MTM n°26
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 9 - Numero 2 - set/nov 2010
Dibattito - Centri d'eccellenza
 


Ruggero De Paulis
Ruggero De Paulis


Anno 9 - Numero 2
set/nov 2010

 

Tra le patologie trattate costituisce eccellenza il trattamento chirurgico della patologia dell’aorta ascendente e dell’arco aortico




European Hospital
Centro do eccellenza in cardiochirurgia

Il Centro fa parte del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari comprendente anche il Centro di Cardiologia Interventistica e quello di Chirurgia Vascolare
del Prof. Ruggero De Paulis

L’Unità operativa di cardiochirurgiaIl Centro di Cardiochirurgia dell’European Hospital è oggi una realtà clinica di primo piano sulla scena sanitaria di Roma. Il Centro fa parte del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari comprendente anche il Centro di Cardiologia Interventistica e quello di Chirurgia Vascolare. Nell’ambito di tale Dipartimento si svolge tutta l’attività operatoria ed interventistica per la cura ed il trattamento delle malattie cardiovascolari in tutte le loro espressioni. L’European Hospital ha, del resto, una lunga tradizione in campo cardiochirurgico dal momento che ha ospitato per oltre 15 anni il centro Universitario di Cardiochirurgia dell’Università di Roma Tor Vergata permettendogli di accreditarsi presso il S.S.N. come centro pubblico e quindi a libero accesso per ogni cittadino.
Il Dipartimento di Scienze Cardiovascolari ha ricevuto negli ultimi due anni la certificazione di qualità dell’Istituto Cermet, secondo le norme ISO 9001, che garantisce la corretta esecuzione di tutte le procedure sanitarie svolte all’interno del Dipartimento. In pratica ogni procedura dalla più semplice alla più complessa è codificata (secondo il nostro “modus operandi”) in modo da essere ripetuta sempre nella stessa maniera e garantendo così una considerevole riduzione dell’errore umano. Tale riconoscimento rappresenta un ulteriore garanzia per il paziente ricoverato ed è di supporto all’operatore sanitario per un continuo monitoraggio dei suoi comportamenti che possono così essere continuamente valutati ed eventualmente migliorati. L’Unità Operativa di Cardiochirurgia è strutturata in modo moderno ed efficiente da poter controllare al meglio il decorso del paziente durante tutte le fasi della degenza, dal momento del ricovero a quello della dimissione passando per le fasi più delicate dell’intervento e del decorso in terapia intensiva. Il Centro di Cardiochirurgia può contare oggi su 17 letti di degenza, 8 letti di terapia intensiva postoperatoria e 4 letti di terapia sub-intensiva in modo da garantire al paziente un percorso ottimale dal momento del ricovero, all’intervento fino alla sua dimissione e trasferimento presso il centro di Riabilitazione Cardiovascolare.
particolare cardiaco durante un interventoparticolare cardiaco durante un interventoRifondato nel 2006 il centro di cardiochirurgia ha sempre cercato di tener fede al principio di offrire al paziente il miglior trattamento nelle condizioni di maggior sicurezza possibile e nel rispetto della condizione psicologica di chi deve affrontare un delicato intervento chirurgico. Per ottemperare a questo apparentemente semplice obbiettivo è necessaria non solo una serie di diverse competenze ma anche una visione comune ed una applicazione continua e costante.
Questo sforzo comune è condiviso non solo dai cardiochirurghi, ma anche dalla numerosa equipe anestesiologica e dal personale infermieristico e paramedico che tanta parte ha nel buon trattamento complessivo dei nostri pazienti.
