MTM n°27
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 10 - Numero 1 - dic 2010/feb 2011
Cultura - Filosofia
 


Ilario Santostefano
Ilario Santostefano


Anno 10 - Numero 1
dic 2010/feb 2011

 

Tutte le scoperte di Talete nell’ambito della geometria avranno delle conseguenze decisive nell’indagine razionale della natura


I sacerdoti egizi gli domandarono quanto potesse essere alta la piramide e Talete riflettendo escogitò un sistema, anche se empirico, molto ingegnoso da un punto di vista logico




LE CONOSCENZE GEOMETRICHE DI TALETE DI MILETO
«Talete di Mileto fu senza dubbio il più importante tra quei sette uomini famosi per la loro sapienza - e infatti tra i Greci fu il primo scopritore della geometria, l'osservatore sicurissimo della natura, lo studioso dottissimo delle stelle»
(Apuleio, Florida, 18)


di Ilario Santostefano

Le Piramidi del Cairo in EgittoGli astronomi e gli architetti egiziani collaborarono nella costruzione della piramide di Cheope in modo mirabile.
Infatti è stato calcolato che il perimetro dei quattro lati, posti precisamente al nord, al sud, all’est ed all’ovest, ha, rispetto all’altezza, lo stesso rapporto che la circonferenza ha rispetto al proprio raggio. Questo lavoro di collaborazione tra architettura e astronomia aveva consentito che i raggi luminosi di Sirio, il cui sorgere annunziava l’inizio dell’anno egiziano, penetrassero, nel suo passaggio attraverso il meridiano, in modo perpendicolare all’interno della piramide illuminando direttamente la testa del defunto Faraone e sempre nel suo passaggio inferiore, a 3° sotto il polo celeste, penetrasse in una sala inferiore a quella ove era deposto il corpo dell’illustre re dell’Egitto.
Famoso è il notissimo teorema di Talete la cui prima dimostrazione fu data da Euclide nel IV sec. a.C.: “Un fascio di rette parallele secanti due trasversali determina su di esse, classi di segmenti direttamente proporzionali”. Le fonti attribuiscono a Talete la definizione, anche, dei seguenti teoremi:
a. un circolo è bisecato dal suo diametro;
b. gli angoli alla base di un triangolo isoscele sono uguali;
c. gli angoli opposti, ottenuti con l’intersezione di due rette, sono uguali;
d. l’angolo inscritto in un semicerchio è retto;
e. un triangolo è stabilito se sono dati la sua base e gli angoli ad essa relativi.
Ma vediamo più da vicino come operava Talete in concreto. È quasi certo che il nostro filosofo da Mileto raggiunse il delta del Nilo. Perché proprio lì? Perché vi si trovavano numerose colonie greche insieme a dei distaccamenti militari in funzione di appoggio alla politica egiziana di dominio dell’area del mediterraneo orientale. In Egitto Talete venne accolto con grande considerazione, vista la fama che si era acquistata in patria. Immaginiamocelo di fronte alla piramide di Cheope. I sacerdoti egizi gli domandarono quanto potesse essere alta la piramide e Talete riflettendo escogitò un sistema, anche se empirico, molto ingegnoso da un punto di vista logico: si sdraiò sulla sabbia del deserto e determinò la lunghezza del proprio corpo.
la rappresentazione della modalità di calcolo dell’altezza della piramide di CheopeEd ecco la spiegazione di Talete: “Io mi metterò semplicemente ad una estremità di questa linea che misura la lunghezza del mio corpo e aspetterò fino a quando la mia ombra sarà altrettanto lunga. Nello stesso istante anche l’ombra della piramide del vostro Chufu, o, come dicono gli elleni, Cheope, deve misurare tanti passi quanto è alta la piramide”.
Talete intuì subito che fra grandezze misurabili si potevano stabilire delle relazioni di proporzionalità in base alle quali le grandezze più piccole potevano fungere da sottomultipli delle grandezze più grandi. Difatti il nostro milesio alle obiezioni dei sacerdoti egizi così rispose: «Se però volete che io vi misuri quest’altezza in qualsiasi ora, pianterò qui nella sabbia questo bastone da passeggio. Vedete, la sua ombra è ora circa la metà della lunghezza, per conseguenza in questo momento anche l’ombra della Piramide è press’a poco la metà dell’altezza. Siete ora abbastanza abili per misurarla con tutta precisione: non avete che da confrontare la lunghezza del bastone con quella della sua ombra per trovare mediante divisione o moltiplicazione dell’ombra della piramide l’altezza di questa».
A Mileto riuscì anche a misurare la distanza delle navi in mare basandosi esclusivamente su di un angolo di osservazione e sull’altezza dal livello del mare in cui si trovava. Ma aveva già scoperto che l’angolo inscritto in un semicerchio, quell’angolo i cui lati intersecano i punti estremi di un diametro e il cui vertice si trova sulla semicirconferenza, era sempre un angolo retto.
Tutte queste scoperte nell’ambito della geometria avranno delle conseguenze decisive nell’indagine razionale della natura. Talete notò anche l’attrazione di minuscole particelle da parte di un pezzo di ambra (electron, in greco) quando fosse strofinata. A questo fenomeno associò l’idea che la natura contenesse in sé un’essenza che potesse trascendere la visibilità fenomenica e che si dovesse collegare ad una dimensione originaria della struttura dell’universo: l’anima del mondo riconducibile ad un principio primo imperituro.
Talete, inoltre, riuscì a dimostrare un postulato fondamentale riguardante i triangoli: il rapporto delle lunghezze di due lati omologhi in triangoli simili che sono opposti, quindi, ad angoli eguali nei due triangoli, è costante qualunque sia la loro grandezza, cioè esiste un rapporto di similitudine nei due triangoli in questione. Il filosofo di Mileto conosceva altri tre postulati della geometria ripresi successivamente da Euclide nel IV sec. a.C. Questi erano i seguenti:
1. la somma dei tre angoli di un triangolo è sempre eguale a due retti;
2. se un triangolo ha due lati eguali (cioè è isoscele), gli angoli opposti a tali lati sono pure eguali e, viceversa, se due angoli d’un triangolo sono eguali, i lati opposti a tali angoli saranno pure eguali;
3. in due triangoli simili è costante il rapporto di due lati corrispondenti, ossia i due triangoli sono in rapporto di similitudine.