MTM n°9
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 3 - Numero 5 - set/ott 2004
Diversamente abili
 



Vito Scalisi

Anno 3 - Numero 5
set/ott 2004

 


Paralimpiadi: una prospettiva umana sul mondo dello sport
di Vito Scalisi

Priva dei fasti che accompagnano la sorella maggiore Olimpiade, le Paralimpiadi hanno comunque coinvolto milioni di persone appassionate alle prestazioni degli atleti con abilità differenti. I Giochi olimpici è vero sono ancora oggi un’altra cosa: investimenti multimilionari e figli degli sponsor che ne fanno da padroni nonché simbolo di un patriottismo da reinventare e circoscrivere come in ogni epoca intessuta da gravi tensioni internazionali. E allora cosa farne di una ennesima edizione, la Xiiª per l’esattezza, dei giochi per disabili? La medicina addetta alla creazione del superuomo robotizzato e dopizzato prova un po’ di frustrazione nel dover osservare i propri limiti e le proprie incertezze lì dove ancora oggi amputazioni, cecità, sordità, paralisi, etc. roba d’altri tempi insomma, appaiono fenomeni irrisolvibili accompagnati da profondi traumi e difficili percorsi riabilitativi spesso in strutture, anch’esse, da riabilitare. I media sembra abbiano compreso tale frustrazione sino al punto da approdare ad un oscurantismo medievale. Mentre la Rai, proprietaria dei diritti, pensa bene di affidare la gestione della kermésse al neo digitale terrestre con un auditel esclusivo ad appannaggio dell’on. Gasparri [unico in possesso oggi di tale mezzo, ndr.], i Tg nazionali, che tanto spazio avevano affidato alle splendide prestazioni degli atleti normodotati italiani ad Atene, non sprecano una sola parola sulle 19 medaglie dei nostri atleti paralimpici. Fuor di polemica, i Giochi per diversamente abili hanno rappresentato un grande momento di espressione sportiva, forse ancora l’unico non mercificato e denaturato dal business globale. 4.000 atleti disabili provenienti da 130 Paesi e costituenti ben 2000 squadre ufficiali si sono cimentati in 21 discipline ufficiali. Numeri giusti di una competizione internazionale. I nostri atleti sono stati impegnati in quasi tutte le discipline donandoci 4 splendide medaglie d’oro. Per prima è arrivata quella della sirenetta napoletana, Cerasuolo Immacolata, una farfalla d’oro nei 100m. L’invincibile Alberto Pellegrini ha poi bissato con la Sciabola. Fantastico il terzo oro di Paola Fantano nel tiro con l'arco. Ed infine, ma non ultimo, l’oro di De Vidi nella Maratona in carrozzina, a chiusura delle competizioni. Lo stesso Stefano Baldini, vincitore della maratona olimpica di Atene 2004, si è poi complimentato con Alvise. «Quando ti ho visto correre - gli ha detto il maratoneta diversamente abile - ho cercato di studiare ogni dettaglio dalle immagini della televisione e a dire il vero le salite non mi erano sembrate così dure, invece in gara credevo di morire». I nostri campioni ci regaleranno, c’è da scommetterlo, tanti altri momenti d’oro proseguendo nella lotta esistenziale e sociale contro gli innumerevoli ostacoli, a volte invalicabili, costruiti dalle nostra società.


Storia delle paralimpiadi

Individui affetti da paralisi spinale traumatica sono stati i primi disabili a praticare un’attività sportiva. Tale attività pionieristica ebbe origine in Gran Bretagna, nell’ospedale di Stoke Mandeville [Aylesbury], non lontano da Londra, grazie all’entusiastica opera di Sir Ludwig Guttmann, neurochirurgo, direttore di quel centro di riabilitazione motoria. Il centro fu aperto il 1 febbraio 1944, durante la seconda guerra mondiale, ed i primi paraplegici a cimentarsi nelle varie discipline sportive furono giovani di ambo i sessi appartenenti alle forze armate britanniche, portatori di lesioni midollari per cause belliche. L’iniziativa del Dr. Guttmann ebbe molto successo, ed il 28 luglio 1948 si tennero i primi Giochi di Stoke Mandeville per atleti disabili, cui parteciparono sportivi handicappati ex membri delle Forze Armate britanniche. Nel 1952 per la prima volta i Giochi divennero internazionali, e nel 1960 si svolsero nel contesto delle Olimpiadi di Roma. Era nata dunque la Federazione Internazionale dei Giochi di Stoke Mandeville [ISMGF], che da allora indìce annualmente una manifestazione sportiva comprendente vari sport, come il nuoto, le corse, i lanci, il tiro con l’arco, la pallacanestro, la scherma, il tennis-tavolo, il tiro a segno, le bocce. Nel 1964 vi fu un’Olimpiade per disabili a Tokio, con 390 partecipanti; nel 1968 ben 750 atleti su sedia a rotelle presero parte ai Giochi di Ramat Gan [Tel Aviv]. Nel 1972 i Giochi si svolsero ad Heidelberg [Germania], ed i partecipanti furono più di 1.000. In occasione dei Giochi Olimpici di Montreal del 1976 i Giochi per disabili ebbero luogo a Toronto e per la prima volta vi parteciparono atleti membri dell’ISOD. L’apoteosi del movimento sportivo per disabili si ebbe nel 1988 a Seul [Corea del Sud], con una importante manifestazione successiva alle Olimpiadi, durante la quale gareggiarono ben 3200 atleti provenienti da 65 Nazioni.