Tra le patologie trattate l’European Hospital costituisce assoluta eccellenza nel trattamento chirurgico della patologia dell’aorta ascendente e dell’arco aortico. In questo ambito abbiamo incorporato nelle nostre tecniche di routine alcuni presidi fondamentali per la riduzione del rischio neurologico quali la perfusione cerebrale anterograda, il drenaggio del liquor cefalorachidiano e cannulazioni vascolari alternative nonché protesi specificatamente disegnate allo scopo, che ci permettono di trattare anche casi più complessi come l’aorta a porcellana, l’ateromasia diffusa della parete aortica e le lesioni dell’arco. In particolare negli aneurismi espansivi della radice aortica e dell’aorta ascendente, ove possibile, abbiamo la tendenza a preservare l’integrità della valvola aortica reimpiantandola all’interno della neo-aorta evitando così l’uso di protesi valvolare ed i loro rischi connessi. Quando ciò non è possibile la valvola e l’aorta ascendente vengono sostituite con un tubo valvolato che, grazie ad un disegno particolare ha la possibilità di ridurre i rischi di complicazioni legati alle anastomosi coronariche. Gli studi effettuati in quest’ambito hanno portato a pubblicazioni originali che hanno contribuito alla diffusione di questa tecnica nei principali centri cardiochirurgici. Sempre con l’ottica di un minor uso di sostituti protesici, in casi più selezionati e soprattutto nella popolazione più giovane, procediamo anche alla riparazione della valvola aortica.
Un altro campo in cui la nostra equipe è all’avanguardia è la plastica della mitrale: l’esperienza maturata in questi anni ci ha portato ad una continua modifica dell’approccio chirurgico con l’obbiettivo di una maggiore semplificazione delle tecniche da un lato e con una pressoché totale abolizione della necessità di sostituzione valvolare. In realtà la sostituzione valvolare viene accettata solo nei casi di avanzata malattia reumatica o nei casi molto severi di miocardiopatia dilatativa postischemica. Da un punto di vista puramente tecnico abbiamo progressivamente incrementato l’uso di tecniche riparative che prevedono un maggiore utilizzo di corde artificiali accompagnato da una progressiva minore necessità di resezione di tessuti valvolari.
Ciò è stato possibile grazie ad un disegno originale di corde tendinee che ne facilita il loro utilizzo associato ad un diverso approccio al concetto di anuloplastica. La semplificazione e standardizzazione delle tecniche di riparazione valvolare ci ha spinto anche a trattare questa patologia attraverso mini-incisioni sia per via sternotomica che toracotomia in modo da ridurre il trauma chirurgico, minimizzare il sanguinamento e facilitare la ripresa funzionale.
L’aumentata età media dei pazienti trattati e la loro conseguente sempre maggiore co-morbilità richiedono lo sforzo congiunto e la collaborazione con i dipartimenti di Cardiologia e Medicina Interna, Radiologia, Chirurgia Vascolare e Generale, Nefrologia e Dialisi, Infettivologia e Neurologia che ci affiancano giornalmente nel trattamento ottimale di ogni tipo di complicanza. In quest’ottica la nostra struttura mette a disposizione la tecnologia più avanzata che non solo ci permette di gestire al meglio il percorso clinico del paziente complesso ma anche quello di poter portare avanti importanti progetti di ricerca.
Per potenziare quest’ultimo aspetto negli ultimi tre anni è stato avviato un laboratorio di ricerca sperimentale che ci ha consentito di realizzare importanti studi sia in-vitro e che di bioingegneria applicata alla clinica che sono in pubblicazione sulle migliori riviste internazionali. Un ruolo chiave giocano nel benessere dei pazienti senza dubbio i colleghi medici referenti, sia cardiologi sia medici di base, che hanno avuto fiducia nel nostro progetto e che ci hanno permesso di realizzarlo affidandoci il trattamento chirurgico dei loro pazienti. Riteniamo infatti che la relazione del medico referente con il Centro chirurgico di riferimento prima, durante, e dopo l’intervento, sia un aspetto di fondamentale importanza nel miglior trattamento del paziente che si sente in tal modo non solo rassicurato, ma anche meglio seguito in tutte le tappe del suo iter clinico, dalla diagnosi, al momento dell’intervento fino al periodo di riabilitazione. Questo continuo scambio di informazione tra medico referente e cardiochirurgo, alimentato dal continuo “feed-back” del paziente, ci ha permesso e ci permette di migliorare tutti quegli aspetti organizzativi e gestionali che devono sempre essere riveduti e corretti a secondo del tipo di paziente e delle sue specifiche problematiche.


