MTM n°16
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 6 - Numero 1 - dic/mar 2007
Medicina non convenzionale
 


Francesca Allegrucci
Francesca Allegrucci
Direttore Scientifico A.N.U.C.S.S. di Roma.
Psicologa, Psicoterapeuta


Anno 6 - Numero 1
dic/mar 2007

 

Il cagnolino era entrato in ospedale perché aveva mal di pancia e aveva paura ma poi l'infermiera buona gli ha dato la medicina e lui è guarito e ora è felice anche lui




Medici a 4 zampe
terapia assistita con animali in reparto di pediatria con pazienti acuti
di Francesca Allegrucci

pet terapyIl ricovero in ospedale è da sempre motivo di paure e di tensioni sia per il bambino che per i familiari e di distacco dall’ambiente domestico e dalle proprie abitudini, di somministrazione di terapie iniettive e di pratiche diagnostiche inevitabilmente male accette, soprattutto nei casi di ricovero breve e patologie a decorso acuto. Il trauma psicologico conseguente si riverbera sia durante il ricovero, attraverso atteggiamenti di isolamento e di oppositività alle cure dell’equipe medica, sia al ritorno a casa, nei giorni immediatamente successivi alla dimissione, dove i bambini possono manifestare transitorie difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni, paure di varia natura apparentemente immotivate e rifiuto del cibo.
«Cosa fare allora per favorire l’accettazione nei bimbi alle cure mediche? per favorire la collaborazione tra famiglia e staff medico? per alleviare le inquietudini, le paure dei bambini ricoverati? Cosa fare per velocizzare il processo di guarigione e rendere meno traumatica l’esperienza del ricovero ai piccoli pazienti?».
Su queste riflessioni il Prof. Titti, primario del reparto di pediatria del Grassi di Ostia, immaginò di aiutare i bambini assistiti ad affrontare i disagi del ricovero creando una ambiente più accogliente e familiare in reparto introducendo la figura di un “aiutodottore” piuttosto inconsueto da incontrare in un ospedale: il cane!
pet terapyFu così che nel 2002 contattò per la prima volta l’A.N.U.C.S.S. [Associazione Nazionale Utilizzo del Cane per Scopi Sociali] di Ostia, associazione di esperienza decennale nell’implementazione di progetti di Attività e Terapie con l’ausilio del cane. Da quel momento i bambini ricoverati per patologie acute nell’U.O. di Pediatria dell’O. Grassi di Ostia hanno avuto per ben 2 anni la possibilità di incontrare in sala giochi alcuni dolcissimi esemplari di Labrador e Golden Retriver con i loro proprietari, operatori cinofili. Fra giochi e divertimento bambini e familiari hanno avuto la possibilità di distrarsi e di allentare il circolo ansioso dovuto alla preoccupazione per l’esito delle indagini diagnostiche, di ritrovare un ambiente familiare e sereno, di lasciarsi andare alle risate e di ri-trovare un clima di “normalità”. I piccoli ricoverati hanno mostrato nella maggior parte dei casi di accettare con meno proteste e oppositività le prime terapie mattutine, distratti dal pensiero d’attesa dei cani che di lì a poche ore sarebbero venuti a trovarli. Le loro telefonate a parenti ed ad amici non sono state più caratterizzate da racconti di terapie mediche dolorose, di antibiotici amari o di giornate noiose interminabili ma ricche di dettagli sui momenti di gioco trascorsi con un inusuale amico a quattro zampe morbido e divertente.
Questi sono solamente alcuni dei risultati verificati grazie ad un rigoroso studio degli interventi effettuati al Grassi. Per tutta la durata dell’esperienza, infatti, sono stati osservati e messi a confronto il gruppo di bambini che aveva potuto usufruire delle attività con il cane e un gruppo di bambini che per diversi motivi non aveva potuto usufruire di tale opportunità [allergie, fobia per l’animale, etc.].
«[…] il cagnolino era entrato in ospedale perché aveva un grande mal di pancia e aveva paura ma poi l’infermiera buona gli ha dato la medicina e lui è guarito e ora è felice anche lui […]», spiega Sabrina mentre ci descrive la storia di un disegno da lei prodotto.
E ancora Martina di 9 anni ci racconta: «Stavo nella sala ad aspettare che arrivavano i cani, sono arrivati e ci ho giocato. Dummy mi ha dato la zampa, si è messo seduto, gli ho dato da mangiare, abbiamo fatto una passeggiata e dopo siamo andati a fare un disegno».