MTM n°16
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 6 - Numero 1 - dic/mar 2007
L’angolo
 


Antonio Di Majo
Antonio Di Majo
Prof. Ord. Di Scienza delle finanze.
Università di Roma Tre


Anno 6 - Numero 1
dic/mar 2007

 

La lotta all’evasione dovrebbe, nelle previsioni del governo, fornire circa 8 miliardi di euro al bilancio pubblico




L’economista risponde: I principali cambiamenti previsti dalla finanziaria 2007

di Antonio Di Majo

tagliInnanzitutto da un punto di vista tecnico-giuridico la legge di quest’anno è stata condizionata dalla necessità di ridurre il disavanzo pubblico, sia per ragioni legate all’appartenenza alla Unione europea, sia a causa dell’esistenza dell’ingente debito pubblico accumulato nei decenni scorsi. Di conseguenza maggiori entrate del bilancio pubblico per circa 15 miliardi di euro sono necessarie per portare il deficit al di sotto del 3 % del prodotto complessivo; ma il governo ha deciso di muovere risorse per un ammontare molto superiore [circa 35 miliardi di euro], proprio perchè la finanziaria è l’occasione più sicura [forse unica] per ottenere l’approvazione di molte altre decisioni politiche. Lo spazio non consente un esame esauriente della legge; mi limiterò a qualche considerazione sulla sua parte tributaria . Anzitutto sono state modificate le aliquote dell’imposta sul reddito delle persone fisiche: per ottenere un maggior gettito, in media il prelievo è stato sensibilmente aumentato, ma non uniformemente. I redditi minori vengono nel complesso leggermente sgravati, mentre quelli maggiori sono tassati più pesantemente. In realtà la situazione per i contribuenti è peggiore di quanto appare, perché la simultanea riduzione dei trasferimenti dello Stato a Regioni e Comuni ha costretto questi ad aumentare le sovrimposte [impropriamente definite addizionali] sui redditi dei cittadini, con la conseguenza che l’aggravio fiscale per quasi tutti i contribuenti è molto consistente e tale da portare il prelievo sui redditi dichiarati ai livelli massimi in Europa. Naturalmente l’esistenza di un’evasione di massa rende ancor più sperequati questi aumenti che operano interamente solo se i redditi dichiarati coincidono con quelli effettivi.
La lotta all’evasione dovrebbe, nelle previsioni del governo, fornire circa 8 miliardi di euro al bilancio pubblico, ma la finanziaria concretizza questa previsione solo nella periodicità e nelle modalità di revisione degli studi di settore [che regolano la tassazione, di fatto forfettaria, di un ampio numero di contribuenti] da avviare con procedure così complesse da rendere sopravvalutate le maggiori entrate..
Un elemento centrale della manovra è rappresentato dalla riduzione del cosiddetto “cuneo fiscale”. Si tratta in realtà di uno sgravio dell’Imposta regionale sulle attività produttive [Irap], attuato mediante una riduzione dell’imponibile [di 5000 euro, 10000 nel Mezzogiorno] per ogni nuovo occupato nell’impresa del contribuente. A parte l’opportunità di stravolgere la logica dell’Irap, queste modifiche comportano una perdita del gettito destinato dalle Regioni alla copertura della spesa sanitaria, per cui molte di esse hanno provveduto ad elevare l’ aliquota dell’Irap [ azione ora permessa dalla stessa legge finanziaria], più che compensando la diminuzione decisa dallo Stato! Come si vede non mancano contraddizioni nelle decisioni di Finanza pubblica.
Di entità rilevante è anche la nuova regolamentazione del TFR; per tutte le imprese private con più di 50 dipendenti, il TFR di nuova maturazione, non destinato ai fondi di previdenza complementare, dovrà essere versato in un Fondo presso la Tesoreria Centrale dello Stato [con un ruolo di gestione attribuito all’ Inps]. Le imprese perdono una conveniente fonte di autofinanziamento e, per questo, verranno compensate con un credito ai fini dell’imposta sui profitti. Le imprese con meno di 50 dipendenti potranno, invece, continuare ad autofinanziarsi con il TFR dei dipendenti. Le perplessità riguardano anzitutto la inopportunità di aggiungere, alle esistenti, altre “soglie” dimensionali che rendono conveniente il frazionamento delle imprese; inoltre le compensazioni previste rischiano di essere considerate dall’Unione europea “aiuti di stato” illegali, ciò potrebbe vanificare una parte importante della legge [che prevede un utilizzo dei fondi del TFR versati in Tesoreria per attuare investimenti pubblici]. Altri aiuti in forma di agevolazioni tributarie sono previsti [credito di imposta per investimenti nel Mezzogiorno, per quelli in ricerca,ecc.], ma ben ventinove disposizioni della finanziaria potrbbero essere rese inefficaci in quanto “aiuti di stato”.
Si deve rimandare ad altra occasione l’analisi di altri aspetti della manovra impostata con la finanziaria. In sintesi a me pare che i suoi contenuti, oltre ad essere discutibili [com’è giusto che sia per la diversità di interessi e di opinioni coinvolti], appaiono spesso contraddittori, e quindi di efficacia incerta; lo sforzo richiesto ai contribuenti, destinato sia alla riduzione dei disavanzi sia alla riallocazione di risorse, resta comunque ingente.