COME CONTATTARE L’EUROPEAN HOSPITAL
Centralino: 06659759
Segreteria Cardiochirurgia: 0665975224
Fax Segreteria Cardiochirurgia: 0665975112
Fax terapia Intensiva: 0665975215

E-mail: Segreteria Cardiochirurgia
l.decarlo@europeanhospital.it
Direttore Cardiochirurgia (Prof. De Paulis)
depauli@tin.it

DOVE SI TROVA L’EUROPEAN HOSPITAL
Via Portuense, 700 - 00149 Roma

COME RAGGIUNGERE L’EUROPEAN HOSPITAL
In automobile: uscita 31 GRA verso Via della Magliana poi verso Via Portuense
In autobus: da P.le Partigiani linea 719, da Stazione Trastevere linee 786, 773, 228


IL “BIOVALSALVA”, PRIMO CONDOTTO BIOLOGICO PER LA SOSTITUZIONE DELLA RADICE AORTICA


di Ruggero De Paulis, Luca Weltert, Raffaele Scaffa

LA SOSTITUZIONE DELLA RADICE AORTICA è la procedura di scelta per i pazienti affetti da aneurisma aortico e malattia dei lembi aortici. Messa a punto nei tardi anni 60 e tuttora chiamata col nome di chi descrisse la tecnica, l'intervento di “Bentall” è un'operazione che presenta eccellenti e comprovati risultati a lungo termine. L'operazione è intrinsecamente delicata dal momento che, oltre ad espiantare per intero valvola aortica, radice aortica e aorta ascendente il chirurgo deve isolare, espiantare e reimpiantare sul nuovo condotto le arterie coronarie. Durante gli anni questa tecnica ha subito numerosi miglioramenti che hanno progressivamente migliorato i risultati e facilitato la tecnica. Alla prima generazione di tubi in Dacron, permeabili e dunque fonte di pericolosi e a volte inarrestabili sanguinamenti si è sostituita la seconda generazione, quella dei tubi impermeabilizzati o “pre-clotted”. Nel primi anni di questo decennio è stata poi introdotto uno specifico condotto detto “Protesi di Valsalva” la cui forma non era più quella di un tubo retto, ma era rigonfiata ad una estremità come una “goccia”, mimando l'anatomia della radice aortica. Questo miglioramento ha ridotto drasticamente la trazione sulle suture coronariche e con esse l'incidenza di deiescenze e pseudoaneurismi, temibili complicanze a volte letali. In caso di impianto di valvola meccanica poi, è da tempo disponibile una serie di condotti valvolati preformati che evitavano di dover praticare l'assemblaggio al tavolo operatorio. Tuttavia l'incremento dell'età dei pazienti che si devono sottoporre a questo intervento nonché le informazioni che supportano l'utilizzo delle protesi biologiche anche in pazienti relativamente giovani ha reso indispensabile disporre di un condotto valvolato composito biologico.
Fino ad oggi i condotti in Dacron non potevano essere immersi in glutaraldeide, composto chimico indispensabile invece per la conservazione delle protesi valvolari cardiache. Questa incompatibilità ha finora reso impossibile creare e conservare un condotto composito utilizzabile al tavolo operatorio.
Il condotto di terza generazione Triplex prodotto dalla TERUMO è un tubo con struttura trilaminare che può essere conservato in glutaraldeide. Lo strato interno è in Dacron, fibra nota per la propria emocompatibilità; lo strato esterno è invece in Goretex.
I due strati sono incollati l'uno all'altro mediante una membrana elastomerica autosigillante che costituisce il terzo strato.
Questo fondamentale miglioramento tecnologico ha messo le basi per la creazione Sequenza dell’inervento di sostituzione della radice aorticadel primo condotto composito biologico al mondo, creato e sperimentato presso la divisione di cardiochirurgia dell'European Hospital di Roma. Il chirurgo può così servirsi al tavolo operatorio di un condotto preformato, senza la necessità di confezionarlo al momento, rendendo la proceduta nettamente più rapida e raggiungendo una emostasi migliore grazie alle caratteristiche intrinseche del nuovo condotto tristrato.
Il nome di questo condotto è “BioValsalva” ed è ottenuto pre-suturando una valvola aortic stentless, la Elan, all'interno di un tubo Triplex Valsalva; in termini emodinamici si assommano così i vantaggi dei condotti valvolati biologici con neo-seni di valsalva con quelli delle stentless: minima tensione sugli osti e sulle suture, flusso coronarico migliorato, dinamica di chiusura e apertura dei lembi ottimale assieme a massimizzazione dell'orifizio utile e riduzione drastica dei gradienti transprotesici.