MTM n°3

 

MEDICAL TEAM MAGAZINE - Anno 2 - Numero 1 - gen/feb 2003

 


Il medico generico
 


Vito Scalisi
Vito Scalisi




Nel rispetto del paziente
Intervista al Dott. Antonio Bove
di Vito Scalisi

Dott. Antonio BoveMedico di medicina generale con 26 anni di esperienza sul territorio e con circa 1500 assistiti. Già medico della USL RM9 in qualità di responsabile dell’ambulatorio ATAC. Dal novembre 1983 a tempo pieno nell’ambulatorio di Via di Giardinetti, 3. Fa parte della cooperativa Icaro Medical Care

Continua il nostro itinerario nell’analisi della professione del medico generico, del suo mondo e delle problematiche ad essa connesse. Questo mese ci siamo spostati nel Sud di Roma e precisamente in Via Giardinetti 3, dove siamo andati a trovare il Dr Antonio Bove.

Dott. Bove ritiene di appartenere alla schiera degli iperprescrittori che fanno sforare la spesa sanitaria?
Assolutamente No. L’esperienza e la professionalità unite alla gestione informatizzata della cartella clinica, mi permettono di tenere sotto controllo le prescrizioni improprie e non motivate da un effettiva esigenza diagnostica-terapeutica. Tuttavia dovrebbe esserci più responsabilità da parte dei Mass-Media nel divulgare aspettative esagerate su cure e mezzi diagnostici e più attenzione sull’adozione di modelli di comportamento igienico-morali-alimentari corretti, nel prevenire le malattie.
Faccia un appello ai colleghi ovunque essi espletino l’attività.
Ricordiamoci che solo una categoria unita ed al fianco dei pazienti, nella difesa del bene-diritto salute, di cui tutti debbono fruire in egual modo, di là dagli orpelli politici (vedi Devolution) , economici (Leggi Finanziarie addomesticate) burocratici, ci potrà permettere di esistere come interlocutori credibili. Il Dividi et Impera lasciamolo ad altri.
Un invito ai sindacati rappresentativi.
Nella prossima contrattazione con le controparti (Governo Centrale o Regionale) per il rinnovo della CONVENZIONE MMG, cercate di non prevedere la corresponsione di arretrati. È una devastante trappola fiscale, tra saldo ed acconti gli restituiamo il 90%. Sarebbe più utile una donazione che ci potremmo detrarre dalle tasse!
Esiste un comportamento scorretto che vorrebbe denunciare?
È ricorrente che miei assistiti vengano a chiedermi a posteriori, senza che io ne avessi fatto richiesta esplicita dopo la visita, prestazioni strumentali (Doppler, MOC, Ecografie, TAC, Risonanze di vari distretti anatomici) richieste allo sportellista di turno che generalmente prenota anche senza impegnativa del medico curante. Tale comportamento ha creato i presupposti per maggiore conflittualità con i pazienti ai quali nego la prestazione che si sono autoprenotata. In un recente incontro avuto con un Collega specialista di Tor Vergata, è emerso in parte l’arcano di tale comportamento. Pare che, solo da poco tempo, sia stata stipulata una Convenzione con la Regione Lazio, pertanto tutte le prestazioni effettuate prima e fino ad allora, sarebbero pagate a forfait e non a prestazione. Da qui si spiega la necessità di acquisire richieste senza andare per il sottile, in barba a regolamenti od inviti ad ottimizzare le risorse economiche della sanità, all’insegna invece del più sfrenato ed efficiente consumismo carpito ed indotto.
Quale episodio della sua attività di medico, ultimamente lo ha coinvolto emotivamente?
Proprio pochi giorni fa sono stato invitato al pranzo per il festeggiamento di un centenario, e questo mi ha dato molto piacere, visto che da vent’anni il festeggiato è un mio paziente.
Vorrebbe diffondere informazioni su un caso che ha in cura e per il quale le manca un valido suggerimento?
È il caso di una ragazza che viene curata dalla CIM (Centro di Igiene Mentale) di cui lei non ha più fiducia, perdurando il suo problema e non ottenendo l’assistenza di cui ha bisogno. Soffre di una grave sindrome depressiva e non può permettersi cure a pagamento.
Attualmente sia la madre che la figlia sarebbero proiettate verso una struttura della CIM situata nei pressi della zona dei Castelli. Si tratta di una struttura convenzionata, ma mancano il placet del terapeuta del CIM e del funzionario addetto allo stanziamento dei fondi. La ragazza chiede semplicemente di evitare il ricovero, andando, perlomeno in un day hospital psichiatrico. Come posso agire in questo caso?
È soddisfatto della sua camera professionale?
Ho il rimpianto di non aver completato la specializzazione in medicina del lavoro. Abbandonai la specializzazione dopo aver vinto un concorso per l’INAM, che dava la possibilità, dopo cinque anni, d’inserimento nel campo della medicina legale.


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