Cancro del
colon
La prevenzione può salvarti la vita
di Nicoletta
Alborino
La
campagna per la Prevenzione del Cancro Colo-Rettale vuole comunicare
a tutti gli italiani il rischio rappresentato dalla malattia, ma
al tempo stesso la reale possibilità di prevenire questo
tipo di tumore attraverso lo screening. La Campagna per la Prevenzione
del Cancro Colo-Rettale gode dell'Alto Patronato della Presidenza
della Repubblica Italiana e del patrocinio della Presidenza del
Consiglio dei Ministri e del Ministero della Salute.
Il tumore del colon retto rappresenta la seconda causa di mortalità
neoplastica sia nei maschi, dopo quello del polmone, sia nelle donne
dopo quello della mammella. La caratteristica di lenta crescita
e la verosimile sequenza attraverso il passaggio da adenoma a lesione
tumorale rendono questo tipo di tumore un candidato ideale per un
programma di screening.
La campagna di Prevenzione si prefigge di ridurre di oltre l’80%
l’incidenza del Cancro colo-rettale, attraverso una capillare
informazione ai medici di medicina generale rendendoli consapevoli
del problema, dei risultati attesi nella riduzione di incidenza
e mortalità, informandoli sulle metodologie di prevenzione
per poter proporre al proprio paziente una strategia di screening
personalizzata. Per raggiungere questi obiettivi, è stata
avviata una azione formativa ECM capillare sul territorio nazionale.
Lo screening è lo studio della popolazione senza segni e
sintomi di malattia per identificare gli individui che hanno maggiore
probabilità di essere portatori di cancro o polipi adenomatosi.
Lo screening del Cancro del Colon Retto è l’unico mezzo
che permette di ridurre non solo la mortalità ma anche l’incidenza
di questo tumore. Per i soggetti a rischio aumentato la colonscopia
è un esame consigliato anche prima dei 50 anni, qualora esistano
condizioni di aumentato rischio familiare o personale.
Le famiglie ad altissimo rischio, individuabili attraverso specifici
esami genetici, devono essere sottoposte a controlli colonscopici
ravvicinati.
Per i soggetti a rischio generico sono consigliati due tipi di esami
a partire dai 50 anni d'età:
la ricerca del sangue occulto: la ricerca annuale del sangue occulto
fecale, che ha consentito una riduzione della mortalità per
neoplasia del colon-retto di circa il 30%, tuttavia presenta una
bassa sensibilità per gli adenomi.
la colonscopia periodica: eseguita a cadenza almeno decennale
rappresenta il test più efficace, ma è anche il più
invasivo e presenta rischi di gravi effetti avversi che, sebbene
molto rari, hanno contribuito a porre dei dubbi nel suo utilizzo
come test di screening di massa.
L’esame del sangue occulto nelle feci si basa sul presupposto
che i cancri ed i polipi sanguinano più facilmente della
mucosa normale e che quindi la scoperta del sangue porta alla diagnosi
in una fase precoce. In caso di positività il paziente viene
avviato all’indagine di II livello che è rappresentata
dalla colonscopia che permette la diagnosi, il prelievo bioptico
e l’asportazione del polipo.
Se avverti i seguenti sintomi di allarme, consulta il tuo medico:
rettorragie
presenza di sangue e muco nelle feci
tenesmo
defecazione in più tempi ravvicinati
stipsi di recente insorgenza
senso di incompleta evacuazione
febbricola, specie alla sera
dimagrimento senza causa evidente.
Lo stile di
vita può influenzare lo sviluppo del cancro al colon
Lo stile di vita può influenzare
lo sviluppo del cancro del colon. Alcune regole da seguire:
Diminuire
i cibi carnei nella dieta e, in generale, la quantità di
calorie nell'alimentazione.
Ridurre comunque il consumo di grassi di origine animale e zuccheri
complessi.
Aumentare il consumo di vegetali e di frutta.
Mantenere un adeguato peso corporeo.
Fare
regolarmente attività fisica [basta mezz'ora al giorno di
camminata veloce].
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