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Vito
Scalisi
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False diagnosi
di
Vito Scalisi
Allergie
alimentari. Tra diagnosi scientifiche e truffe.
Intervista al Prof. Fernando Aiuti
Fernando Aiuti Professore Ordinario di
Medicina Interna e Allergologia
e Immunologia Clinica, Primario e Direttore della Scuola di Specializzazione
di
Allergologia e Immunologia Clinica dell'Università degli Studi
di Roma La Sapienza.
Presidente Società Italiana di Immunologia e Immunologia Clinica.
Fondatore e Presidente Associazione Nazionale per la Lotta contro l'Aids.
Fondatore della Società Europea delle Immunodeficienze.
Membro del gruppo di studio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
per le Immunodeficienze Primitive. Membro della Commissione
Nazionale per la lotta contro l'Aids del Min. della Sanità.
Cosa sono oggi le allergie alimentari e come si manifestano?
La parola allergia significa una maniera esagerata da parte del sistema
immunitario di riconoscere sostanze estranee e di rispondere con anticorpi
in genere appartenenti alla classe delle immunoglobuline E.
Quali organi colpisce in particolare l’allergia alimentare?
Le allergie alimentari riguardano, in genere, un certo gruppo di alimenti
e la risposta si può manifestare con disturbi clinici ai vari organi
ed apparati. Ovviamente l’apparato più colpito è quello
gastroenterico, ma si possono verificare anche manifestazioni cliniche
alla cute, al sistema nervoso e all’apparato polmonare.
Qual è la diagnosi di allergia alimentare?
La diagnosi delle malattie allergiche deve tener conto di una precedente
diagnosi clinica. Se il paziente non presenta disturbi clinici correlati
a ipotesi di allergie alimentari, che riguardano, ad esempio, l’apparto
gastroenterico, con diarrea o che riguardano l’apparato cutaneo,
con l’eczema o l’orticaria, non si potrà fare diagnosi
di allergia.
Esiste una correlazione tra il disturbo clinico e il dato di laboratorio
che è inscindibile nella diagnosi di allergie alimentari.
Quali sono le analisi di laboratorio più importanti per
effettuare una diagnosi di allergia alimentare e qual è l’attendibilità
di queste analisi?
È il dosaggio delle immunoglobuline e totali ed in secondo luogo
più importante la ricerca degli anticorpi specifici nei confronti
con i vari alimenti. In questo secondo caso si effettua un prelievo del
sangue e si cerca, con varie metodiche, la presenza di anticorpi che sono
diretti verso le proteine in causa ipoteticamente allergizzanti.
La diagnosi può essere effettuata anche con test cutanei, i cosiddetti
Scratch Test, test di contatto o con il Prick by Prick.
Quelli enunciati sono i test con validità scientifica, oltre a
questi la cosa più importante è rappresentata, nel caso
di sospetto di allergia alimentare o comunque nel caso di riposte dubbie,
dalla cosiddetta dieta di eliminazione, oppure dalla dieta di scatenamento.
Resta fondamentale comunque nella diagnosi di allergie la presenza di
elementi clinici. La gente deve diffidare di tutte quelle analisi che
si basano su ad esempio: prove termodinamiche, prove di stimolazioni in
vitro delle cellule, prove di rilevazione dell’allergia con il sudore,
con il sospiro, con la respirazione, prove anche del sangue che si basano
su un pannello di 500/1000 allergeni mai esistito. Bisogna assicurarsi
che il test proposto contenga nomi come: “Prist” e“Rast”,
il quale è parola chiave che indica i test per la ricerca degli
anticorpi specifici, unico attendibile. In altri casi si tratta di vere
e proprie truffe, realizzate per far diagnosi che non sono basate su nulla
di scientifico.
Quali sono le allergie più comuni?
Le allergie si manifestano in genere entro i primi trent’anni. Nei
bambini sono più frequenti, al momento dello svezzamento con allergie
al latte, alle uova, al pesce, ai semi di soia, all’arachide, nocciola
o nocciolina e al pomodoro. Anche nell’età adolescenziale
esistono casi abbastanza comuni di allergie agli alimenti. Le più
frequenti sono quelle all’uovo e al latte e derivati: formaggi,
ecc., ma non alla carne. Per quanto riguarda la frutta sono più
frequenti le allergie ai frutti di nuova generazione importati dai paesi
tropicali: avocado, kiwi, banana, mango, papaia, ecc. Altri frutti causa
di allergie alimentari possono essere le pesche, le fragole, le albicocche,
meno le mele, le pere, l’anguria. L’uva non dà allergia.
Rarissima all’arancia e ai legumi. Per quanto concerne i frutti
secchi invece la casistica parla di arachidi, noci, nocciole e noccioline.
Ed infine le verdure più allergizzanti sono il sedano, il pomodoro,
il prezzemolo, gli spinaci, le melanzane, meno la bieta e la barbabietola
e le patate, quasi mai l’insalata.
Bisogna diffidare di tutti i test che trovano allergie multiple, addirittura
al pepe, al peperoncino, al sale, alla cannella, sostanze che non danno
allergie ma che possono al massimo procurare qualche bruciore gastrico,
slegato comunque dal meccanismo intimo della sostanza. L’allergia
al tè non esiste, al caffè neanche. Bisogna fare chiarezza
una volta per tutte tra tutti i fenomeni che sono veramente allergici,
da quelli che non lo sono.
Prick by prick
È il test più utilizzato in allergologia.
Il medico seleziona, dopo una accurata anamnesi, gli allergeni sotto forma
di estratti fluidi di alimento fresco. Quindi distribuisce sull’avambraccio
del paziente una goccia di ogni estratto e punge la zona con un pennino.
Dopo qualche minuto, se la persona é sensibilizzata a quella sostanza
compaiono dei ponfi sulla pelle [tipo pizzico di zanzara].
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