Il matrimonio
di Nicoletta
Alborino
ORIENTE
Nell’Islam il matrimonio [in arabo: Nikah] è un contratto
civile [rientra nei contratti di vendita in arabo: bay], che viene
firmato dai due sposi, consenzienti e liberi, alla presenza di un
talib, uomo pio che ricorda agli sposi gli impegni ed il profondo
significato religioso del matrimonio e della formazione di una nuova
famiglia, nucleo basilare della società. Il matrimonio è
un contratto fra gli sposi che viene stipulato con l’aiuto
di due “adoul” [legali], i quali giurano davanti a Dio
che l’assenso dei due sposi al matrimonio è spontaneo,
pena l’annullamento dello stesso. Nel contratto è possibile
introdurre delle clausole che generalmente sono a favore della sposa:
si può stabilire il suo diritto di chiedere il divorzio,
il divieto al marito di sposare altra donna senza il suo consenso,
l’entità della dote e altro ancora. La sposa deve avere
il consenso del wali [tutore] cioè parente maschio più
vicino [ordinariamente il padre]. Al termine del rito civile, e
prima dei festeggiamenti, lo sposo è tenuto a corrispondere
alla sposa il mahr, dono di nozze o dote, liberamente scelto dalla
donna e di sua esclusiva. Non esiste il fidanzamento come periodo
in cui i giovani possono frequentarsi liberamente: in generale non
è permesso che donne e uomini si frequentino. Il consenso
degli sposi è quindi una formalità specie da parte
della donna: non è tanto che ella voglia ubbidire ala famiglia
ma in pratica non ha alternativa se non accettare il marito che
le è stato destinato. In Medio Oriente i festeggiamenti per
il matrimonio sono molto importanti, e coinvolgono tutta la comunità.
A differenza di quanto accade in Occidente, infatti, ai festeggiamenti
partecipano non soltanto i parenti e gli amici, ma tutti i conoscenti,
i vicini di casa e frotte di bambini alla perenne ricerca di feste
cui partecipare. I festeggiamenti di matrimonio durano, di norma,
tre giorni. Durante i primi due, gli sposi partecipano a feste separate,
ciascuna organizzata in casa dei propri genitori. Nel pomeriggio
del secondo giorno di festa, lo sposo, accompagnato dagli amici
e dai parenti, che, per strada danno vita allo zaffe, corteo augurale
con canti tipici, va ad incontrare la futura moglie, cui porterà
in dono oggetti d’oro. Quella sera stessa, in casa della sposa,
si svolge il rito dell’ henna. Vi partecipano tutte le donne
della famiglia e le amiche della sposa, che la aiuteranno ad abbellirsi
e prepararsi per il giorno dopo, quando avverrà il matrimonio
vero e proprio. Viene preparata la pasta di henna, colorante naturale,
con la quale la sposa si tingerà i capelli. Il giorno seguente,
di solito il venerdì, giorno festivo nei paesi islamici,
è la giornata finale dei festeggiamenti. In casa dei genitori
dello sposo si prepara il pranzo di nozze,
cui vengono invitati a partecipare tutti, anche i semplici passanti.
Vassoi colmi di cibo vengono inviati ai poveri dei dintorni ed ai
vicini che non sono intervenuti al pranzo di nozze. Dopo il pranzo,
lo sposo, accompagnato dai familiari e dagli amici, si reca a casa
della sposa, vestita questa volta col tradizionale abito bianco
e con indosso i gioielli dono di nozze, e insieme a tutti gli ospiti,
si conclude la serata nella sala dell’ultimo festeggiamento,
dove si canta e danza fino a notte inoltrata.
OCCIDENTE
In occidente il matrimonio è retto dalle leggi religiose
e/o civili e non è possibile introdurre clausole che sarebbero
nulle: un tempo si usava il contratto di nozze ma esso riguardava
esclusivamente la consistenza della dote della sposa ed era quindi
un atto preparatorio che non faceva parte del matrimonio stesso.
L’Europa e gli Stati Uniti sono stati fortemente influenzati
dalle confessioni cristiane che hanno appoggiato i matrimoni monogami
ed eterosessuali ed ostacolato le altre forme. Ma molte delle assunzioni
della società riguardo la natura e lo scopo del matrimonio
e della famiglia sono cambiate e stanno ancora cambiando. A differenza
di quanto avveniva in passato il matrimonio non é più
una tappa obbligata nella vita dell’individuo. L’istituto
legale del divorzio permette di sciogliere il vincolo matrimoniale.
I gruppi di sostegno dei diritti degli omosessuali appoggiano l’apertura
del matrimonio alle coppie dello stesso sesso. Infatti, negli ultimi
anni ci sono sempre più paesi che permettono il matrimonio
anche alle coppie omosessuali formate da persone dello stesso sesso.
Allo stato attuale, le coppie dello stesso sesso possono contrarre
matrimonio in Olanda, Belgio, Spagna, Canada e nello Stato USA del
Massachusetts. Nella Repubblica del Sudafrica, il 1 dicembre 2005
la Corte Costituzionale ha dichiarato discriminatoria, e perciò
incostituzionale, l’esclusione delle coppie dello stesso sesso
dal matrimonio, ordinando ai legislatori di modificare le regole
matrimoniali [il MARRIAGE ACT] di conseguenza entro al massimo un
anno. In Italia l’accesso al matrimonio è consentito
solo alle coppie di sesso diverso. In aggiunta al matrimonio in
alcuni stati sono state introdotte le unioni civili cioè
forme di convivenza fra due persone, legate da vincoli affettivi
ed economici, che non accedono volontariamente all’istituto
giuridico del matrimonio, o che sono impossibilitate a contrarlo,
alle quali gli ordinamenti giuridici abbiano dato rilevanza o alle
quali abbiano riconosciuto uno status giuridico. Le unioni civili
sono riconosciute in Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Groenlandia,
Islanda, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Francia, Regno Unito, Nuova
Zelanda, Lussemburgo, Andorra, negli stati USA del Vermont e del
Connecticut e nello stato australiano della Tasmania. Nell’occidente
la visione prevalente, a prescindere dal sesso, è verso un
matrimonio basato sull’attaccamento emotivo fra i partner
e intrapreso volontariamente. Non bisogna inoltre dimenticare che
l’Occidente è influenzato dalle confessioni cristiane
e dalla presenza del Santo Padre Benedetto XVI che ha recentemente
affermato che «Divorzio, aborto, e legalizzazione del matrimonio
gay sono un segno evidente della decristianizzazione dell’Occidente.
Il progresso della secolarizzazione e del relativismo provoca non
solo una diminuzione della frequenza ai sacramenti, ma mette anche
in discussione i valori morali proposti dalla Chiesa». |