiede riflessione e proprio da questa, nascono il legame con la natura, il pensiero, la musica, i miei sogni colorati.
Vi rimane dentro la mia riflessione, il mio pensiero, la mia ricerca e l’impegno verso il mondo. Credo che quando si ha modo di passare tanto tempo su un’opera, una parte di chi la crea rimanga dentro di essa e le persone che la guardano lo sentono.
Dicono che le mie opere siano terapeutiche.
Lo sono in primis per me.
La tecnica cromatica, l’uso del colore, rilassa o agita. È cosi che trasmetto il mio stato d’animo, con l’uso di minerali, gemme di lentischio, oro e tuorlo d’uovo, forme e colori e mettendo una parte della mia stessa anima e un po’ del mio pensiero in ogni mia opera.
Tutto questo lasciando i paesaggi privi di personaggi, per permettere al fruitore di vagarci libero, come una scena aperta insieme alla mia emozione. Il pittore fa inavvertitamente, terapia con il colore. Si cura e cura con l’espressione del colore.

Lei cura se stesso con la sua arte. Che rapporto ha con la medicina tradizionale?
Un vero artista dovrebbe ritrovare nell’arte la sua medicina. La meditazione, la concentrazione che si impiega per creare, è già medicina.
Permettere alla nostra mente di esprimersi liberamente.

Cosa pensa invece dei metodi naturali?
Mentre dipingo medito e ascolto buona musica, utilizzo aromi e incensi preziosi, così trovo il mio equilibrio. È meditazione pura.
Oltre questo utilizzo sempre tisane naturali, ma cerco di utilizzare il meno possibile medicinali.
La fitoterapia credo sia la parte più interessante della medicina naturale, perché non è invasiva, ma terapeutica. Inoltre e’ simile alla mia arte. Si basa sulla ricerca e cura con delicatezza.


Paul Pennisi nasce nel 1930 ad Acireale. Studia Architettura a Roma e lavora come visual designer fino al ‘64, anno in cui si trasferisce in Grecia dove si dedica soltanto alla pittura, ispirando la base della tecnica delle sue “icone profane” a quella storica e ricercata delle pitture bizantine che tanto ammirerà dopo aver soggiornato più volte nella incantevole Repubblica monastica del Monte Athos. Attualmente vive tra il loft- studio di Milano e il suo castello di Acireale. I colori naturali derivati da terre, minerali e pietre rare, fusi ai fondi d’oro zecchino e l’utilizzo di supporti di legno antico, rendono la pittura di Pennisi, un’ opera di raro valore che oggi possiamo ritrovare in collezioni pubbliche e private in tutto il mondo. La prossima mostra italiana, seguito di numerose altre di fama mondiale, sarà ospitata dalla Provincia, presso le Ciminiere di Catania, nel periodo natalizio.