IL PENSIERO DI DON MAZZI
SULLA NUOVA POVERTÀ
C'è una strana visione italiana
della crisi e della recessione
di Don Mazzi
SIAMO POVERA GENTE. La crisi ci ha depauperato.
La quarta settimana è da
terzo mondo. Mancano i soldi per il
pane. Perfino la metro è "irraggiungibile".
Aziende che chiudono, suicidi per debiti, libri di scuola
troppo cari, affitti fuori controllo, il costo della vita
sempre più pesante. C'è una strana visione italiana
della crisi e della recessione.
Mentre facciamo sparire il pane dalla tavola e manifestiamo
per i costi dei libri scolastici, obbligandoci a
contenere i bisogni primari, nel contempo i capricci
non si riducono. I soldi per cambiare la macchina, per
i lauti pranzi dei battesimi, dei matrimoni, delle prime
comunioni, non mancano mai. Sfigureremmo!
Girano nella nostra "povera" nazione, centomila italiani
con auto che valgono il doppio dei redditi denunciati.
In teoria centomila italiani che faticano
nella quarta settimana a sopravvivere,
viaggiano con sotto il
sederino Suv, Audi, Bmw, Cayenne.
Aggiungo, a mio rischio, che i suddetti
centomila, per essere all'altezza
del mezzo che cavalcano, frequentano
centri benessere, luoghi di vacanza dignitosi,
negozi collocati in "malfamati" viottoli di Milano,
Roma, Bologna.
A tutti loro si contrappone, in me, il ricordo di una
persona incontrata nel mio eterno girovagare per
l'Italia. Spontanea la mia domanda: «Signora, ma come
si fa a vivere con seicento euro al mese?». Altrettanto
spontanea la sua risposta: «Non si vive».
E come si fa, con seicento euro al mese, ad avere la
possibilità, oltre che la voglia di aiutare gli altri? «C'è
sempre qualcuno che sta peggio di te». Poi toglie un
pacchettino dalla borsa, un pacchetto grande come
una scatola di sigarette, con un nastro azzurro. E dice:
«Un piccolo pensiero per lei».
Per spiegare la signora Antonietta basterebbero queste
poche righe. Ma tutto, in lei, è una sorpresa. Perché ti
aspetti una persona modestamente
vestita, forse un po' trasandata, per
via di quella miseria che lo Stato le
passa per vivere, ed invece...
La immagini con una cultura elementare,
perché se avesse studiato
sarebbe stata facilitata nel trovarsi un lavoro, ed ora la sua pensione sarebbe superiore,
ed invece… Pensi ad un pomeriggio, insieme a lei,
pieno di piagnistei e di lagnanze, ed invece...
Ed invece la tua immaginazione ha sbagliato tutto:
eccola vestita con gusto, e con una buona cultura: «So
molto bene l'inglese, anche se ora l'ho perso un pò:
pensi che l'ho insegnato, tra gli altri, ad un famoso
ambasciatore e ad un alto dirigente di una casa farmaceutica
». Di lagnanze neanche l'ombra.
Certo, avrebbe fatto "più notizia" un racconto drammatico
e spettacolare, quello di una persona che per
sopravvivere rovista tra la spazzatura oppure ruba i
generi alimentari nei supermercati, maledicendo la
società e il Padreterno.
Non è così, anche se come può non essere drammatica
la situazione di chi è costretto a vivere con la pensione
minima? Ma il suo dramma, la signora Antonietta, se
lo tiene bene stretto e lo nasconde con grande dignità.
«Quando mi invitano da qualche parte, spiega, non
faccio mai fare brutte figure a nessuno, mi presento
ben in ordine».
Ma la domanda che risuona dentro di me è sempre la
stessa: si può vivere dignitosamente con seicento euro
al mese? Mi è difficile credere che sia umanamente
possibile: qual è il segreto per non sentirsi frustrati,
nell'era del consumismo imperante, per quello che
non può avere e comprare?
Qual è il segreto della signora Antonietta? Perché c'è.
Ci deve essere, non può non esserci...
CONTATTI
La Fondazione Exodus gestisce oggi direttamente
26 comunità e/o centri sul territorio nazionale
che, tramite le realtà ad essa collegate,
diventano oltre 40. Diciotto centri, distribuiti nelle
7 regioni italiane che l'hanno istituito, sono regolarmente
accreditati per la prevenzione e cura
degli stati di tossicodipendenza e di conseguenza
convenzionati con il servizio sanitario regionale
(ASL). Quattro realtà si trovano all'estero: in Madagascar,
Etiopia, Argentina e Honduras. Esistono
legami stabili con altre realtà partner all'estero
(Ucraina, Brasile). La sede principale (via Marotta,
18/20 - Milano) è stata accreditata per lo
svolgimento di attività di formazione superiore e
di orientamento. In sintonia con la Fondazione lavorano
diverse Cooperative Sociali, Associazioni,
un Consorzio di Cooperative, una casa editrice,
per mezzo delle quali vengono realizzati programmi,
avviati progetti, gestiti Centri di Ascolto
secondo gli obiettivi e la metodologia Exodus.
www.exodus.it
DON ANTONIO MAZZI
FONDATORE E PRESIDENTE DI EXODUS
02.210151
REDAZIONE 0776.311788
Chi è Don Mazzi
Veronese, classe 1929, dopo gli studi classici e quelli teologici e filosofici viene ordinato a Ferrara sacerdote nella Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, fondata da San Giovanni Calabria a Verona nel 1907. Già da subito approfondisce gli studi di pedagogia e psicologia dell'età evolutiva e della disabilità frequentando diversi corsi di specializzazione in Italia e all'estero, in particolare negli USA alla Columbia University, in Germania nel Centro di riabilitazione di Heidelberg e in Olanda a HoensbroeK, ecc. Negli anni ha ricevuto diverse lauree ad honorem in pedagogia. Dal 1955 al 1984 è responsabile di diverse iniziative di assistenza e formazione a giovani con problemi, in collaborazione con istituzioni pubbliche e università. Nel 1989, gli viene assegnata la Cascina Molino Torrette all'interno del Parco Lambro (Milano), che diventa la sede dei progetti Exodus e dove tuttora abita, partecipando così in modo diretto all'attivitità della Fondazione. Negli anni successivi, oltre ad occuparsi della Fondazione, sviluppa diversi progetti, svolge attività seminariali di studio presso l'Università di Cassino ed è sempre in prima linea promuovendo iniziative di assistenza e trasmettendo la propria esperienza e competenza pratica e scientifica. Giornalista professionista, svolge una significativa attività di comunicazione e sensibilizzazione utilizzando svariati "media".
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