Documento
di consenso dei medici cattolici sui valori irrinunciabili atti del convegno nazionale 16-17 giugno 2006
di Don Primo Martinuzzi
Carissimi amici e colleghi,
in questo numero desidero
condividere con voi
il primo punto di un lungo
documento composto
da 14 punti
sui valori etici irrinunciabili
che i medici Cattolici
hanno insieme definito
nel Convegno Nazionale
dell’anno scorso.
Quanto scritto successivamente
non ha bisogno di commenti
e sono certo che tutti quanti
voi lo approverete toto corde
Il
diritto alla vita di ogni essere umano, dal concepimento al termine
naturale, è il primo impegno da assumere, non per una logica confessionale
o clericale, ma nel rispetto di quel diritto naturale iscritto nella
coscienza di ogni uomo credente o non credente.
a] Siamo fermamente convinti di non
modificare la legge 40 che regola la procreazione medicalmente assistita,
soprattutto nella parte in cui afferma la dignità dell’embrione
e il suo diritto inviolabile a svilupparsi e a nascere, pur se non
condivisa per ogni tipo di tecnica che abbia per oggetto l’inizio
della vita, essa va applicata lealmente per un congruo periodo di
tempo, rispettata per quel che riguarda la gradualità terapeutica,
verificata e valutata con serena obiettività.
b] Il prelievo di cellule staminali
dall’embrione e la donazione, quale che sia la tecnica e le specifiche
finalità enunciate, deve essere considerata illecita sia per la
dignità riservata all’embrione sin dal concepimento sia per il suo
diritto inviolabile ad esistere per sé stesso. No alla clonazione
non solo per generare esseri viventi, ma anche nella prospettiva
di ricavarne cellule staminali.
c] Esprimiamo preoccupazione che la
mentalità eugenetica di selezione, attuata attraverso la diagnosi
pre-impianto sugli embrioni, apra scenari preoccupanti. La semplice
predisposizione ad una malattia, tra qualche anno anche guaribile,
fa sì che molti embrioni vengano scartati per “sospetto di patologie”
o per “false positività”. L’embrione in quanto soggetto indifeso
va tutelato e riconosciuto nella sua dignità.
d] La legge 194 sull’interruzione volontaria
di gravidanza va attuata anche nella sua parte preventiva. Gli articoli
1, 2 e 5 sono poco o per nulla applicati. I consultori familiari
devono porsi nell’ottica di promozione e di difesa della donna,
del nascituro, della famiglia, sforzandosi di trovare percorsi di
sostegno concreto e di rimozione delle cause che rendono a volte
difficile e sofferta la gravidanza, attivando servizi in rete con
le associazioni di volontariato, i centri di aiuto alla vita e le
famiglie disposte a sostenere chi è nel disagio psichico ed economico
e partecipando all’attuazione dei piani socio-sanitari di zona.
e] La RU486, offerta a donne e spesso
ad adolescenti che improvvidamente temono una gravidanza, banalizza
l’aborto. Se proposta falsamente come metodo non traumatico inganna
la persona che, inconsapevole dell’incompleta sperimentazione del
farmaco, sottostima le gravi conseguenze talvolta mortali. La donna
sappia che, utilizzando IaRU486, si rende responsabile della lenta
agonia del figlio dentro sé stessa.
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