MTM n°4

 

MEDICAL TEAM MAGAZINE - Anno 2 - Numero 2 - mar/apr 2003

 


Il medico generico
 


Dott. Luigi Guacci
Dott. Luigi Guacci




Medicina familiare

del Dott. Luigi Guacci

Dott. Marcello PisaneschiMedici e pazienti in un rapporto d’altri tempi.
L’importanza della ricetta rosa, tramite tra medici e ospedali

Dr. Marcello Pisaneschi,
laureato nel 1981,
specialista in otorinolaringoiatria,
medico di base dal 1987

Lo studio del dr. Pisaneschi è ubicato nel cuore della vecchia Roma, a venti passi da Piazza Argentina. Rileviamo che il dottore dedica un tempo abbastanza lungo ad ogni paziente. Questo mese è a lui che abbiamo rivolto le nostre domande.

Com’è cambiato in questi ultimi anni il lavoro del medico di base?
L’aumento della burocrazia, le lunghe attese per eseguire le varie prove diagnostiche e le note CUF ostacolano notevolmente la gestione del paziente e della terapia.
Qual è il suo rapporto con i pazienti? La seguono sempre?
Sono molto soddisfatto perché faccio in modo che il rapporto sia di tipo familiare, come usavano i medici d’altri tempi. In generale, i pazienti seguono le mie indicazioni e raramente si fanno fuorviare da consigli di zie o amici e consultano altri specialisti solo su mia prescrizione.
Si ritiene soddisfatto del trattamento economico per la sua produzione di salute?
No comment.
Ritiene che gli ospedali siano un valido aiuto per il medico che è quotidianamente a contatto con il paziente? Cosa manca per una reale collaborazione?
Gli ospedali dovrebbero avere una via di comunicazione preferenziale con il medico di base e dovrebbero essere responsabilizzati con un uso più frequente delle ricette rosa (compresa l’apposizione controfirmata della relativa nota CUF).
Quali sono i suoi rapporti con le Asl?
La ASL è l’ozio senza riposo, dove il facile diventa difficile attraverso l’inutile.
Lei è specialista in ORL ciò l’aiuta nella pratica di medico di base?
La patologia otoiatrica è molto comune nei nostri studi, quindi sono avvantaggiato nel poter curare direttamente e subito queste patologie e nell’evitare perdita di tempo prezioso per diagnosticare soprattutto le patologie maggiori.
Ha qualche aneddoto, magari allegro da raccontare?
Certo: ho rivisto giorni fa una paziente anziana che non vedevo da un po’ di tempo. Mi racconta che si era sentita male ed era stata ricoverata, ed aggiunge: ora devo vivere sempre col black&daker. Naturalmente compresi subito che si trattava del Pace-Maker.

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