MTM n°22
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 8 - Numero 1 - gen/apr 2009
Sociale - Emergenza
 


Professor G. Moncada Lo Giudice
G. Moncada Lo Giudice
Professore ordinario di Fisica Tecnica Ambientale presso l’Università La Sapienza di Roma


Anno 8 - Numero 1
gen/apr 2009

 

L’idea di un nuovo ordine internazionale basato su una sincera collaborazione collettiva, con un interscambio indispensabile di culture diverse, per una lotta vera ai cambiamenti climatici, negli ultimi tempi sembra allontanarsi più che consolidarsi


L’IPPC prevede che in mancanza di interventi la temperatura media della Terra potrebbe aumentare a fine secolo anche di 4º C e ciò provocherebbe lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento dei mari, la desertificazione di intere regioni ed altre sciagure




LA SFIDA DELL’ENERGIA IN UN MONDO INQUIETO
Il problema dell’energia è importante oggi e più importante sarà nel futuro, obbligandoci a prendere decisioni che potranno sconvolgere la nostra vita
del Professor G. Moncada Lo Giudice

Prendiamo in esame il problema dei cambiamenti climatici, che interessa sia la salute dell’uomo che l’ambiente che ci circonda. Un Istituto Scientifico Internazionale [IPPC] ha dichiarato che l’aumento di temperatura anomala che si è verificato soprattutto nell’ultimo secolo è dovuto all’aumento abnorme di anidride carbonica nella troposfera; ora tale anomalia sarebbe causata per il 90% dall’opera dell’uomo che per far funzionare le proprie macchine, produrre l’elettricità, riscaldare le case, etc. brucia combustibili fossili [carbone, petrolio e gas] producendo una grande quantità di anidride carbonica. Questo modificherebbe l’equilibrio della troposfera, aumentando il valore del cosiddetto “effetto serra” [che restituisce al pianeta parte dell’energia da lui reirraggiata nell’universo], proprio per effetto dell’anidride carbonica e di altri gas, quali per esempio il metano che vengono appunto chiamati “gas climalteranti” [GHG]. L’IPPC prevede che in mancanza di interventi la temperatura media della Terra potrebbe aumentare a fine secolo anche di 4°C e ciò provocherebbe lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento dei mari, la desertificazione di intere regioni ed altre sciagure.
Per il vero non tutti gli scienziati sono d’accordo con queste previsioni catastrofiche e con ragionamenti molto validi, che qui si ritiene inutile riportare, contrastano queste teorie. Una delle obiezioni fondamentali è che è difficilissimo mettere a punto dei programmi di calcolo numerici capaci di prevedere, per le infinite variabili in gioco e per le necessarie approssimazioni matematiche, cosa succederà a fine secolo. Chi ha ragione? Non è essendo climatologi non osiamo intervenire nelle discussione ma vorremmo comunque presentare alcune osservazioni banali ed inoppugnabili:

  1. La popolazione del pianete cresce in modo impressionante e verso il 2050 alcune stime dicono che saremo tra i 9/10 miliardi di individui [contro i 6,5/7 di oggi].
  2. I Paesi cosiddetti in via di sviluppo ad un certo punto avranno diritto di svilupparsi ai nostri livelli di qualità di vita [e quindi con i relativi consumi]?
  3. Se le ipotesi sopraddette si realizzeranno non potrà di conseguenza non esservi un notevole aumento nella domanda di energia [pensate solo, per esempio, a Cina, India e Brasile]
  4. Se anche quest’ultima osservazione è vera come produrre questo esubero di energia? Si potrebbe essere tentati di rispondere: bruciando più metano, petrolio o carbone, ma la risposta è sbagliata.

Infatti i combustibili fossili sono destinati inevitabilmente a finire. Quando? Non si sa ed i tempi dati per l’esaurimento di tali risorse sono tanti quante sono le persone che ne scrivono. E allora c’è da domandarsi cosa fare. Innanzitutto cercare di risparmiare energia in ogni settore: civile, industriale ed agrario; ma questo deve avvenire a livello planetario, cioè deve o dovrebbe coinvolgere la coscienza e l’attività di tutti gli uomini. Risparmiare significa prestare molta attenzione alle proprie azioni e probabilmente modificare anche alcuni modi di vita, nonché investire, almeno per un lungo periodo di tempo enorme somme di denaro. Ma non basta risparmiare, occorre reperire altre risorse, altri “combustibili puliti” quali? Prima di tutto le cosiddette “energie rinnovabili”: idroelettrica [già ampiamente sfruttata], solare, eolica, delle maree, geotermica e, forzando un po’ la definizione le biomasse. Purtroppo sono energie che richiedono nella maggior parte dei casi forti investimenti iniziali [con conseguente necessità di interventi statali di sussidio] ed una ricerca scientifica non ancora completata. James Lovelock, l’inventore di Gaia, per anni vessillo del mondo ambientalista dice oggi che “esse non sono e probabilmente non potranno mai essere da sole a risolvere il problema energetico”. Più recentemente [2008] Peter Lynch, ricercatore del MIT, ha ribadito lo stesso concetto. E ecco quindi rispuntare il tanto vituperato nucleare, oggi alla “IV generazione” dei reattori con coefficiente di sicurezza intrinseca quasi totale. In un futuro più o meno prossimo, possiamo sperare anche nella “fusione nucleare” [sono in atto studi di consorzi scientifici internazionali] all’utilizzo diffuso del “vettore idrogeno”, alle centrali chiamate a “carbone pulito”, ai biocombustibili, etc. I fattori che possono contrastare o ritardare queste indispensabili azioni sono: la crisi finanziaria mondiale che ci ha colpito, il rinascere di nazionalismi che sembravano sopiti [anche in sede UE], l’assurda lotta con il mondo islamico, lo sviluppo economico abnorme di alcuni Paesi, etc. L’idea di un nuovo ordine internazionale, basato su una sincera collaborazione collettiva, con un interscambio indispensabile di culture diverse, per una lotta vera ai cambiamenti climatici, negli ultimi tempi sembra allontanarsi più che consolidarsi. Comunque non preoccupatevi troppo perché queste possono solo essere le fosche parole di un vecchio professore in pensione. Ciò può significare che allora conviene non far niente nell’attesa di vedere chi aveva ragione? Niente affatto, ognuno laico o credente che sia ha il dovere di fare quello che può per il proprio simile nel rispetto dell’ambiente, e con la speranza di garantire un futuro decoroso ai proprio figli.
“Salvate l’ambiente prima che sia troppo tardi” ha chiesto Benedetto XVI ai giovani nel raduno di Loreto, ma in ogni caso, e questo vale anche per i laici, non scordate cosa ha detto Mark Twain: “tra vent’anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma di quelle che non avete fatto”.
Per chiudere una nota di ottimismo, ricordiamo che attualmente molti programmi per la difesa dell’ambiente sono in corso ed alcuni di essi con ottime prospettive. Ma questa è un’altra storia.