European Hospital
Centro do eccellenza in cardiochirurgia
Il Centro fa parte del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari
comprendente anche il Centro di Cardiologia Interventistica
e quello di Chirurgia Vascolare
del Prof. Ruggero De Paulis
Il Centro di Cardiochirurgia dell’European Hospital
è oggi una realtà clinica di primo piano
sulla scena sanitaria di Roma. Il Centro fa parte
del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari comprendente
anche il Centro di Cardiologia Interventistica
e quello di Chirurgia Vascolare. Nell’ambito di tale Dipartimento
si svolge tutta l’attività operatoria ed interventistica
per la cura ed il trattamento delle malattie
cardiovascolari in tutte le loro espressioni. L’European
Hospital ha, del resto, una lunga tradizione in campo
cardiochirurgico dal momento che ha ospitato per
oltre 15 anni il centro Universitario di Cardiochirurgia
dell’Università di Roma Tor Vergata permettendogli di
accreditarsi presso il S.S.N. come centro pubblico e
quindi a libero accesso per ogni
cittadino.
Il Dipartimento di Scienze Cardiovascolari
ha ricevuto negli ultimi
due anni la certificazione di qualità
dell’Istituto Cermet, secondo le
norme ISO 9001, che garantisce la
corretta esecuzione di tutte le procedure sanitarie
svolte all’interno del Dipartimento. In pratica ogni
procedura dalla più semplice alla più complessa è codificata
(secondo il nostro “modus operandi”) in modo
da essere ripetuta sempre nella stessa maniera e garantendo
così una considerevole riduzione dell’errore
umano. Tale riconoscimento rappresenta un ulteriore
garanzia per il paziente ricoverato ed è di supporto all’operatore
sanitario per un continuo monitoraggio
dei suoi comportamenti che possono così essere continuamente
valutati ed eventualmente migliorati.
L’Unità Operativa di Cardiochirurgia è strutturata in
modo moderno ed efficiente da poter controllare al
meglio il decorso del paziente durante tutte le fasi
della degenza, dal momento del ricovero
a quello della dimissione
passando per le fasi più delicate
dell’intervento e del decorso in terapia
intensiva. Il Centro di Cardiochirurgia
può contare oggi su
17 letti di degenza, 8 letti di terapia intensiva postoperatoria e 4 letti di terapia sub-intensiva
in modo da garantire al paziente un percorso ottimale
dal momento del ricovero, all’intervento fino alla sua
dimissione e trasferimento presso il centro di Riabilitazione
Cardiovascolare.
Rifondato nel 2006 il centro di cardiochirurgia ha
sempre cercato di tener fede al principio di offrire al
paziente il miglior trattamento nelle condizioni di
maggior sicurezza possibile e nel rispetto della condizione
psicologica di chi deve affrontare un delicato
intervento chirurgico. Per ottemperare a questo apparentemente
semplice obbiettivo è necessaria non
solo una serie di diverse competenze ma anche una
visione comune ed una applicazione continua e costante.
Questo sforzo comune è condiviso non solo
dai cardiochirurghi, ma anche dalla numerosa equipe
anestesiologica e dal personale infermieristico e paramedico
che tanta parte ha nel buon trattamento
complessivo dei nostri pazienti.
Tra le patologie trattate l’European Hospital costituisce
assoluta eccellenza nel trattamento chirurgico della
patologia dell’aorta ascendente e dell’arco aortico. In
questo ambito abbiamo incorporato nelle nostre tecniche
di routine alcuni presidi fondamentali per la riduzione
del rischio neurologico quali la perfusione
cerebrale anterograda, il drenaggio del liquor cefalorachidiano
e cannulazioni vascolari alternative nonché
protesi specificatamente disegnate allo scopo, che ci
permettono di trattare anche casi più complessi come
l’aorta a porcellana, l’ateromasia diffusa della parete
aortica e le lesioni dell’arco. In particolare negli aneurismi
espansivi della radice aortica e dell’aorta ascendente,
ove possibile, abbiamo la tendenza a preservare
l’integrità della valvola aortica reimpiantandola all’interno
della neo-aorta evitando così l’uso di protesi
valvolare ed i loro rischi connessi. Quando ciò non è
possibile la valvola e l’aorta ascendente vengono sostituite
con un tubo valvolato che, grazie ad un disegno
particolare ha la possibilità di ridurre i rischi di complicazioni
legati alle anastomosi coronariche. Gli studi
effettuati in quest’ambito hanno portato a pubblicazioni
originali che hanno contribuito alla diffusione di
questa tecnica nei principali centri cardiochirurgici.
