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Alessandra Malito
Nicoletta Alborino
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Alla Scoperta di uno dei più
famosi monumenti del mondo: il Colosseo
di Nicoletta Alborino e Alessandra Malito
Tutti conoscono l’immagine
di questo monumento, ma pochi conoscono la sua vera storia, se non attraverso
le vicende narrate nei grandi film d’epoca!
Fu l’Imperatore Flavio Vespasiano,
nel 72 d.c., a dotare Roma, per la prima volta, di un anfiteatro stabile
degno della grandezza dell’Impero. Il nome Colosseo si affermò
soltanto durante il Medioevo e si pensa sia stato attribuito per la presenza,
nelle vicinanze, di una statua alta più di 30 m chiamata «colosso
di Nerone».
Nell’anfiteatro si tenevano gli spettacoli dei gladiatori, le Venationes,
una sorta di caccia agli animali feroci, i combattimenti navali (naumachie)
e secondo alcuni, il martirio dei cristiani (teoria smentita negli ultimi
anni), potendo ospitare fino a 45.000 spettatori.
Originariamente la pavimentazione del Colosseo doveva consentire una grande
portata d’acqua, proveniente dall’originale stagno costruito
per la casa di Nerone. Solo in seguito vennero approntati i sotterranei
in muratura di mattoni e blocchi di tufo, tuttora visibili all’interno,
per consentire il passaggio, al disotto della pavimentazione in tavolato
ligneo, sia di gladiatori sia di fiere. Attraverso un sistema di carrucole-ascensori
posti probabilmente all’interno delle 30 nicchie del muro perimetrale
ed al centro dell’arena, si facevano risalire dai sotterranei fino
a 1.000 combattenti e centinaia di leoni contemporaneamente. L’accesso
all’anfiteatro era gratuito e l’attribuzione dei posti dipendeva
dalla classe sociale di appartenenza. I posti più vicini all’arena
erano riservati ai senatori, poi i cavalieri e così via. Nei posti
più in alto, sedevano nell’ordine, i liberti, le donne e,
infine, gli schiavi e i marinai responsabili del velarium.
Quest’ultimo era un tendone circolare, che riparava gli spettatori
dal sole e dalla pioggia: un’enorme «ciambella» di tessuto
che lasciava il centro dell’arena a cielo aperto. La storia di questo
monumento è stata costellata negli anni da disastrosi incendi,
crolli per scosse telluriche e depredazioni soprattutto dei marmi, per
la costruzione di molti palazzi della città.
Fu solamente sotto il pontificato di Pio VIII, all’inizio dell’Ottocento,
che si cominciò a rivalutare e restaurare l’edificio antico.
Nel XX° secolo, nell’ambito della risistemazione urbanistica
voluta da Benito Mussolini, divenne uno dei due estremi della via dei
Fori Imperiali. Ma nonostante tutto ciò i Romani ricordano sempre
la profezia del venerabile Beda che disse: «fin quando ci sarà
il Colosseo ci sarà Roma, quando cadrà il Colosseo cadrà
Roma e quando cadrà Roma, cadrà il mondo».
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