MTM n°25
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 9 - Numero 1 - gen/apr 2010
Alimentazione
 


Angelo Bianco
Angelo Bianco
Medico specialista in scienza dell’alimentazione, termalista ad Abano Terme e consulente dietologo presso la Casa di Cura di Abano Terme


Anno 9 - Numero 1
gen/apr 2010

 

Pur non essendo un alimento indispensabile, il caffè, se assunto in quantità moderata, arreca innegabilmente un senso di benessere generale, ovvero determina un effetto eccitatorio, stimolando la vigilanza e la prontezza dei riflessi e migliorando la percezione degli stimoli sensoriali




UN BUON CAFFÈ

di Angelo Bianco con la collaborzione del dott. Felice Milito

IL MIO NASO SI AFFACCIA SULLA SPALLA DI PAPÀ, ancora poche settimane e diventerò grande.
Me l’hanno promesso. Alzo un po’ la fronte, sollevo i talloni, e voilà il gioco è fatto, il mio mento si poggia beatamente sul pullover, poco sopra l’omero. Attendo la ricompensa per essermi affacciato, se non nell’età adulta, in quella fase adolescenziale in cui le curiosità sulla vita aumentano e meritano di essere conosciute. Una di queste è il caffè. Per anni sono stato svegliato dal profumo inconfondibile del nero aroma e per innumerevoli mattine ho udito i commenti dei grandi finché vi intingevano le labbra: «Oggi è più forte del solito, oggi è acquoso, questa miscela è migliore, bollente al punto giusto, forte da svegliare un morto» e così via. Tutto questo ascoltavo e tenevo a mente, intanto che le mie labbra si tingevano del bianco del latte, che a me era concesso bere. Non che non mi piacesse, ma agognavo al giorno in cui mi sarei pavoneggiato, in piedi, ad annotare l’elenco delle virtù della tazzina.
Ed eccomi qua, pronto al grande giorno. Ho i calzoni lunghi al posto del pigiama, per sentirmi grande, ma ahimè, anziché a tessere le lodi dell’arabica, mi trovo a glorificare il caffelatte, primo passo impostomi dall’autorità genitoriale in questo rito d’iniziazione. Una goccia oggi, due gocce domani, ho aperto le finestre all’evoluzione del gusto, da quando la mia tazza immacolata si dipinge di macchie via via più scure, ed assaporo il gusto pungente del caffè, che si mescola al dolce del latte e ne copre gradatamente l’amabilità, con chiaroscuri che deliziano e sorprendono il mio palato di giorno in giorno. Un po’ come la primavera. Sbocciato il primo tepore, subito vorremmo il caldo estivo per sfoggiare abiti leggeri, mentre siamo sorpresi dalle piogge improvvise e da bruschi abbassamenti di temperatura. Ma apprezziamo anche la frescura primaverile, la brezza ristoratrice serale e allo stesso modo il mio palato, pur desiderando una tazza di caffè nero bollente si è ammorbidito gustando le variegate sfumature del caffè mitigato dal candore latteo. Oggi osservo il latte screziato di mio figlio, le favole che cantilena avvolto ancora nel calore notturno, da cui non si è ancora liberato. Io giro lo zucchero, reggendo in piedi, già vestito per partire al lavoro, una tazzina di caffè nero, appena uscito sbuffando dalla moka. Eh sì, sono diventato grande.
Pur non essendo un alimento indispensabile, il caffè, se assunto in quantità moderata, arreca innegabilmente un senso di benessere generale, ovvero determina un effetto eccitatorio, stimolando la vigilanza e la prontezza dei riflessi e migliorando la percezione degli stimoli sensoriali. In primis “agevolante” il risveglio mattutino è utile anche nel dopo pasto in quanto favorisce la secrezione dei succhi gastrici, attiva la produzione di bile e potenzia la peristalsi intestinale promuovendo i processi digestivi.
Ha altresì un importante effetto antiossidante, perché, oltre ai composti fenolici presenti nel prodotto all'origine ci sono le melanoidine, che si formano durante la torrefazione del chicco. Certo, l’apporto di antiossidanti del caffè è in quantità limitata e dovrà integrarsi con quelli forniti da una dieta varia ed equilibrata comprensiva anche di olio di oliva, frutta, verdura.
La moderna “decaffeinazione” non influenza le proprietà organolettiche del caffè (aroma, gusto, consistenza), né la sua percentuale di antiossidanti che a sua volta rimane identica nel caffè torrefatto come in quello solubile.
Proviamo a tradurre nel giusto numero di tazzine l’affermazione generica: «va bevuto con moderazione». Non è scorretto affermare che in riferimento a persone sane si considera accettabile l’apporto quotidiano di 3 tazzine di caffè, meglio se al termine dei pasti piuttosto che a stomaco vuoto. Certo, la fascia di sicurezza è molto più ampia, partendo dal presupposto che, almeno in dietologia, è la dose che fa il veleno [rientra nel doping l'accertamento, nelle urine, di una quantità di caffeina pari o superiore a 12 mg per litro, che si raggiunge solo...dopo aver bevuto dieci tazze di caffè in una volta sola!]. Di norma una tazzina preparata con la moka contiene in media quasi il doppio di caffeina di un espresso e circa la metà di 150 ml di filtrato all’americana. Oltre alla torrefazione e alla modalità di preparazione, altra variabile è il tipo di miscela. La varietà arabica, più pregiata, ha meno caffeina rispetto alla robusta, più economica.
Sonno: le reazioni alla caffeina sono assolutamente individuali, anche se in termini generali si può dire che gli anziani sono più sensibili rispetto ai giovani e che gli effetti sono più percepiti dai consumatori non abituali. Opportuno sconsigliare il caffè ai portatori di ulcera gastro-duodenale o di reflusso gastroesofageo mentre nel computo della dose tollerabile non va scordato di annoverare anche l’eventuale cappuccino, la caffeina presente nella lattina di cola o “nascosta” nella barretta di cioccolato.