MTM n°18
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 6 - Numero 3 - ott/dic 2007
Dibattito
 


Cosmo De Matteis
Cosmo De Matteis
Presidente nazionale del Cumi- Aiss sino al 2006. Presidente Nazionale di Federazione Medici dal 2007, membro del Centro studi e Ricerche in Medicina Generale


Anno 6 - Numero 3
ott/dic 2007

 

Oggi secondo l’O.M.S. il nostro sistema sanitario è al secondo posto nella classifica mondiale come miglior sistema sanitario, di ciò potremmo esserne orgogliosi




Quale medico?
Da medico di famiglia a medico di assistenza primaria

di Cosmo De Matteis

MedicoDa molti anni la figura centrale del sistema sanitario nazionale è stata il cosiddetto medico di famiglia. Su questa figura ruotava il perno dell’assistenza a tutta la popolazione, dal piccolo centro sperduto delle montagne silane ai quartieri periferici di metropoli quali Milano e Roma.
Al sud il medico di famiglia è sempre stato quella figura che come il parroco del paese, lo trovi sempre disponibile nei momenti di dolore, ma partecipe anche delle gioie delle tante piccole comunità, che su di lui fanno riferimento non solo per problemi squisitamente sanitari, ma anche personali o di fiducia. Oggi secondo l’O.M.S. il nostro sistema sanitario è al secondo posto nella classifica mondiale come miglior sistema sanitario, di ciò potremmo esserne orgogliosi. Ma, ci sono i ma, il medico classico, magnificamente rappresentato nelle foto raccolte dalle Alinari, in teoria non esiste più.
Oggi abbiamo il medico di assistenza primaria, che a sua volta può far parte della medicina di gruppo, della medicina di rete, ecc. Uno stravolgimento classico, dopo oltre venticinque anni di rapporti cordiali con i pazienti. Per anni ho potuto tranquillamente colloquiare con i pazienti che spesso sono anche amici, nella vita quotidiana di una piccola cittadina della Calabria.
Tra e me e loro oggi si erge lo schermo di un computer che ti richiama sulle note dei farmaci, sui limiti delle prescrizioni, sui budget aziendali, sui tanti cavilli che ti rendono impossibile svolgere con tranquillità e serenità il tuo rapporto con gli assistiti.
Nel mio studio tra i tanti pur utili strumenti elettronici, svetta in sala d’attesa il display numerato per le ricette, quasi a voler ordinare anche, come al supermercato le richieste di salute.
Giornalmente mi avvio al lavoro pensando all’ultimo caso di malasanità, denunciato dai mass media, salvo poi rendersi conto che di malasanità non si trattava, e scatta in me ciò che molti anni fa chiamai medicina difensiva.
D’altronde dopo molti anni ho preso coscienza che come medico posso conseguire tante vittorie nella quotidiana battaglia contro il male, ma la guerra prima o poi la vincerà la grande signora Morte. Ed oggi più che mai cerco di prestare attenzione alle richieste di salute dei miei pazienti poiché mi rendo conto che l’alta incidenza di nuove patologie, in particolare le neoplasie possono comunque essere combattute con maggiore efficacia.
Certo ogni perdita umana per me, che mi ritengo sempre un medico di famiglia è una sonora sconfitta e una tristezza profonda mi assale, per tale motivo ritengo che anche per noi medici dovrebbero poter valere dei limiti temporali di attività lavorativa più brevi per il pensionamento volontario, in quanto nonostante la forza di raziocinio, il senso di frustrazione, di angoscia col passare degli anni diventa di difficile sopportazione.