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Vito Scalisi
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Mondi sommersi
Chi sono e quanti sono i disabili? Quali i loro
bisogni e le loro esigenze?
Per la Provincia di Roma un nuovo anno per i diversamente abili.
Intervista all’ On. Tiziana Biolghini Consigliere
Delegato all’handicap della Provincia di Roma
di Vito Scalisi
Oggi
vivo l’emozione di questa Delega
conferitami dal Presidente Enrico Gasbarra.
Grazie a quest’incarico, posso così occuparmi
«a pieno titolo» di una classe di cittadini che si inserisce
in una complessa lotta per la conquista dei diritti sociali.
Come nasce in Tiziana Biolghini
la passione per la politica e il suo impegno nel sociale?
È davvero complesso trovare un incipit che possa in qualche modo
essere definito come causa di quello che sono oggi. Senz’altro la
prima esperienza lavorativa significativa che mi ha coinvolto e cambiata
è stata quella all’Ospedale psichiatrico Santa Maria della
Pietà. Ho vissuto personalmente tutta la violenza dell’istituzione,
conoscendo centinaia di persone a cui era stata “strappata”
letteralmente l’anima e la mente.
Sin da giovanissima comunque mi sono occupata di politica e da subito
sono stata impegnata in movimenti di volontariato, tra i più importanti
senz’altro i sei mesi in Irpinia come responsabile dei gruppi del
Comune di Roma.
Sono stata eletta per la prima volta in Consiglio Provinciale nel ’95
con Giorgio Fregosi, successivamente Presidente della Commissione Cultura
e Politiche Sociali e rieletta infine durante la Presidenza di Moffa.
Oggi vivo l’emozione di questa Delega conferitami dal Presidente
Enrico Gasbarra. Grazie a quest’incarico, posso così occuparmi
«a pieno titolo» di una classe di cittadini che si inserisce
in una complessa lotta per la conquista dei diritti sociali.
Cosa
mi dice a proposito del nuovo piano sulla mobilità?
La Provincia ha preparato un grande piano per il trasporto dei disabili,
rivisitandone uno della precedente Giunta. Però il piano si presentava
molto carente: la parte affidata alla ricerca era quasi inesistente e
il disegno culturale si presentava come offensivo nei confronti delle
comunità composte dai diversamente abili, prevedendo, ad esempio,
il trasporto solo per i disabili motori escludendo sensoriali, psichici
e persino bambini.
Il nostro nuovo piano non mette da parte nessuno, includendo anche chi
temporaneamente, a causa ad esempio di una frattura, non è in condizioni
di guidare un mezzo privato.
Ed ancora: il piano precedente prevedeva il trasporto solo per le questioni
legate alle cure sanitarie, per questioni scolastiche o di lavoro, nella
nostra proposta abbiamo invece inserito anche il tempo libero e quindi
trasporti per questioni sportive.
Sarà attivato un servizio a chiamata con un call center dove prenotare
il mezzo. Prevediamo mezzi con ingressi sia di lato che posteriori…
Quale situazione ha trovato nei Comuni?
Una situazione catastrofica. Nel Comune di Lariano, ad esempio, esiste
una realtà associativa costretta ad autotassarsi per pagare gli
A.i.c. [assistenti educativi culturali o assistenti di base delle scuole
d’obbligo per i bambini disabili]. A Monte Celio è presente
un centro diurno per diversamente abili sia psichici che sensoriali, gestito
da Suor Angela, costretto a pagarsi l’affitto e la mensa lavorando
fuori dal centro. Pensate che in dieci anni hanno ottenuto solo dieci
milioni, una situazione vergognosa. Si trovano a gestire inoltre locali
che non permettono di valorizzare il potenziale umano, culturale e sociale
che esiste in quel Centro.
Quali saranno i primi passi da compiere?
Ritengo che la prima cosa da fare sarà quella di realizzare un
censimento in grado di fornirci un valore esatto del numero dei disabili
presenti nella nostra Provincia.
Un censimento che sarà laborioso, preceduto dalla ricerca di terminali
giusti: medici di base, associazioni, scuole, parrocchie, ecc. Bisognerà
quindi costituire una Anagrafe per capire chi sono e di cosa hanno bisogno
realmente i diversamente abili.
La seconda sarà quella di costruire una grande rete telematica
di tutte le Associazioni e, attraverso di essa, fornire tutte le informazioni
utili: dai bandi, alle opportunità di lavoro, al collocamento speciale,
alle opportunità di sport per disabili, di tempo libero, di attività
di teatro integrato.
I tempi di attuazione potrebbero rivelarsi lunghi…
No, perché sto lavorando contemporaneamente ai passaggi in commissione,
tutto nello stesso mese.
Di quali fondi disponete per il piano di mobilità?
Verrà finanziato all’inizio con un milione e settecento mila
euro per arrivare poi a quattro milioni e cinquecento mila euro l’anno.
Quali rapporti ha con il Comune di Roma, la Regione Lazio e le
Asl?
