MTM n°28
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 11 - Numero 1 - gen/apr 2012
Dibattito - I nuovi poveri
 


Don Mazzi
Don Antonio Mazzi
Fondatore e Presidente di Exodus


Anno 11 - Numero 1
gen/apr 2012

 

Spontanea la mia domanda: «Signora, ma come si fa a vivere con seicento euro al mese?». Altrettanto spontanea la sua risposta: «Non si vive»




IL PENSIERO DI DON MAZZI SULLA NUOVA POVERTÀ
C'è una strana visione italiana della crisi e della recessione
di Don Mazzi

EXODUSSIAMO POVERA GENTE. La crisi ci ha depauperato. La quarta settimana è da terzo mondo. Mancano i soldi per il pane. Perfino la metro è "irraggiungibile".
Aziende che chiudono, suicidi per debiti, libri di scuola troppo cari, affitti fuori controllo, il costo della vita sempre più pesante. C'è una strana visione italiana della crisi e della recessione.
Mentre facciamo sparire il pane dalla tavola e manifestiamo per i costi dei libri scolastici, obbligandoci a contenere i bisogni primari, nel contempo i capricci non si riducono. I soldi per cambiare la macchina, per i lauti pranzi dei battesimi, dei matrimoni, delle prime comunioni, non mancano mai. Sfigureremmo!
I nuovi poveri in ItaliaGirano nella nostra "povera" nazione, centomila italiani con auto che valgono il doppio dei redditi denunciati.
In teoria centomila italiani che faticano nella quarta settimana a sopravvivere, viaggiano con sotto il sederino Suv, Audi, Bmw, Cayenne.
Aggiungo, a mio rischio, che i suddetti centomila, per essere all'altezza del mezzo che cavalcano, frequentano centri benessere, luoghi di vacanza dignitosi, negozi collocati in "malfamati" viottoli di Milano, Roma, Bologna.
A tutti loro si contrappone, in me, il ricordo di una persona incontrata nel mio eterno girovagare per l'Italia. Spontanea la mia domanda: «Signora, ma come si fa a vivere con seicento euro al mese?». Altrettanto spontanea la sua risposta: «Non si vive».
E come si fa, con seicento euro al mese, ad avere la possibilità, oltre che la voglia di aiutare gli altri? «C'è sempre qualcuno che sta peggio di te». Poi toglie un pacchettino dalla borsa, un pacchetto grande come una scatola di sigarette, con un nastro azzurro. E dice: «Un piccolo pensiero per lei».
Per spiegare la signora Antonietta basterebbero queste poche righe. Ma tutto, in lei, è una sorpresa. Perché ti aspetti una persona modestamente vestita, forse un po' trasandata, per via di quella miseria che lo Stato le passa per vivere, ed invece...
La immagini con una cultura elementare, perché se avesse studiato sarebbe stata facilitata nel trovarsi un lavoro, ed ora la sua pensione sarebbe superiore, ed invece… Pensi ad un pomeriggio, insieme a lei, pieno di piagnistei e di lagnanze, ed invece...
Ed invece la tua immaginazione ha sbagliato tutto: eccola vestita con gusto, e con una buona cultura: «So molto bene l'inglese, anche se ora l'ho perso un pò: pensi che l'ho insegnato, tra gli altri, ad un famoso ambasciatore e ad un alto dirigente di una casa farmaceutica ». Di lagnanze neanche l'ombra.
Certo, avrebbe fatto "più notizia" un racconto drammatico e spettacolare, quello di una persona che per sopravvivere rovista tra la spazzatura oppure ruba i generi alimentari nei supermercati, maledicendo la società e il Padreterno.
Non è così, anche se come può non essere drammatica la situazione di chi è costretto a vivere con la pensione minima? Ma il suo dramma, la signora Antonietta, se lo tiene bene stretto e lo nasconde con grande dignità.
«Quando mi invitano da qualche parte, spiega, non faccio mai fare brutte figure a nessuno, mi presento ben in ordine».
Ma la domanda che risuona dentro di me è sempre la stessa: si può vivere dignitosamente con seicento euro al mese? Mi è difficile credere che sia umanamente possibile: qual è il segreto per non sentirsi frustrati, nell'era del consumismo imperante, per quello che non può avere e comprare?
Qual è il segreto della signora Antonietta? Perché c'è.
Ci deve essere, non può non esserci...


CONTATTI

La Fondazione Exodus gestisce oggi direttamente 26 comunità e/o centri sul territorio nazionale che, tramite le realtà ad essa collegate, diventano oltre 40. Diciotto centri, distribuiti nelle 7 regioni italiane che l'hanno istituito, sono regolarmente accreditati per la prevenzione e cura degli stati di tossicodipendenza e di conseguenza convenzionati con il servizio sanitario regionale (ASL). Quattro realtà si trovano all'estero: in Madagascar, Etiopia, Argentina e Honduras. Esistono legami stabili con altre realtà partner all'estero (Ucraina, Brasile). La sede principale (via Marotta, 18/20 - Milano) è stata accreditata per lo svolgimento di attività di formazione superiore e di orientamento. In sintonia con la Fondazione lavorano diverse Cooperative Sociali, Associazioni, un Consorzio di Cooperative, una casa editrice, per mezzo delle quali vengono realizzati programmi, avviati progetti, gestiti Centri di Ascolto secondo gli obiettivi e la metodologia Exodus.

www.exodus.it

DON ANTONIO MAZZI
FONDATORE E PRESIDENTE DI EXODUS
02.210151
REDAZIONE 0776.311788


Chi è Don Mazzi

Un primo piano di Don Mazzi fondatore di ExodusVeronese, classe 1929, dopo gli studi classici e quelli teologici e filosofici viene ordinato a Ferrara sacerdote nella Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, fondata da San Giovanni Calabria a Verona nel 1907. Già da subito approfondisce gli studi di pedagogia e psicologia dell'età evolutiva e della disabilità frequentando diversi corsi di specializzazione in Italia e all'estero, in particolare negli USA alla Columbia University, in Germania nel Centro di riabilitazione di Heidelberg e in Olanda a HoensbroeK, ecc. Negli anni ha ricevuto diverse lauree ad honorem in pedagogia. Dal 1955 al 1984 è responsabile di diverse iniziative di assistenza e formazione a giovani con problemi, in collaborazione con istituzioni pubbliche e università. Nel 1989, gli viene assegnata la Cascina Molino Torrette all'interno del Parco Lambro (Milano), che diventa la sede dei progetti Exodus e dove tuttora abita, partecipando così in modo diretto all'attivitità della Fondazione. Negli anni successivi, oltre ad occuparsi della Fondazione, sviluppa diversi progetti, svolge attività seminariali di studio presso l'Università di Cassino ed è sempre in prima linea promuovendo iniziative di assistenza e trasmettendo la propria esperienza e competenza pratica e scientifica. Giornalista professionista, svolge una significativa attività di comunicazione e sensibilizzazione utilizzando svariati "media".