Sempre con l’ottica di un minor uso di sostituti
protesici, in casi più selezionati e soprattutto nella
popolazione più giovane, procediamo anche alla riparazione
della valvola aortica.
Un altro campo in cui la nostra equipe è all’avanguardia
è la plastica della mitrale: l’esperienza maturata in
questi anni ci ha portato ad una continua modifica
dell’approccio chirurgico con l’obbiettivo di una maggiore
semplificazione delle tecniche da un lato e con
una pressoché totale abolizione della necessità di sostituzione
valvolare. In realtà la sostituzione valvolare
viene accettata solo nei casi di avanzata malattia reumatica
o nei casi molto severi di miocardiopatia dilatativa
postischemica. Da un punto di vista puramente
tecnico abbiamo progressivamente incrementato l’uso
di tecniche riparative che prevedono un maggiore utilizzo
di corde artificiali accompagnato da una progressiva
minore necessità di resezione di tessuti valvolari.
Ciò è stato possibile grazie ad un disegno originale di
corde tendinee che ne facilita il loro utilizzo associato
ad un diverso approccio al concetto di anuloplastica.
La semplificazione e standardizzazione delle tecniche
di riparazione valvolare ci ha spinto anche a trattare
questa patologia attraverso mini-incisioni sia per via
sternotomica che toracotomia in modo da ridurre il trauma chirurgico, minimizzare il sanguinamento e
facilitare la ripresa funzionale.
L’aumentata età media dei pazienti trattati e la loro
conseguente sempre maggiore co-morbilità richiedono
lo sforzo congiunto e la collaborazione con i dipartimenti
di Cardiologia e Medicina Interna, Radiologia, Chirurgia
Vascolare e Generale, Nefrologia e Dialisi, Infettivologia
e Neurologia che ci affiancano giornalmente nel trattamento
ottimale di ogni tipo di complicanza. In quest’ottica
la nostra struttura mette a disposizione la
tecnologia più avanzata che non solo ci permette di
gestire al meglio il percorso clinico del paziente complesso
ma anche quello di poter portare avanti importanti
progetti di ricerca.
Per potenziare quest’ultimo aspetto negli ultimi tre
anni è stato avviato un laboratorio di ricerca sperimentale
che ci ha consentito di realizzare importanti
studi sia in-vitro e che di bioingegneria applicata alla
clinica che sono in pubblicazione sulle migliori riviste
internazionali. Un ruolo chiave giocano nel benessere
dei pazienti senza dubbio i colleghi medici referenti,
sia cardiologi sia medici di base, che hanno avuto
fiducia nel nostro progetto e che ci hanno permesso
di realizzarlo affidandoci il trattamento chirurgico dei
loro pazienti. Riteniamo infatti che la relazione del
medico referente con il Centro chirurgico di riferimento
prima, durante, e dopo l’intervento, sia un aspetto di
fondamentale importanza nel miglior trattamento del
paziente che si sente in tal modo non solo rassicurato,
ma anche meglio seguito in tutte le tappe del suo iter
clinico, dalla diagnosi, al momento dell’intervento
fino al periodo di riabilitazione. Questo continuo
scambio di informazione tra medico referente e cardiochirurgo,
alimentato dal continuo “feed-back” del
paziente, ci ha permesso e ci permette di migliorare
tutti quegli aspetti organizzativi e gestionali che devono
sempre essere riveduti e corretti a secondo del tipo di
paziente e delle sue specifiche problematiche.
