MTM n°9
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 3 - Numero 5 - set/ott 2004
Speciale Medicine Non Convenzionali - L'altra medicina
 


Anno 3 - Numero 5
set/ott 2004


Speciale L’altra medicina [2ª parte]
L'evidenza dell'atto medico

a cura di Laila Visentini

Prosegue il nostro viaggio nel mondo delle Medicine Non Convenzionali [1ª parte uscita a giugno], questa volta parleremo di: Omeopatia, Omotossicologia, Chiropratica e Osteopatia, i loro meccanismi d’azione, per quali patologie vi si ricorre più frequentemente. Ma i toni della querelle tra il mondo della «medicina dell’evidenza» e quello delle Medicine Non Convenzionali, in attesa dello status di «atto medico», non si sono abbassati. Sul terreno delle professioni: tutto sulle scuole, i corsi ed i percorsi di formazione per medici ed operatori. Occhio, le MnC stanno guadagnando terreno ovunque.


Intervento
di Paolo Lucentini presidente omeoindustria
e-mail: omeoindustria@tin.it

Fin dal 1992, la direttiva europea -conosciuta come 92/73/Cee - ha conferito a quelli omeopatici lo «status» ufficiale di farmaci, assoggettandoli agli stessi obblighi e regole delle specialità medicinali.
Le aziende italiane hanno accettato la sfida e si sono rapidamente adeguate ai requisiti che le norme di buona fabbricazione dei medicinali, vigenti in Europa, imponevano loro.
Lo standard produttivo si è, così, elevato tanto da poter competere, in quanto a qualità, con quello dei medicinali cosiddetti allopatici.
Ciò nonostante, le aziende omeopatiche sembrano trovare ostacoli all’integrazione nei meccanismi di dialogo con le autorità regolatorie e gli organismi scientifici con conseguente sensazione di discriminazione, quanto meno culturale, da molti interpretata come il fio da pagare per aver ottenuto «l’immeritato riconoscimento giuridico».
Ed in tale ottica potrebbero interpretarsi, in Italia, la mozione pungente del Comitato Nazionale per la Bioetica [Aprile 2004] nei confronti delle medicine non convenzionali e recentissimamente, in Francia -e con essa nel mondo- il giudizio dell’Accademia di medicina che ha giudicato sorprendente la diffusione di medicinali obsoleti e privi di fondamento scientifico come quelli omeopatici e aberrante il loro rimborso da parte del servizio sanitario pubblico.
Tutto ciò fa pensare ad un’azione concentrica e quasi concordata, certo non rassicurante per il futuro dell’Omeopatia e, quel che è peggio, di migliaia di operatori del settore.

Tutto ciò, almeno per quanto riguarda il nostro paese, appare incoerente con le recenti aperture nei confronti delle pratiche di medicina tradizionale cinese in merito alle quali sarebbe interessante approfondire i «trial» clinici controllati e pubblicati a supporto dei fondamenti della loro scienficità.
Al riguardo, sembrerebbe addirittura previsto l’avvio di un piano di formazione medica e di ricerche scientifiche, di fatto negate all’Omeopatia, pratica appartenente ad una solida e secolare tradizione medica e, perciò, meritevole di essere studiata.
Certo, le proporzioni fra Cina e Italia sono incommensurabili e con esse anche i mercati...