MTM n°6
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 2 - Numero 5/6 - set/dic 2003

Speciale inquinamento globale
 


Dott. Eugenio Raimondo
Dott. Eugenio Raimondo


Inquinamento globale
a cura di Eugenio Raimondo


Da decenni l'uomo utilizza antiparassitari, pesticidi, anticrittogamici e concimi chimici nelle coltivazioni, ormoni e antibiotici negli allevamenti, vari additivi alimentari nei conservanti, antiossidanti, esaltatori di sapore e aromatizzanti, addensanti e gelatificanti, emulsionanti, acidificanti, lieviti, coloranti… che poi ritroviamo nei cibi e nell'acqua.
A questo prolungato «stress tossinico» l'organismo reagisce attraverso il sistema immunitario che, in alcuni individui, genera la manifestazione allergica. In alcuni casi queste patologie possono anche assumere caratteristiche di una certa gravità, come avviene per l'asma bronchiale allergica, il morbo celiaco, o gravi forme di dermatiti. Le reazioni di adattamento dell'organismo alle continue sollecitazioni alle quali è sottoposto non coinvolgono solo il sistema immunitario ma anche il sistema nervoso e ormonale, nonché la sfera mentale dell'individuo.


Gli additivi da cui stare alla larga

acido benzoico e210
acido ortofosforico e338
aldeide formica e240
anidride solforosa e220
aspartame
azoburina e122
tartrazina e102
butil-idrossi-anisolo e320
eritrosina e127
gallato di occile e311
gallato di dodecile e312
glutammato monopodico
gomma arabica e414

Gli additivi devono essere indicati a parte rispetto agli ingredienti del prodotto utilizzando il termine "contiene", poiché sono considerati "ingredienti" unicamente quelle sostanze che forniscono un apporto nutritivo. In alternativa ai prodotti inscatolati contenenti additivi è preferibile utilizzare, oltre ai prodotti freschi, per esempio quelli surgelati.


Diffusione della depressione

I più recenti studi epidemiologici della Organizzazione Mondiale della Sanità attestano che, in Italia, sono circa 8,5 milioni le persone che soffrono di disturbi depressivi e 3 milioni di disturbi d’ansia. Considerando che, per ogni paziente, sono almeno due/tre i parenti coinvolti, si può avere un’idea di come questo disturbo abbia la valenza di malattia sociale. Del resto il costo sociale, inteso come ore lavorative annue perse a causa del suddetto disturbo, è in Italia di circa 400 milioni di euro l’anno.