RON
Anche la musica può aiutare la ricerca
Insieme per la speranza «ma quando dici amore…»
la SLA si può combattere anche cantando
dal sito www.ron.it
Circa quindici anni fa mi trovavo
a Livigno, un posto di montagna meraviglioso per sciare d’inverno
e per lasciarsi andare a una natura e a bellezze che tolgono il
fiato d’estate. Stavo inforcando lo skilift per salire a 3000
metri. Era un freddo micidiale, più o meno 25 gradi sotto
zero, ma c’era un sole così incredibile che non sentivi
nulla. Udii però la voce di qualcuno che mi diceva «Ehi,
sarà meglio che ti metta una cuffia in testa, sennò
rischi un bel mal di gola». Quella persona è la stessa
poi con la quale ho diviso tanti anni di amicizia, insieme alla
sua meravigliosa famiglia che continuo a frequentare, anche se negli
ultimi tre anni è venuto a far visita un ospite inatteso,
assolutamente non invitato, qualcosa che ha cambiato la mia vita,
quella di sua moglie, dei suoi tre figli, ma soprattutto quella
del mio amico.
Lui
si chiama Mario Melazzini ed è un fantastico dottore, una
persona di rara sensibilità, un uomo speciale. È primario
di un reparto di oncologia ed ha contratto questa malattia che si
chiama SLA [sclerosi-laterale-amiotrofica]. Finché non si
vive vicino a chi ne è colpito [e in questo caso il proprio
migliore amico], non ci si rende conto di quanto cattiva sia, senza
avvisi, senza scampo. La speranza però non muore. Posso dire
tranquillamente, di aver ricevuto più in questi tre anni
con lui apprezzando infinite meravigliose piccole grandi cose, che
nei miei precedenti 48. Sono le cose che nella vita normale di ognuno
di noi, possono essere considerate ormai quasi banali, noiose: un
tramonto, le cicale, il vento, le stagioni che cambiano, le passeggiate
lungo il Ticino, addirittura la nebbia e la pioggia. Elementi per
cui vale la pena di considerare più profondamente il senso
e l’importanza del tempo che abbiamo da vivere; un abbraccio,
uno sguardo sincero, il confronto con un amico, una famiglia che
ti ama, non perché deve, ma perché è bello,
anche se sofferente, condividere le proprie ore con una persona
che lotta per una qualità migliore di ogni sua giornata che
passa. Credo che si impari così ad avere più pazienza,
ad ascoltare di più, a sopportare di più, fino a rendersi
conto di quanto sia fortunata la gente che cammina per strada a
volte così indaffarata, distratta, indifferente di tutto,
ma con quel tutto insostituibile nelle proprie tasche: la
vita.
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