Con la Regione non ho ancora avuto alcun contatto. Dal Comune e in particolare
da Ileana Argentin, ancora prima che mi fosse conferita la delega, ho
ricevuto tanti consigli e suggerimenti su come muovermi. Ho intenzione
di realizzare una serie di incontri con i Comuni capofila dei piani di
zona socio-sanitari, chiamando anche le Asl a partecipare, per comprendere
quali sono le politiche, che riguardano da vicino la disabilità,
messe in atto nel corso degli ultimi anni. Ho già ricevuto purtroppo
notizie non confortanti da alcune Asl, che hanno tagliato di netto la
prestazione di servizi per disabili di tipo psichiatrico, logopedico,
ecc. dopo il compimento della maggiore età.
Questa Provincia presenta un sommerso incredibile.
Mi è già pervenuta una denuncia dall’Associazione
Arcobaleno di Velletri dove è stato inaugurato un nuovo mercato
senza che sia stato previsto lo spazio di passaggio per i carrozzati tra
un banco e l’altro e sono diminuiti fortemente i posti macchina
per i cittadini disabili. È gravissimo che nelle nuove opere noi
continuiamo a riprodurre antiche barriere architettoniche.
PROVINCIA
FORUM REGIONALE PER L’ANNO EUROPEO DELLA
PERSONA CON DISABILITÀ
Presentato dalla Provincia di Roma il nuovo piano in difesa dei
diritti dei diversamente abili
Un duplice obiettivo: «da una parte
realizzare le pari opportunità e il riconoscimento di tutti i diritti
dei cittadini diversamente abili e dall’altra valorizzare le politiche
culturali dell’integrazione: contaminarsi, incontrarsi, riconoscere
ed apprezzare le diversità è anche accettare “l’altro”
che è dentro di noi”. Così Tiziana Biolghini inaugura
una vera e propria trasformazione del modo di pensare e agire negli interessi
dei portatori di handicap psico-fisici. “Appena insediata, la nuova
struttura del servizio handicap della Provincia di Roma ha verificato
l’assenza di una anagrafe della disabilità: quanti sono,
dove vivono e soprattutto che bisogni hanno. Compito primario risulta
essere quindi la realizzazione di un censimento e la costituzione di un
Osservatorio da realizzare in collegamento fra il mondo dell’associazionismo
e i servizi sociali dei Comuni.”
Un ruolo centrale, dunque, che la Provincia assegna alle numerose associazioni
non-profit impegnate nel territorio, di cui vuole essere nel tempo punto
di raccordo per proposte e suggerimenti. Associazioni, troppo spesso,
isolate e prive dei fondi minimi per sostenere la dura lotta prefissa,
surclassate ancora più frequentemente da un contesto sociale disposto
per dirottare tutte le proprie risorse economiche verso realtà
prive di interessi realmente sociali; parola quest’ultima che diviene
in questi casi solo uno strumento, una facciata al servizio di interessi
prettamente economici. Bisogna dunque fare emergere le voci sommerse dell’associazionismo
che non è più disposto a tollerare disuguaglianze di trattamento
sociale. Ma le stesse associazioni poco possono fare senza che nel contempo
ad essere coinvolti non sia anche la società nella sua complessità
ed in definitiva il senso civico e morale di ogni individuo diversamente
abile e non. Tanti così i compiti che Forum e Provincia devono
assolvere per una fetta di cittadinanza che attende risposte concrete
spesso disattese, per conquistarsi oggi quella fiducia che sta alla base
di ogni proficua cooperazione.
Abituati ad una logica che dall’alto verso il basso agisce e si
realizza, in una sorta di attesa passiva, occorre però che anche
il cittadino stesso risponda concretamente operando nel ‘piccolo
quotidiano’ con la stessa fermezza, integrità e professionalità
che auspichiamo dalle istituzioni politiche.
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Dott.
Claudio Varrenti
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A
proposito di tutela del contribuente…
Dott. C. Varrenti
Con sentenza n. 17579 del 20 novembre 2003,
la sezione tributaria della Corte di cassazione è intervenuta per
chiarire, dal punto di vista sanzionatorio, la situazione del contribuente
nell’ipotesi in cui gli inadempimenti contestati dal fisco siano
da imputare al comportamento omissivo del commercialista. La sentenza
fissa dei limiti importanti all’irrogazione di sanzioni da parte
del fisco, in quanto il D.lgs. 472/97 esonera il contribuente da responsabilità,
in presenza di fatti imputabili a terzi regolarmente denunciati all’autorità
giudiziaria, solo per il mancato versamento del tributo. La norma, quindi,
non considerava tutte quelle ipotesi in cui gli inadempimenti del consulente
si sostanziano in omissioni di natura contabile o formale. I giudici di
legittimità, invece, hanno interpretato la norma ampliando la portata
della medesima, richiedendo, ai fini sanzionatori nei confronti del contribuente,
che le omissioni contestate siano almeno da imputare alla sua negligenza.
La sentenza, peraltro, contiene una sollecitazione all’Amministrazione
circa l’indicazione del comportamento che il contribuente dovrebbe
adottare per evitare di essere tacciato di negligenza, ferme restando,
quali pregiudiziali all’esonero da sanzioni, che gli inadempimenti
contestati siano dipesi esclusivamente dal comportamento del consulente
e che tale condotta fraudolenta sia stata denunciata alla magistratura.
Si ricorda che la documentazione deve essere conservata dal contribuente
fino alla scadenza dei termini per l’accertamento.
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