«VINUM NOSTRUM
Arte, scienza e miti del vino nelle civiltà del Mediterraneo antico»
Firenze, Museo degli Argenti, Palazzo Pitti fino al 15 maggio 2011
di Olimpia De Caro
“Vinum nostrum” è il titolo di questa manifestazione,
frutto della collaborazione
tra Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei
e Istituto di storia della Scienza di Firenze, Soprintendenza
ai Beni Architettonici della Toscana e gli apporti
delle soprintendenze di Basilicata, Puglia e Calabria
che si conclude a Firenze con l’esposizione fino al 15
maggio 2011, presso la prestigiosa cornice del Museo
degli Argenti di Palazzo Pitti. Originale ed esclusiva
nel suo genere la mostra ha per protagonisti il vino e
la vite per raccontarne la storia nell’antichità, dalla
Mesopotamia alla Grecia fino a Roma, da dove si
diffuse a tutte le province dell’Impero. Particolarità
dell’iniziativa è quella di proporre in tutta Italia una
serie di itinerari collegati all’unico tema del vino, a
partire naturalmente dall’area archeologica di Pompei
esempio di una testimonianza unica sulla viticoltura
antica, passando poi attraverso alcune ex colonie
della Magna Grecia, fino ad arrivare alla conclusione
con la rassegna fiorentina. Seguendo un filo cronologico,
la mostra illustra l’origine della viticoltura nel
Vicino Oriente, la sua piena affermazione con relativi
significati simbolici, religiosi e culturali nel mondo
ellenico, fino alla produzione e diffusione del vino
realizzata dai Romani. In virtù della felice situazione
archeologica delle città vesuviane, è illustrato il caso
particolare dei vigneti di Pompei, con tutta la documentazione
relativa a coltivazione, vendemmia, conservazione,
consumo e commercio.
Uno spazio della mostra è dedicato
allo straordinario contributo fornito
da Fenici ed Etruschi, i quali
giocarono un ruolo essenziale nella
diffusione della coltivazione della
vite nel Mediterraneo. Da segnalare
due opere arrivate a Firenze per l’occasione: la statua
della Vecchia ubriaca, proveniente dai Musei Capitolini,
straordinaria opera d’arte, copia romana da un originale
del II secolo a.C. che rappresenta con espressività e
realismo gli effetti dannosi causati dall’eccessivo consumo
di vino e un prezioso vaso, forse il più antico
usato per contenere il vino, costituito da un recipiente
in argilla, databile al VI-V millennio a. C. proveniente
da Tblisi, in Giorgia, regione che ha visto in tempi antichissimi
lo sviluppo della viticoltura. Alla diffusione
del vino in Grecia si lega l’usanza del simposio, inteso
come momento d’incontro adatto alla conversazione
e alla disputa filosofica. La diffusione del simposio
nel mondo ellenico trova conferma anche nell’arte,
che ne ha rappresentato i momenti più importanti
fino a diventare uno dei temi prediletti per le decorazioni
dei contenitori del vino. Preziose sculture e vasi
dipinti illustrano la nascita e il diffondersi del culto di
Dioniso, dio della vita a cui è attribuita dalla mitologia
la scoperta della apprezzata bevanda, donata poi dal
dio all’uomo. Eleganti servizi da mensa dimostrano,
inoltre, come il consumo del vino abbia rappresentato
uno dei momenti più significativi dei modi di convivialità
dei gruppi aristocratici, ed una cella vinaria
scenograficamente ricostruita grazie ai preziosissimi
ritrovamenti pompeiani e alle puntuali descrizioni
documentati della produzione letteraria latina, consentono
di immergersi nella realtà del tempo, aggirandosi
tra gli attrezzi per la vigna, le anfore vinarie e
i barili in legno, i cesti per la vendemmia, i carri e
tutte le altre attrezzature necessaria per la coltivazione
della vite. Accanto ad una riflessione sull’evoluzione
delle tecniche di coltura, reperti opportunamente selezionati
illustrano anche i valori religiosi e culturali
della vite, espressi sin dalle epoche più remote attraverso
una vastissima serie di raffigurazioni che raccontano
divinità, riti e feste del vino. Opere originali,
sculture, affreschi e mosaici accompagnati da apparati
multimediali e video ricostruiscono la millenaria storia
della vite e l'influenza da essa esercitata sulla cultura
degli antichi. Al visitatore viene offerto un percorso
volto, non solo a documentare
scientificamente tutto il ciclo del
vino dalla vendemmia al consumo,
ma anche a stimolare gusto, olfatto
e vista, sensi che mantengono con
il vino un rapporto diretto e immediato.
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