| COME CONTATTARE L’EUROPEAN HOSPITAL
Centralino: 06659759
Segreteria Cardiochirurgia: 0665975224
Fax Segreteria Cardiochirurgia: 0665975112
Fax terapia Intensiva: 0665975215
E-mail: Segreteria Cardiochirurgia
l.decarlo@europeanhospital.it
Direttore Cardiochirurgia (Prof. De Paulis)
depauli@tin.it
DOVE SI TROVA L’EUROPEAN HOSPITAL
Via Portuense, 700 - 00149 Roma
COME RAGGIUNGERE L’EUROPEAN HOSPITAL
In automobile: uscita 31 GRA verso Via della Magliana
poi verso Via Portuense
In autobus: da P.le Partigiani linea 719,
da Stazione Trastevere linee 786, 773, 228 |
| IL “BIOVALSALVA”, PRIMO CONDOTTO BIOLOGICO PER LA SOSTITUZIONE DELLA RADICE AORTICA | |
| di Ruggero De Paulis, Luca Weltert, Raffaele Scaffa
LA SOSTITUZIONE DELLA RADICE AORTICA è la procedura di scelta per i pazienti affetti da aneurisma aortico e malattia dei lembi
aortici. Messa a punto nei tardi anni 60 e tuttora chiamata col nome di chi descrisse la tecnica, l'intervento di “Bentall” è
un'operazione che presenta eccellenti e comprovati risultati a lungo termine. L'operazione è intrinsecamente delicata dal
momento che, oltre ad espiantare per intero valvola aortica, radice aortica e aorta ascendente il chirurgo deve isolare, espiantare
e reimpiantare sul nuovo condotto le arterie coronarie. Durante gli anni questa tecnica ha subito numerosi miglioramenti
che hanno progressivamente migliorato i risultati e facilitato la tecnica. Alla prima generazione di tubi in Dacron, permeabili
e dunque fonte di pericolosi e a volte inarrestabili sanguinamenti si è sostituita la seconda generazione, quella dei tubi impermeabilizzati
o “pre-clotted”. Nel primi anni di questo decennio è stata poi introdotto uno specifico condotto detto “Protesi
di Valsalva” la cui forma non era più quella di un tubo retto, ma era rigonfiata ad una estremità come una “goccia”, mimando
l'anatomia della radice aortica. Questo miglioramento ha ridotto drasticamente la trazione sulle suture coronariche e con
esse l'incidenza di deiescenze e pseudoaneurismi, temibili complicanze a volte letali. In caso di impianto di valvola meccanica
poi, è da tempo disponibile una serie di condotti valvolati preformati che evitavano di dover praticare l'assemblaggio al tavolo
operatorio. Tuttavia l'incremento dell'età dei pazienti che si devono sottoporre a questo intervento nonché le informazioni
che supportano l'utilizzo delle protesi biologiche anche in pazienti relativamente giovani ha reso indispensabile disporre di
un condotto valvolato composito biologico.
Fino ad oggi i condotti in Dacron non potevano essere immersi in glutaraldeide, composto chimico indispensabile invece per
la conservazione delle protesi valvolari cardiache. Questa incompatibilità ha finora reso impossibile creare e conservare un
condotto composito utilizzabile al tavolo operatorio.
Il condotto di terza generazione Triplex prodotto dalla TERUMO è un tubo con struttura trilaminare che può essere conservato
in glutaraldeide. Lo strato interno è in Dacron, fibra nota per la propria emocompatibilità; lo strato esterno è invece in Goretex.
I due strati sono incollati l'uno all'altro mediante una membrana elastomerica autosigillante che costituisce il terzo strato.
Questo fondamentale miglioramento tecnologico ha messo le basi per la creazione
del primo condotto composito biologico al mondo, creato e sperimentato presso la
divisione di cardiochirurgia dell'European Hospital di Roma. Il chirurgo può così servirsi
al tavolo operatorio di un condotto preformato, senza la necessità di confezionarlo
al momento, rendendo la proceduta nettamente più rapida e raggiungendo
una emostasi migliore grazie alle caratteristiche intrinseche del nuovo condotto tristrato.
Il nome di questo condotto è “BioValsalva” ed è ottenuto pre-suturando una
valvola aortic stentless, la Elan, all'interno di un tubo Triplex Valsalva; in termini emodinamici
si assommano così i vantaggi dei condotti valvolati biologici con neo-seni
di valsalva con quelli delle stentless: minima tensione sugli osti e sulle suture, flusso
coronarico migliorato, dinamica di chiusura e apertura dei lembi ottimale assieme a
massimizzazione dell'orifizio utile e riduzione drastica dei gradienti transprotesici.
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