MTM n°27
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 10 - Numero 1 - dic 2010/feb 2011
Cultura - Eventi
 


Olimpia De Caro
Olimpia De Caro


Anno 10 - Numero 1
dic 2010/feb 2011

 

Alla diffusione del vino in Grecia si lega l’usanza del simposio, inteso come momento d’incontro adatto alla conversazione e alla disputa filosofica




«VINUM NOSTRUM Arte, scienza e miti del vino nelle civiltà del Mediterraneo antico»
Firenze, Museo degli Argenti, Palazzo Pitti fino al 15 maggio 2011

di Olimpia De Caro

Un frammento di pittura risalente al 1350-1300 a.C. da Tebe. Nella scena due coppieri che attingono il vino dalle anfore, parte della decorazione della tomba dello scriba Senenra“Vinum nostrum” è il titolo di questa manifestazione, frutto della collaborazione tra Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei e Istituto di storia della Scienza di Firenze, Soprintendenza ai Beni Architettonici della Toscana e gli apporti delle soprintendenze di Basilicata, Puglia e Calabria che si conclude a Firenze con l’esposizione fino al 15 maggio 2011, presso la prestigiosa cornice del Museo degli Argenti di Palazzo Pitti. Originale ed esclusiva nel suo genere la mostra ha per protagonisti il vino e la vite per raccontarne la storia nell’antichità, dalla Mesopotamia alla Grecia fino a Roma, da dove si diffuse a tutte le province dell’Impero. Particolarità dell’iniziativa è quella di proporre in tutta Italia una serie di itinerari collegati all’unico tema del vino, a partire naturalmente dall’area archeologica di Pompei esempio di una testimonianza unica sulla viticoltura antica, passando poi attraverso alcune ex colonie della Magna Grecia, fino ad arrivare alla conclusione con la rassegna fiorentina. Seguendo un filo cronologico, la mostra illustra l’origine della viticoltura nel Vicino Oriente, la sua piena affermazione con relativi significati simbolici, religiosi e culturali nel mondo ellenico, fino alla produzione e diffusione del vino realizzata dai Romani. In virtù della felice situazione archeologica delle città vesuviane, è illustrato il caso particolare dei vigneti di Pompei, con tutta la documentazione relativa a coltivazione, vendemmia, conservazione, consumo e commercio.
Uno spazio della mostra è dedicato allo straordinario contributo fornito da Fenici ed Etruschi, i quali giocarono un ruolo essenziale nella diffusione della coltivazione della vite nel Mediterraneo. Da segnalare due opere arrivate a Firenze per l’occasione: la statua della Vecchia ubriaca, proveniente dai Musei Capitolini, straordinaria opera d’arte, copia romana da un originale del II secolo a.C. che rappresenta con espressività e realismo gli effetti dannosi causati dall’eccessivo consumo di vino e un prezioso vaso, forse il più antico usato per contenere il vino, costituito da un recipiente in argilla, databile al VI-V millennio a. C. proveniente da Tblisi, in Giorgia, regione che ha visto in tempi antichissimi lo sviluppo della viticoltura. Alla diffusione del vino in Grecia si lega l’usanza del simposio, inteso come momento d’incontro adatto alla conversazione e alla disputa filosofica. La diffusione del simposio nel mondo ellenico trova conferma anche nell’arte, che ne ha rappresentato i momenti più importanti fino a diventare uno dei temi prediletti per le decorazioni dei contenitori del vino. Preziose sculture e vasi dipinti illustrano la nascita e il diffondersi del culto di Dioniso, dio della vita a cui è attribuita dalla mitologia la scoperta della apprezzata bevanda, donata poi dal dio all’uomo. Eleganti servizi da mensa dimostrano, inoltre, come il consumo del vino abbia rappresentato uno dei momenti più significativi dei modi di convivialità dei gruppi aristocratici, ed una cella vinaria scenograficamente ricostruita grazie ai preziosissimi ritrovamenti pompeiani e alle puntuali descrizioni documentati della produzione letteraria latina, consentono di immergersi nella realtà del tempo, aggirandosi tra gli attrezzi per la vigna, le anfore vinarie e i barili in legno, i cesti per la vendemmia, i carri e tutte le altre attrezzature necessaria per la coltivazione della vite. Accanto ad una riflessione sull’evoluzione delle tecniche di coltura, reperti opportunamente selezionati illustrano anche i valori religiosi e culturali della vite, espressi sin dalle epoche più remote attraverso una vastissima serie di raffigurazioni che raccontano divinità, riti e feste del vino. Opere originali, sculture, affreschi e mosaici accompagnati da apparati multimediali e video ricostruiscono la millenaria storia della vite e l'influenza da essa esercitata sulla cultura degli antichi. Al visitatore viene offerto un percorso volto, non solo a documentare scientificamente tutto il ciclo del vino dalla vendemmia al consumo, ma anche a stimolare gusto, olfatto e vista, sensi che mantengono con il vino un rapporto diretto e immediato.