MTM n° 2

 

MEDICAL TEAM MAGAZINE - Anno 1 - Numero 2 - nov/dic 2002

 


Monumenti
 


Alessandra Malito
Alessandra Malito

Nicoletta Alborino
Nicoletta Alborino



Alla Scoperta di uno dei più famosi monumenti del mondo: il Colosseo
di Nicoletta Alborino e Alessandra Malito

Tutti conoscono l’immagine di questo monumento, ma pochi conoscono la sua vera storia, se non attraverso le vicende narrate nei grandi film d’epoca!

Fu l’Imperatore Flavio Vespasiano, nel 72 d.c., a dotare Roma, per la prima volta, di un anfiteatro stabile degno della grandezza dell’Impero. Il nome Colosseo si affermò soltanto durante il Medioevo e si pensa sia stato attribuito per la presenza, nelle vicinanze, di una statua alta più di 30 m chiamata «colosso di Nerone».
Nell’anfiteatro si tenevano gli spettacoli dei gladiatori, le Venationes, una sorta di caccia agli animali feroci, i combattimenti navali (naumachie) e secondo alcuni, il martirio dei cristiani (teoria smentita negli ultimi anni), potendo ospitare fino a 45.000 spettatori.
Originariamente la pavimentazione del Colosseo doveva consentire una grande portata d’acqua, proveniente dall’originale stagno costruito per la casa di Nerone. Solo in seguito vennero approntati i sotterranei in muratura di mattoni e blocchi di tufo, tuttora visibili all’interno, per consentire il passaggio, al disotto della pavimentazione in tavolato ligneo, sia di gladiatori sia di fiere. Attraverso un sistema di carrucole-ascensori posti probabilmente all’interno delle 30 nicchie del muro perimetrale ed al centro dell’arena, si facevano risalire dai sotterranei fino a 1.000 combattenti e centinaia di leoni contemporaneamente. L’accesso all’anfiteatro era gratuito e l’attribuzione dei posti dipendeva dalla classe sociale di appartenenza. I posti più vicini all’arena erano riservati ai senatori, poi i cavalieri e così via. Nei posti più in alto, sedevano nell’ordine, i liberti, le donne e, infine, gli schiavi e i marinai responsabili del velarium.
Quest’ultimo era un tendone circolare, che riparava gli spettatori dal sole e dalla pioggia: un’enorme «ciambella» di tessuto che lasciava il centro dell’arena a cielo aperto. La storia di questo monumento è stata costellata negli anni da disastrosi incendi, crolli per scosse telluriche e depredazioni soprattutto dei marmi, per la costruzione di molti palazzi della città.
Fu solamente sotto il pontificato di Pio VIII, all’inizio dell’Ottocento, che si cominciò a rivalutare e restaurare l’edificio antico. Nel XX° secolo, nell’ambito della risistemazione urbanistica voluta da Benito Mussolini, divenne uno dei due estremi della via dei Fori Imperiali. Ma nonostante tutto ciò i Romani ricordano sempre la profezia del venerabile Beda che disse: «fin quando ci sarà il Colosseo ci sarà Roma, quando cadrà il Colosseo cadrà Roma e quando cadrà Roma, cadrà il mondo».