Iniziative
non-profit
2004 Anno
Europeo per l’Educazione attraverso lo Sport
L’anno 2004 è stato
designato come l’anno europeo per l’educazione attraverso
lo sport. Con la collaborazione, che si auspica sempre maggiore,
tra il mondo dello sport e quello della istruzione si vuole affermare
in modo incisivo il ruolo che lo sport può svolgere come
efficace mezzo di educazione. Sotto la guida di questa indicazione
nel corso dell’anno 2004 si tenderà a convogliare le
organizzazioni sportive e quelle educative verso il raggiungimento
di una maggiore cooperazione affinché i valori trasmessi
dalla disciplina sportiva diventino strumento di sviluppo dei giovani
e veicolo di promozione di scambi culturali tra i vari paesi. I
Giochi olimpici del 2004 si presentano come l’occasione adatta
a raggiungere tale scopo e in tale occasione verranno organizzati:
concorsi sportivi, incontri e varie manifestazioni improntate sempre
all’azione di volontariato.
Vittime di torture: memorie e traumi
di Katia Scannavini
Nel diritto internazionale
la definizione più esaustiva e condivisa della tortura è
fornita dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la Tortura
del 1984. Secondo l’art. 1 il termine indica: « […]
qualsiasi atto mediante il quale sono intenzionalmente inflitti
ad una persona dolore e sofferenze forti, fisiche o mentali, al
fine segnatamente di ottenere da essa o da una terza persona informazioni
o confessioni […]». Generalmente si ritiene che la tortura
sia messa in pratica soprattutto su persone che appartengono a particolari
gruppi politici, religiosi o a minoranze. Se è vero che questi
sono i casi più tipici e diffusi, ciò non deve farci
dimenticare che nella realtà nessuno può essere considerato
immune. I comuni criminali, per esempio, sono spesso sottoposti
a tortura durante gli interrogatori e la prigionia.
Sono molti gli immigrati, e in speciale modo i rifugiati in Italia,
che fuggono dal loro paese portando con sé terribili ricordi
ed esperienze legate a torture di diverso tipo.
Uno stress intenso e ripetuto, come appunto può essere quello
della tortura, può produrre un’inibizione a carico
dei dendriti dell’ippocampo, fino ad arrivare alla morte neuronale.
L’esperienza traumatica spesso produce una frattura tra memoria
esplicita e memoria implicita. È un evento che difficilmente
riesce a entrare in un processo di temporalizzazione e storicizzazione,
non è quindi pensabile: sarà il corpo a ricordare
e non la mente. Una risposta difensiva al trauma risulta essere
il distacco dissociativo, inteso come modalità per allontanare
contenuti affettivi e intensi. Evidentemente, comprendere e interpretare
il disagio psichico di un immigrato e/o rifugiato viene ad essere
molto più complesso: occorre un’adeguata conoscenza
non solo medica, ma anche e soprattutto culturale, che aiuti lo
specialista e il paziente a stabilire un vero e proprio clima di
fiducia. |